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 La mia strategia per affrontare i problemi
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Inserito il - 13/03/2017 : 10:33:15  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
La mia strategia per affrontare i problemi mi ha reso più forte

Una persona che valeva davvero la pena ascoltare quando parlava era Albert Einstein. Per fortuna ci ha lasciato grandi insegnamenti, come la sua saggia frase “Non possiamo risolvere i problemi con lo stesso tipo di pensiero che abbiamo usato quando li abbiamo creati”. Seguendo il suo ragionamento, possiamo chiederci: quale strategia usare per affrontare i problemi?

All’interno di un gran numero di possibilità, vi sono sue strategie piuttosto utili o per lo meno vengono considerate tali dalla maggior parte delle persone che ne fanno uso. Da una parte parleremo del celebre Problem Solving strategico; dall’altro, del paradosso del lampione.

Quale strategia usare per affrontare i problemi?

Affrontare i problemi con successo permette di crescere. Si dice sempre che il fallimento è una buona scuola, ma lo è anche fare bene le cose. Se risolviamo un problema, oltre al successo della risoluzione stessa del problema, durante il cammino riceviamo sicuramente lezioni molto importanti.

Come affrontare i problemi con il Problem Solving strategico

Il Problem Solving strategico è un modello applicabile in qualsiasi ambito e con diversi livelli di difficoltà. Per metterlo in pratica, dobbiamo conoscerne i tre passaggi basilari: la definizione, l’obiettivo ed affrontare la strategia del problema in sé.

Definizione

La prima fase è la definizione. Prima di cercare soluzioni, dobbiamo sapere esattamente qual è il problema da affrontare. A tale scopo, è bene comprenderne la natura.

Un modo adeguato di definire un problema è chiedersi in cosa consiste, dove è, quando compare, chi possono essere i colpevoli, come e perché capita… ovvero, è bene dedicare del tempo all’identificazione di ogni dettaglio.

“Se avessi solamente un’ora per salvare il mondo, passerei 55 minuti a definire bene il problema e 5 a trovare la soluzione”
-Albert Einstein-

Obiettivi

Una volta definito il problema, bisogna conoscere i propri obiettivi. Invece di ristagnare nel lamento permanente e non trovare via d’uscita, dobbiamo chiederci quale risultato vogliamo ottenere.

Ad esempio, se tra sei mesi abbiamo un colloquio di lavoro e sappiamo che ci chiederanno un determinato livello di una lingua straniera, il nostro obiettivo sarà ottenere tale livello. Magari poi la lingua straniera in questione ci piacerà pure e vorremo impararla ancora meglio, ma l’obiettivo iniziale è questo.

Cambiate il vostro modo di vedere i problemi e visualizzateli come sfide e non come minacce. In questo modo, un ostacolo rappresenterà una fonte di motivazione tale da produrre molto meno stress e più soddisfazioni.

Affrontare la strategia del problema

Quando si è pienamente consapevoli del problema che si ha, arriva il momento di stabilire una strategia per risolverlo. Conosciamo i nostri obiettivi e la grandezza dell’ostacolo. Tocca pensare al metodo.

Arriverete ad un punto nel quale dovrete vedere quale strategia è migliore per ottenere i vostri obiettivi e superare il problema. A seguire elenchiamo diverse tecniche proposte da questo metodo:

Portare il problema al limite. A volte, affinché qualcosa migliori, prima deve peggiorare. Dicono che dopo la tempesta, arriva la calma. Magari raggiungere il limite e toccare il fondo può essere una soluzione per ottenere l’impulso necessario. Ad esempio, quando c’è un incendio molte volte non vale la pena salvare nulla perché il prezzo che potremmo pagare è troppo alto. Dovremo aspettare con pazienza che i vigili del fuoco estinguano il fuoco e poi, forse, buttare tutto per ricostruire da zero.

Backward Planning. Un’altra strategia proposta è percorrere al contrario l’iter di soluzione del problema. Immaginate che tutto sia già risolto: dovete analizzare come siete arrivati a questo punto, poi a quello precedente e a quello anteriore e così via. Come se riavvolgeste il nastro di una cassetta che faciliti l’individuazione della strategia da seguire. Ad esempio, i matematici utilizzano molto questa strategia per fare dimostrazioni: partono da quello che vogliono dimostrare per vedere se possono giungere a quello che è già dimostrato.

Essere lungimiranti. Potete andare oltre il problema. A tale scopo, dovete visualizzare la vostra vita ideale e proiettare la vostra mente su questa immagine. In questo modo, troverete la forza e la motivazione per superare l’incertezza e localizzare la libertà per vedere meglio la soluzione.

Il paradosso del lampione

Questa tecnica di risoluzione dei problemi è presentata in un libro intitolato “L’arte di amareggiarsi la vita”. In esso, Paul Watzlawick, con molto ingegno ed umore, ci parla di alcuni errori che tutti commettiamo prima o poi.

Nel paradosso del lampione l’autore racconta la storia di un ubriaco che cerca le sue chiavi accanto ad un lampione. Un poliziotto lo vede e lo aiuta a cercare. Ad un certo punto l’agente chiede all’umo se e è proprio sicuro di aver perso le chiavi in quel punto. Questi gli risponde di no, di averle perse più indietro, ma che lì vi è troppo buio.

A volte analizzando un problema, dobbiamo sapere se stiamo cercando le soluzioni nel posto giusto. Non sono poche le volte in cui ci facciamo offuscare da un “lampione”. Forse una volta è stato utile e ci è servito, ma non significa che sia sempre valido.

Tuttavia, il nostro cervello funziona così per natura. Nell’archivio che possiede cerca le risorse mentali che gli sono state già utili in passato. Per questo motivo, è importante cercare di andare oltre i semplici problemi, analizzarli nel giusto modo e trovare le soluzioni migliori che non sempre dobbiamo già conoscere o avere a disposizione, per quanta esperienza possiamo avere.

“Per ogni problema umano c’è sempre una soluzione facile, chiara, plausibile ed errata”
-Henry-Louis Mencken-

Adesso disponete già di nuovi strumenti per affrontare i problemi. Ad ogni modo, non serve a nulla un coltello se chi lo ha tra le mani non lo utilizza. È il vostro momento di metterle in pratica facendo uso della conoscenza, dell’ingegno e di uno stato d’animo positivo.


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