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 Eterno presente, Interdipendenza, Skanda - 3
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Inserito il - 28/02/2017 : 09:50:59  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Eterno presente, Interdipendenza, Skanda - 3

Introduzione al Buddhismo Theravada

Eterno presente,Interdipendenza, Skanda

di Guido Da Todi

°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Vi ricordo, a questo punto, il famoso simbolo di Yinn e Yang: i due pesciolini,
abbracciati.
Voi sapete del simbolo delle due gocce, che si incastrano una nell’altra, e formano
un tondo.
Una goccia è nera ed una goccia è bianca. Tuttavia, al centro esatto della goccia
nera voi potrete osservare anche un puntino bianco; mentre, al centro della goccia
bianca ci sarà un puntino nero…
E, di conseguenza, io vi manifesto, perentoriamente - e chi è abituato alla
meditazione può capire quanto gli dico io - che nella vostra mente esiste una traccia
di materia, come anche nella essenza solida esiste una traccia di mente.
Una traccia che fonde i due elementi opposti..
In poche parole, osservando il vostro corpo, vi renderete conto che esso produce la
mente, l’energia; e, viceversa, la mente crea la materia…
Non si potrà mai dire, allora, precipitosamente:
“…Qui c’è soltanto materia…e dove appare la materia, non esiste mente…”
Sono consapevole di parlare a persone con una certa intuizione…
E voi seguitela, allora, questa vostra intuizione, mentre cercherete di comprendere
che il concetto di mente e di materia, in effetti, è un unico bandolo; è il rapporto tra
una alfa ed un omega…che li unisce con una funzione ben percepibile, anche se
non la si può troppo spiegare.
Secondo Buddha, quindi, le sensazioni mentali sono incardinate alla materialità,
come le sensazioni materiali sono rese elastiche, morbide e vitali da una funzione
mentale, che distribuisce la sua traccia nella stessa materia.
Ecco, possiamo cominciare, adesso, a parlare degli “Skanda”.
Con estrema attenzione, Buddha ha ricomposto lo sviluppo del movimento
esistenziale di ognuno di noi, vedendolo ritmato da una catena di anelli, che egli
chiama Skanda.
In un aspetto molto immediato, noi siamo formati, secondo l’analisi buddista, dai
quattro elementi fondamentali: Terra, Acqua, Aria e Fuoco
Ci possiamo toccare le braccia e percepire la Terra, che è rappresentata dalla
struttura biologica, dalla solidità, dal peso che hanno i nostri corpi.
L’altro elemento, l’Acqua, si ritrova nella corrente sanguigna, nel muco, nella saliva
e così via….
Il corpo umano, quindi, è costituito dalla Terra, dall’Acqua, dall’Aria – che, a sua
volta, vivifica le cellule, tramite i polmoni - e dal Fuoco, che rende pulsante tutto
l’organismo, donandogli la temperatura vitale…..
I quattro elementi dell’antichità, sublimati nell’uomo e nella donna; Terra, Acqua,
Aria e Fuoco.
Quindi, osserviamo il primo anello che Buddha ci sollecita a conoscere, per poi
seguire e poter gestire lo strumento della sua meditazione: la Vipassana
Il tuo corpo fisico.
Esso è importante perché è coevo con l’energia.
E, ripetiamo: nessun punto del tuo organismo solido riuscirà a farti affermare “…qui
finisce il mio corpo fisico e qui, invece, comincia l’energia…”
E’ mente anche il tuo corpo fisico, come la mente è anche materia!
Il tuo corpo fisico, come base, come background di tutte le altre strutture interiori, è
formato dai quattro elementi cosmici: dall’elemento terra - la solidità, quel
qualcosa che ti dà il peso… tu ti siedi e senti che il corpo è zavorrato…ebbene,
questa è la struttura dell’elemento terra in te.
Poi, abbiamo l’acqua, la circolazione sanguigna… ciò che ti da il potere di aderire
alle cose, anche interno; è l’acqua, il secondo elemento.
E c’è l’aria, che ti da la movimentazione e l’ossigenazione…
Ed il fuoco.
Ecco, questa indicazione è precipua del Buddha.
Il corpo fisico, secondo quanto abbiamo appena detto, non è soltanto l’alfa o
l’omega del tempo e dello spazio,ma - cercate di capirlo - un esempio trascendente,
in cui due polarità vibrano all’unisono, in una chiave miracolosa, in una sincronia
incredibile, con l’universale.
Il nostro corpo fisico, composto dagli Skanda, di cui abbiamo visto gia il primo
aspetto, è non soltanto un violino che Buddha ci insegna a suonare, per arrivare alla
eco della verità cosmica; non e soltanto una parte...…ma il tutto…
…Capite cosa intendo dire?
Buddha non ci disperde nella descrizione di una quantità di piani sottili, di piani
superiori, e di cieli diversi….
Nelle sue descrizioni non ci sono dei piani superiori e dei piani inferiori; ma, come
vedremo tra poco, una forte alchimia diretta e misteriosa, che si svolge nel corpo
fisico.
Ogni realtà individuale, ogni essere umano lavora con il fuoco diretto della
cosmicità, internamente al suo corpo fisico…proprio perchè il suo corpo fisico è
esattamente la cosmicità.
Il secondo anello degli Skanda – dopo quello dei 4 elementi - sono i sensi.
I quali acquistano – in rapporto a quando ho detto sinora – un significato e delle
risonanza ben diverse da quanto potremmo aspettarci…
Difatti, allorchè noi ci caliamo anche nella più profonda delle introspezioni, pur
sempre immersi in sensazioni superiori, trascendenti, restiamo nei limiti dei
semplici cinque sensi
Se vi orbassimo dei vostri sei sensi, voi non riuscireste a formulare nessuna
immagine mentale, né a meditare, perché il contenuto sottile dei vostri pensieri è
pur sempre, fondamentalmente, composto da essi; lo abbiamo gia visto.
Di conseguenza, Buddha afferma che i sensi sono molto importanti.
Egli ci dice di fare attenzione a questi sei sensi…che saranno uno degli obiettivi di
Vipassana…
Ad esempio, la vista ci permette di vedere e di conoscere gli equilibri formali delle
cose, i colori…
Perché?...
Non c’è un colore nella vostra mente?...
Ebbene, i colori che osservate con la vostra mente, nelle vostre meditazioni,
nascono e sono prodotti, in origine, solo grazie al senso fisico della vista….
…Ed anche l’olfatto….
Sono sottili quei profumi esistenziali e celestiali che voi captate nelle vostre visioni
interiori….ma, sono pur sempre degli odori…
Ed il gusto…
Se immaginate, adesso, di mordere una mela…vi potrebbe succedere come ai cani
di Pavlov….ne sentireste il sapore, fin nelle vostre stesse idee, e nei vostri pensieri.
Eccola, qui, l’identificazione della mente con la materia…
La vedete?
Ed il tatto…?
Bene…Mentre meditate su di lui, non vi pare di toccare, quasi quasi, la veste del
vostro guru?...
Perciò… guai, se non ci fosse un’ identificazione tra mente e materia…!
Ed infine, c’è la mente…. il sesto senso…
Ripeto, quindi…
Noi abbiamo i quattro elementi fondamentali, che formano la struttura di base della
nostra corporeità fisica: la sostanza solida - la terra; i liquidi interni – l’acqua;
l’aspetto gassoso della nostra biologia – l’aria; la temperatura del nostro corpo – il
fuoco.
Ed i nostri sensi: la vista, l’olfatto, il gusto, l’udito e il tatto - che, in qualche
maniera, travalicano il mondo della materia, per dare una tinta e soffondere una
spiccata vitalità nei nostri pensieri.
E la mente.
Dopo il primo anello degli skanda - ossia i 4 elementi - i sensi ne sono il secondo.
Evidentemente quanto sto dicendovi è tracciato a grosse pennellate
Se, poi, seguiamo una persona come te, nel normale scorrere della vita, la vedremo
esprimersi in tanti piccoli grigi, ove nulla è del tutto bianco, né del tutto nero….
Ad esempio, quando hai paura, o quando fuggi via da una situazione, in te vibra, nel
tuo corpo – in modo scompaginato, celato e misterioso - l’elemento acqua; oppure,
quando ti esprimi passionalmente, è l’elemento fuoco che si agita in te…è vero? O,
quando sei stabile nelle tue opinioni – a volte, addirittura cocciuto – è la terra che
prevale, tra i quattro elementi originari…
Come al solito, ti espongo una stretta – ma chiara – sintesi delle cose…
Quindi, abbiamo esaminato il primo anello: i quattro elementi….e, poi, il secondo
anello: i sei sensi….
Finalmente, ora, giungiamo alle sensazioni, che, nel loro assieme, compongono la
pietra angolare della nostra esistenza intera…..
E, qui, vorrei fare un breve distinguo…. che fa anche Buddha.
La sensazione…
A ben pensarci, io avrei delle difficoltà, in questo momento, a spiegarvi cosa sia una
sensazione.
Si parte dall’ amore del poeta verso la sua dea, la sua Beatrice - che lo soffonde di
traslucide esperienze interiori; sino alla passionalità dell’assassino, e al senso di
sacrificio del santo…
Non esiste un essere che non esprima, nel tempo e nello spazio, delle sensazioni.
Sono sensazioni mentali, sensazioni materiali…
Perché la sensazione è l’esatto tandem, l’esatto mozzo, al centro della bilancia di
tutto ciò che abbiamo dentro, e dei rapporti che i nostri sensi fisici hanno con
l’esterno.
E anche se quanto vi dico è tagliato con l’accetta, e di una semplicità disarmante,
ciò basta per togliere il velo al motore primo della vostra esperienza reincarnativa.
Tutto si svolge attorno a questa struttura…
Come un uccellino se ne sta poggiato sulla barretta, nella sua gabbia, così voi
avete l’intero vostro baricentro su questi cinque anelli (di cui abbiamo esaminato i
primi due: i 4 gradi della materia e i sei sensi) che sono gli Skanda; e li manifestate.
Fateci attenzione……. noi abbiamo due tipi di sensazioni, di esperienze esistenziali.
La prima, è quando viviamo, usciamo, gestiamo la nostra quotidianità ed i nostri
cinque sensi hanno un contatto con la vita, affinché scaturisca la scintilla delle
sensazioni…
Per cui noi dobbiamo vedere, in diretta, una determinata cosa - che so, un piccolo
cagnolino, per chi ama gli animali – al fine di ottenere la nascita di una sensazione
di tenerezza; dobbiamo percepire il profumo di una rosa, per essere estasiati dalla
sua essenza; o, addirittura, passare vicino ad una discarica di immondizia, per
esclamare:” Oh mamma mia!... che cosa maleodorante è mai questa?!...”
Cioè, i sensi, si risvegliano quando entrano, senza intermediari, in contatto con
l’esterno, e allora, a questo punto, si manifesta il terzo anello degli Skanda, la
“percezione”…..
…I quattro elementi, i sensi - con le sensazioni che nascono dai loro contatti con il
mondo oggettivo; e, quindi, la percezione, come dice Buddha.
Noi dipendiamo dai sensi, perché abbiamo immediatamente una reazione di
desiderio, di attrazione per quella sensazione che proviamo, o di repulsione, per
essa.
Vedremo che questi due poli – desiderio e repulsione - hanno una grande
importanza nella vostra vita.
Vi ricordate quando abbiamo parlato della mente umidiccia, che ravvoltola tutte le
sue nuove sensazioni, con il proprio subconscio, come il ragnetto imprigiona nel
suo cuscinetto di saliva la povera vittima?
…Un cuscinetto pavloviano, che ha accumulato in sé tante antiche esperienze
sensoriali, che stanno, lì, sotto il pelo dell’acqua.
E sono le paure che abbiamo, le angosce che fervono, che pulsano…i desideri
repressi.
Esistono dei tomi, nelle biblioteche di psichiatria, per quanto riguarda la realtà ed il
potere del nostro subconscio; che condiziona un pò tutti quanti…ed ecco che
appare un secondo tipo di sensazioni….che nascono, allora, dal contatto della
nostra mente con il bacino interno di ogni nostro complesso e di ogni nostra antica
angoscia
Un cinque, sei percento di sensazioni nuove, quotidianamente, si attiva come
risultato del rapporto che i nostri sensi hanno con il mondo …
Ma, oltre l’ottanta per cento delle nostre restanti emozioni si basa sulle sensazioni
antiche, che emergono fuori dall’oceano profondo del nostro io.. dai nostri istinti
mentali…. in sintonia con le esperienze nuove…
Sensazioni antiche attivate dai nostri desideri passati …
……Il filtro umido della mente e dei suoi incontri costanti….
Ed ora la cosa diventa più interessante….
Gli Skanda, quindi, sono i quattro elementi; e sono anche i sensi, innestati in questi
quattro elementi…
Perché, ovviamente, il tuo corpo, i tuoi organi, sono formati dai quattro
elementi…ma, hanno la forma delle membra, del cervello…
E gli occhi ci forniscono la vista….le orecchie offrono l’udito…..il naso, l’olfatto….la
lingua, il gusto….. e….quel capiente sacco che racchiude tutto i nostro corpo - la
pelle - fornisce la sensazione del tatto….
…E, finalmente, giungiamo al sesto senso: la mente, con le sue formazioni sottili…
I cinque sensi, aiutati dal sesto, la mente - che sta al centro di essi – producono le
sensazioni, tramite il contatto con la realtà esterna; e, questo contatto, attiva pure i
ricordi sopiti del nostro antico passato.
A questo punto, si attiva la percezione!
Cioè, quando noi abbiamo attraversato, con il supporto di questi primi anelli - i
quattro elementi, i sensi, e le sensazioni - un’ esperienza, ecco che nasce in noi la
percezione…
D’abitudine noi proviamo una prima repulsione, oppure un’ iniziale attrazione per gli
oggetti della nostra attenzione…
E, questo, perchè siamo sedotti verso le cose, originariamente, tramite una piccola
sollecitazione interiore, che nasce, quasi sempre, in maniera a sottilissima.
E noi, allora, entriamo in agitazione… perché desideriamo… ed ecco apparire i
desideri…la brama…
Oppure noi entriamo nello scontento…perché non proviamo desiderio,
attrazione….ma, una repulsione verso delle nuove, sottili sensazioni…
O, anche, restiamo inerti; privi del minimo interesse per le cose.
Vedete che vivaci reazioni esistono nel corpo umano?...
E’ proprio qui che inizia il viaggio delle esperienze umane, verso la sofferenza, o
verso la gioia…
E’ proprio qui che si determina la spinta verso rinascite future, oppure verso la
libertà dal samsara…
Dopo la percezione, ecco nascere qualche cosa d’altro…
Nascono i pacchetti mentali... il pensiero…
Nasce il karma, perché, noi, in base a questa scala di valori, a questo scala di
risonanze, finalmente siamo attratti da alcune cose e le inseguiamo… oppure, siamo
respinti da altre e, quindi, fuggiamo da esse….
Di conseguenza, creiamo delle azioni….
Eccolo, il karma; ecco, l’azione; ecco, le strutture mentali…
Vi ricorderete il detto tradizionale…?...
“…A ogni tua pensiero, segue un’azione; ad ogni tua azione segue un’abitudine; ad
ogni tua abitudine segue un carattere; ad ogni tuo carattere, segue un destino…”
E qui, proprio qui si produce il seme che noi pensiamo essere un io…..
Voglio farvi un piccolo esempio, che mostrerà l’inconsistenza di questo io…
…Mettiamo che qualcuno abbia espresso, fino a diciotto, venti anni, ventitrè anni,
una vita abbastanza incolore, insapore e inodore… cioè, senza un lavoro, che gli
desse autonomia…
E, poi, all’improvviso, venisse assunto da un’azienda, che lo abbia incanalato in
nuove amicizie, in nuove abitudini, in una nuova vita.
Egli incomincia ad amare i suoi nuovi colleghi ed amici.. incomincia ad amare il suo
lavoro…incomincia ad amare le sue abitudini, e, di conseguenza, entro un certo
periodo di tempo, mano a mano, costruisce una fisionomia, un ego, che è nato in
riflesso alle esperienze estratte dal recente impiego
…E’ nato un io. E’ nato un sé.
Ora, mettiamo che questa persona cambi attività e vada a farne un’ altra….
…Si sgretolano le vecchie abitudini, i vecchi pensieri… e quei “pacchetti
energetici”, quel “continuum mentale”, che era il vecchio io della persona
esaminata, assume la forma camaleontica di un altro sé, di un’altra modo di
manifestarsi.
Buddha, ripeto, ci indica che è proprio qui che il seguace del Dharma deve
intervenire…
Come?
Vedremo….
Egli ci indica l’esistenza degli skanda..
Come abbiamo veduto, questi skanda, in ultima analisi, costituiscono l’essenza di
ogni uomo e di ogni donna….
Formano la base del loro corpo fisico, ritmata dai quattro elementi.
Poi, questi quattro elementi producono delle sensazioni, che abbiamo imparato a
localizzare, annidate in ogni zona del corpo fisico.
Queste sensazioni quotidiane possono essere sia mentali, che materiali.
Esse nascono dai sensi; e l’uomo e la donna attivano un riconoscimento istintivo, in
reazione a questo gioco dei sensi , dei rapporti tra la mente e il corpo…e così via..
Un riconoscimento che Buddha chiama percezione
La percezione provoca una precisa azione, che si muove, va incontro alle cose che
desideriamo… e a questo punto i desideri crescono, crescono, crescono – fino a
divenire quella brama, che lega al samsara…
Oppure, la percezione produce delle repulsioni…e si vive nel terrore, si fanno le
guerre, si combatte…
Tutto nasce dal piccolo canto delle minute sensazioni… che, così, si dilatano, fino
a divenire il complesso reticolo di tutte le situazioni umane.
Quindi, per ricapitolare….la sensazione crea la recettività, o la percezione; e da
questa percezione nascono i pacchetti mentali, i pensieri, i ragionamenti, le logiche,
le azioni tutte dell’individuo…
Ed è esattamente qui che nascono le abitudini…si rassoda una coscienza…un io.
I quattro elementi sono l’unica cosa tangibile, fisica, che voi potete toccare; ecco
perché il corpo è importante, visto che le sensazioni, le percezioni, l’attivazione di
una coscienza impermanente, sono tutti elementi molto fluidi….
Esiste, di conseguenza, la base articolata dei quattro elementi, con tutto ciò che
nasce da essi….
A questo punto, la struttura degli Skanda è stata, in grosso modo, spiegata….e
spero che vi abbia incuriosito il fatto, di come, in quattro spanne, in una misura così
limitata (ciò che compone gli skanda), possano germogliare interamente la vostra
felicità e la vostra infelicità.
Vi ricordate, quando, all’inizio di questo dialogo, parlavamo della pietra angolare,
“dell’isola, oltre la quale non si può andare”, dell’eterno presente, in cui Buddha
immette l’uomo, perché egli possa controllare quei flussi, in cui era coinvolto,
quando gli mancava, invece, il senso del qui e dell’ora; e da dove possa riuscire a
sgranare e a dissolvere le sue “umidità mentali” ?...
Ecco…. è una sfida che faccio a te, che mi ascolti….
Prova, saggia in te i punti deboli che Buddha sollecita, affinché escano alla
superficie e possono essere vinti….
Vedrai che li riconoscerai, tutti, uno ad uno….
Allora, dicemmo che, solitamente, la massa degli uomini corre verso il passato,
corre verso il futuro; però, stenta a stabilizzarsi in quella che viene chiamata la retta
consapevolezza della dimensione, di cui fanno parte i suoi atti quotidiani.
Codesta gente vive un po’ addormentata (ecco, perché, poi, viene chiamata
“risvegliata”); vive sotto la spinta degli istinti…..che, come un nido di vipere, sono
sempre provocati dalle sensazioni, che abbiamo visto essere le figlie dei sensi,
negli skanda….
E le sensazioni, alla fine, diventano un peso, un macigno nel nostro subconscio
profondo.
….Che peso sostieni, tu, da parte di queste vibrazioni, che nascono dai tuoi
sensi?.... che peso sopporti?...
Per tornare a noi, e per dimostrare come tutti i gli elementi del discorso di Buddha
si saldino e si riuniscano, noi studieremo ancora un’altra tua debolezza….ossia, in
che modo si sgranino, come i chicchi da una melagrana, queste tue sensazioni…. E
da quali tuoi subconsci!.....
Anche qui scopriamo due direzioni - non del passato e del futuro….ma, verso dei
desideri e verso delle repulsioni.
Tu, facci caso…
In linea di massima, annodi tutte le tue esperienze quotidiane, le sintesi dei tuoi
incontri, in un ritmo di desideri, oppure in uno di repulsioni.
Desideri e repulsioni: due sono sempre le spinte che ti agitano, che ti muovono, che
ti urgono.
Pensaci….
Dentro di te, con minore o maggiore intensità, con maggior o minore quantità tu ti
esprimi sempre, o seguendo dei desideri, oppure spinto da repulsioni.
E’ un’ oscillazione costante che hai verso la vita, e verso te stesso…un’oscillazione,
che diventa un’ abitudine, a volte, dilaniante….
Il desiderio può trasformarsi in quella scimmietta, dai denti aguzzi e che ti morde il
fianco…
Quando esso non è una pulsione naturale, un istinto normale si fa pericoloso
E, però, se io sento dire da un amico, oppure da un’amica, che seguono il sentiero
mistico – “Strapperò dalle viscere il desiderio, perché avversario della mia vita…”
sottolineo loro che esistono due tipi di desideri: un desiderio sano, un desiderio
d’amore, un desiderio di uscire dalla sofferenza… ma, anche, il desiderio di
desiderare…che si trasforma in quella scimmietta con i denti aguzzi, quando ti
spinge sordamente….quando è passionalità cieca….
Come anche la tua paura, o l’oscillazione delle tue contrarietà, quando sei schiavo
del no, e fuggi da certe situazioni, sempre e comunque.
Ecco, ancora, il perchè Buddha ci indichi tutto il mondo del desiderio “assetato”,
tutte le repulsioni, che ci agitano, e che ci introducono nel corridoio della
sofferenza.
Una sofferenza, che può essere cieca, sorda, costante, strisciante…
E considerato che tutto ciò nasce dalle nostre sensazioni, risulta, a questo punto,
categorico che noi si conosca il corpo – che ne è la radice e la causa prima della
nascita…
Un corpo che sappiamo non essere soltanto materia, ma anche la misteriosa
vibrazione cosmica dell’energia unica.
Ci troviamo di fronte alla grande rivelazione di Buddha!...
E’ da questo nido che nasce tutto il nostro futuro; e da lì che provengono le spinte
che ingigantiscono sempre più, e ci agitano, e ci portano e ci trattengono nel
mondo di Samsara.
Tengo molto a che voi capiate la congruità di ogni frammento del messaggio di
Buddha, che – vedete? - man mano diventa unitario.
Egli ci indica la nascita, la fonte del samsara, nell’uomo….
E voi sapete che tutti i più grandi fiumi hanno, in effetti, una piccola sorgente…
Se vi recate alle loro sorgenti, noterete che., spesso, sono soltanto una pozza, che
gorgoglia continuamente; ma, non molto grande…
Così, studiando il segreto, il punto misterioso e occulto che ci sottolinea il Buddha
(le sensazioni corporali – nel quintuplice arazzo degli skanda), noi scopriamo una
vena…..
La vena del tuo eterno agitarti e di tutta la tua sofferenza…..
Impareremo, allora, ad essere consapevoli di ogni nostro atto, nel suo primo
baluginare quotidiano…
E dovremo anche imparare - come quella persona che mette l’orecchio sulla
conchiglia e ne rapisce la vibrazione del mare - a percepire ogni nostra sensazione
interna….
Man mano, allora, arricchiremo questo nostro qui e ora, con la consapevolezza
quotidiana, mentre ascoltiamo e seguiamo ogni nostra sensazione…
Vedremo i nostri sensi riscontrarsi con le esperienze esterne e donarci dei
messaggi, che impareremo a conoscere…
E familiarizzeremo, in un primo momento, sia con i desideri che con le repulsioni –
senza seguire con bramosia i primi, o fuggire, impauriti, dalle seconde.
Uscendo da qui, dopo avere ascoltato questi dialoghi, ti esorto a seguire ogni tua
pulsione interiore……
Constaterai, allora, quanto tu sia, alla volta, repulsione e attrazione…attrazione e
repulsione….
…Fai in modo che queste sensazioni non vengano dimenticate… non si vadano ad
annidare all’interno del tuo subconscio…fa in modo che ciò non accada....
Buddha ci insegna a diventare testimoni equanimi, momento per momento, delle
nostre esperienze giornaliere, apprendendo da esse la loro natura impermanente…
In tal modo, ogni nostra sensazione smetterà di attivarsi nelle sue due abituali
direzioni, di attrazione e di repulsione.
Dobbiamo incominciare a essere gli osservatori di noi stessi, penetrando l’essenza
di questo sentiero, breve ed inciso nella roccia, che sono gli Skanda…
Dobbiamo finalmente comprendere come sono fatti, e guardare i nostri atti, anche i
più minuti, mentre li viviamo.
Ciò vuol dire essere consapevoli di sé, della natura che ci circonda, e percepire ogni
più flebile nostro desiderio.
Quando noi spiegammo le quattro verità, e mentre parlavamo della sofferenza,
dicemmo che sono tre i suoi aspetti…..
Esiste, difatti, la nostra sofferenza; ma, noi siamo anche la sofferenza universale,
vibriamo come sofferenza universale, siamo la sofferenza degli altri.
Ebbene, quando fu illuminato e si trovò a contatto con il fenomeno della sofferenza.
Buddha la realizzò e disse:
“…Io la vidi!..”
E, con lui, noi capiamo che la sofferenza dovremo conoscerla e vederla nella
quotidianità del nostro qui ed ora….e dovremo entrare in essa, fino consumarla in
noi e vederla esaurita…
“La vedo…entro in essa…è esaurita…”
Ecco le indicazioni che egli ci dà, e….se seguirete questi consigli… questa strada di
introspezione profonda, diverrete, ben presto, come dei lupi, che rizzano le
orecchie nella brughiera, quando sentono un rumore….
E così farete ogni volta che una sensazione nascerà in voi…e voi la riconoscerete…
La sofferenza dobbiamo ospitarla in noi….e se proviamo repulsione verso una
situazione, viviamola, accettiamola, non allontaniamola, non intensifichiamo queste
oscillazioni costanti del nostro io, verso una situazione, verso una persona o
altro….
E’ come quando, io - mi ricordo - da ragazzino, scioglievo lo stagno e mi piaceva
vedere le forme che faceva questo stagno, quando ne gettavo le goccioline bollenti
nell’acqua, e lui…. shhhhshhhhshhh!... assumeva delle forme fantastiche….ma,
perdeva la forza, diventando freddo….
…Così noi, in ogni nostro atto repulsivo - e ve lo dico per esperienza - non
dobbiamo più attivarci contro le situazioni che ci creano le repulsione, ma
dobbiamo accettarle nel nostro io, quasi che il nostro io fosse l’acqua, ed allora
questa repulsione, questa opposizione che abbiamo, verso una persona, o una
situazione qualunque, si decomporrà, proprio come si decomponeva la goccia di
stagno che, da bambino, gettavo nell’acqua.
Per ogni vibrazione di odio, sin dalla minima espressione, Buddha dice:
”..Assorbila in te… non reagire… siine testimone … non l’ andare a cercare e non la
cacciare… ma, assorbila in te…La prima volta che proverai una sensazione di
repulsione, guardala negli occhi… accettala… fa che essa si sciolga nel tuo grande
io amoroso…”
“…E così anche per il desiderio…. guardalo, non lo seguire….posalo, in un canto…
non esserne coinvolto…Adopera le cose che ti danno desiderio, fino a quando ti
servono….ma, dopo, abbandonale, senza alcuna nostalgia…..Sii testimone delle
tue sensazioni….”
Questo è il metodo che vi insegna Buddha, per imparare a svincolarvi dalle
sensazioni…senza che esse vi coinvolgano…
Dopo di che, voi sarete lì, proprio davanti alla tana della serpicina…e non appena
essa uscirà, vedrete che vi passerà sulla mano, senza mordervi…
Non farete del male a questa serpe dalla doppia testa – la repulsione e il desiderio –
e sarete solamente gli spettatori della sua presenza…
Vi prego di credermi….
Quando voi restate semplici osservatori delle cose, esse passano …..sono
impotenti….non vi coinvolgono….
Ma, se le situazioni svegliano i nostri istinti, le nostre paure, le brame…. nasce
un’oscillazione….
“… non la vogliamo, non la vogliano, quella data cosa….ne abbiamo paura, ne
abbiamo paura….non la vogliamo, non la vogliamo!...”
..E noi soffriamo, e alimentiamo questa angoscia…..
….oppure, proviamo un desiderio, e, poiché non lo possiamo realizzare e
smaniamo, determiniamo una lacerazione nel nostro animo….e
soffriamo….soffriamo…
…o, se realizziamo il desiderio…. ne vogliamo ancora di più…
Ricordatevi, allora, della seconda, Nobile, Grande Verità….
“La sofferenza nasce perché c’è il desiderio. Perchè noi siamo attanagliati, siamo
dominati dal desiderio….”
…E, a questo punto, noi dobbiamo guardare il desiderio… ogni nostro desiderio…
ed accettarlo come se fosse un nostro amico, senza andargli contro...Ed anche
l’angoscia… senza temerla…..guardarli tutti e due, dialogare amorevolmente con
essi… divenire degli spettatori illuminati di queste nostre sensazioni interiori…….
Testimoni abituali e “non interventisti”su quanto nasce in voi..
Vedrete che, con il tempo, le acque si tranquillizzeranno, e quelle tensioni interiori,
quegli aguzzi smembramenti che avevate, perché intimoriti da una determinata
situazione, o pieni di desiderio per un’altra realtà, si tranquillizzeranno…..
Nel nostro quarto dialogo ho voluto dimostrarvi come il Buddha, indicandovi gli
Skanda, o gli anelli che compongono la vostra essenza quotidiana, abbia posto il
dito su quanto di più delicato e sensibile esista in voi; ma, anche, di pericoloso.
Tenetelo a mente.
Nel dialogo abbiamo studiato ed approfondito gli aspetti della retta consapevolezza,
che fan parte dei tre gradini dell’androne della concentrazione nell’Ottuplice
Sentiero (retto sforzo, retta consapevolezza, retta concentrazione)
Abbiamo approfondito la retta consapevolezza nell’eterno presente del qui ed ora,
che deve avere il seguace del Dharma, come indica Buddha; abbiamo, poi, studiato
l’interdipendenza, di ogni essere e di ogni cosa; il rasoio di Okkam, che elide ogni
punta nell’universo, rappresentata dal maggior e dal minore, e che unisce il tutto in
una fusione incomprensibile, ma chiara e precisa.
Abbiamo, ancora, esaminato la realtà che ti compone - che compone ogni
individuo; cioè, gli Skanda
….Tu sei formato da quattro elementi, dai sensi, dalle percezioni, dalle funzioni
mentali e dall’azione; dal karma e dalla nascita di una coscienza, di un continuum
mentale: gli Skanda.
Nel prossimo dialogo, analizzeremo la meditazione Samatha, quella che la maggior
parte delle persone, oggi, esegue…
Vi sarà spiegata la meditazione sul respiro naturale, che tranquillizza, che dona
forza e concentrazione, come ci ha insegnato Buddha; vi sarà rivelata una
meditazione misteriosa, ma vigorosissima, sul corpo fisico - la meditazione
Vipassana.
E termineremo, con una conclusione riassuntiva di questo magnifico viaggio, che
noi abbiamo fatto nella Saggezza e nell’Illuminazione di Buddha Sakyamuni.
Mi rifugio nel Buddha, mi rifugio nel Dharma, mi rifugio nel Sangha.

Guido Da Todi


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