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 Le due facce della timidezza
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Inserito il - 17/01/2017 : 10:40:17  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Le due facce della timidezza

Essere timido non vuol dire avere un difetto né ostentare una virtù. Semplicemente si tratta di una caratteristica della personalità che dipende dal temperamento e dal tipo di esperienze vissute. Nonostante ciò, molti vedono la timidezza come un problema da estirpare alla radice senza altre alternative.

È vero che chi è timido ha molti limiti nei diversi contesti sociali. Non gli è facile rompere il ghiaccio ed iniziare una conversazione e non si trova a suo agio parlando di se stesso; questo si può ripercuotere negativamente sulle sue relazioni con gli altri, non c’è dubbio.

La timidezza nasce dalla mancanza di sicurezza in se stessi, dalla sensazione di non meritare l’attenzione o la considerazione degli altri oppure di non avere il diritto di essere riconosciuto. In questo modo, il timido si vergogna di se stesso e dà troppo valore all’opinione altrui.

“La timidezza è una condizione strana dell’anima, una categoria, una dimensione che si apre la solitudine.”
–Pablo Neruda–

Tuttavia, questo non significa in alcun modo che chi è timido è condannato a fallire. Non destreggiarsi con disinvoltura nelle relazioni sociali non ha niente a che vedere con il successo in ambito intellettuale, lavorativo o affettivo. Di fatto, ci sono occasioni nelle quali essere timido rappresenta un vantaggio, lasciatevelo dire da diversi personaggi storici che hanno ottenuto grandi successi nonostante la loro timidezza.

Timidezza: caratteristica di grandi personaggi

Si dice che Agatha Christie, la famosa scrittrice del mistero, fu protagonista di un insolito episodio per via della sua timidezza. Nel 1958 venne organizzata una festa in suo onore nel sofisticato Hotel Savoy di Londra. Quando vi giunse, il portinaio non la riconobbe e, dunque, non la lasciò entrare.

La Christie non ebbe la forza di contrariare quel portinaio sbadato e, dunque, senza proferir parola, si voltò e si sedette nella sala d’attesa, da dove ascoltò la celebrazione in suo onore. A quel tempo aveva 67 anni e più di 60 romanzi che avevano fatto il giro del mondo.

Charles Darwin, invece, tremava come una foglia quando doveva parlare in pubblico. Non si sentiva capace di affrontare un uditorio. L’attore inglese Dirk Bogarde arrivò persino a vomitare davanti la platea per paura di essere aggredito fisicamente. Era spettacolare dietro la cinepresa, ma molto timido in pubblico.

Timidezza, introversione e tragedie

Ci sono timidi e timidi. Alcuni portano questa caratteristica ad un insospettabile estremo. Per esempio, il Dottor Henry Heimlich, famoso per la manovra d’emergenza per salvare la vita in caso di soffocamento, ha affermato che molte persone muoiono a causa della loro timidezza. Quando si sentono soffocare, preferiscono allontanarsi dal gruppo piuttosto che attirare l’attenzione tossendo.

A volte si pensa che essere timido equivalga ad essere introverso, ma non è così. La persona introversa semplicemente gode della solitudine e non è a proprio agio nelle situazioni sociali. Tuttavia, al tempo stesso, non dà peso alle opinioni altrui e non ha paura di esprimere le proprie.

Il timido, invece, si riempie di nervosismo e molte volte vorrebbe esporsi di più, ma non ci riesce. Il suo sentimento di vergogna personale è così forte da fargli vivere come un’impertinenza qualsiasi cosa faccia o dica in presenza di altre persone.

I vantaggi di essere timido

Così come la timidezza origina tragedie, in molte occasioni costituisce anche un meccanismo di preservazione. In natura gli esemplari più coraggiosi e temerari ottengono le prede e i compagni migliori. Tuttavia, sono anche quelli che muoiono prima e che in vita soffrono le ferite più atroci.

Il timido si vede obbligato a sviluppare grande destrezza per compensare la sue mancate abilità sociali. Per esempio, di solito sono persone che ripensano più volte a quanto detto e sentito. Questo le porta ad avere una memoria migliore e maggiore capacità linguistica, anche se in genere la esprimono meglio per iscritto che oralmente.

Il timido, inoltre, è solito fare tutto in modo molto metodico e con maggiore concentrazione rispetto agli altri. Si sente così insicuro del risultato delle sue azioni e dei suoi lavori da pianificarli ed eseguirli con estrema cura. Per questo motivo, normalmente sono ottimi esecutori delle attività che non richiedono un esatto limite di tempo.

In ogni caso, se essere timido limita severamente la propria esistenza, non può essere certo visto come un vantaggio. In questi casi, infatti, si verifica un’inutile sofferenza che sfocia in fobia sociale. Ci sono molti trattamenti efficaci per superare la timidezza che vale la pena seguire quando questa è sinonimo di infelicità.

Di: Edith Gaggiani



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