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Inserito il - 29/12/2003 : 11:14:15
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Navigatori italiani, stop alla privacy in Internet.
http://www.pcself.com/primopiano/0077.html
29 dicembre 2003
Con un decreto legge varato dal Governo prima di Natale , si obbligano i provider internet e gli operatori di telefonia a conservare fino a cinque anni tutti i dati relativi al traffico internet e quello telefonico.
I dati che dovranno essere conservati fanno riferimento ai contatti, agli utenti che inoltrano un messaggio e-mail, a chi, da chi e quando viene fatta una telefonata. Non verranno registrati i contenuti delle e-mail e delle telefonate come si era creduto inizialmente.
Il ministro Stanca, nel corso della conferenza stampa di presentazione , ha precisato che "è importante registrare che mi sono collegato, che mi sono collegato a quella persona, per questo periodo di tempo, in quella data, a quell'ora ... eccetera".
Il testo varato dal Governo, come era prevedibile, ha sollevato immediatamente vivaci reazioni. Il Garante per la Privacy Stefano Rodotà ha dichiarato: "La nuova disciplina sui dati relativi alle comunicazioni elettroniche e alle utilizzazioni di Internet può anche entrare in conflitto con le norme costituzionali sulla libertà e segretezza delle comunicazioni e sulla libertà delle manifestazioni del pensiero. Il Garante confida in un attento esame del decreto da parte del Parlamento".
L'altra nota di protesta proviene dalla Associazione Italiana Internet Provider e dall'Assoprovider che "esprimono estrema preoccupazione" per il provvedimento.
Quest'ultima, in un comunicato, pone in evidenza delle problematiche pratiche affermando che "sotto il profilo della realtà fisica, assumendo che nella media, i 24 milioni di utenti internet italiani ricevano (solo) 1 Mbyte di posta al giorno, la conservazione di questo traffico per 5 anni genererebbe un archivio di circa 80 milioni di CD-Rom."
La nota prosegue mettendo in luce che "Sotto il profilo costituzionale, l'articolo 15 recita: La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge." Esclude quindi qualsiasi forma di intercettazione generalizzata e preventiva della E-mail, sia pure solo di quelle effettivamente scaricate dal destinatario, e di qualsiasi altra forma di traffico internet.
Allo stato delle cose, i Provider di accesso alle rete Internet, nel rispetto delle norme di sicurezza imposte dalla vigente regolamentazione, mantengono un registro delle assegnazioni temporanee o permanenti dei numeri di IP assegnati a propri clienti. Con il codice di autoregolamentazione "internet e minori", allo scopo di agevolare l'identificazione indiretta degli autori della immissione in rete su server condivisi tra più utenti e nel rispetto del principio dell'anonimato protetto (si all'anonimato per le attività lecite, no all'impunità per quelle illecite), hanno assunto anche l'obbligazione di mantenere un registro dei numeri di IP utilizzati per la pubblicazione anonima di contenuti in rete. I dati (header) necessari per l'instradamento della E-mail sono conservati solo per il tempo necessario (pochi giorni) a rispondere all'interessato della eventuale mancata esecuzione del servizio.
Come dimostra la cospicua attività di contrasto e repressione del crimine informatico attuata della Polizia delle Comunicazioni e dalle altre forze dell'ordine, questi dati, lecitamente raccolti per l'esecuzione del servizio, si sono sinora dimostrati adeguati alla esecuzione di indagini anche complesse.
Ogni ulteriore estensione della fattispecie di dati raccolti deve essere soppesata con estrema cautela, sia sotto il profilo della quantità di dati da memorizzare, sia e soprattutto perché comporterebbe la creazione di archivi dai quali si potrebbe risalire agli interessi culturali, sociali, politici, religiosi, sessuali etc., nonché alla cerchia di relazioni di ciascun utente creando, nei fatti un dossier a carico di ciascun cittadino da cui rimarrebbero esclusi, in una sorta di paradossale digital divide alla rovescia, solo coloro che ancora non usano la rete.
La violazione fatta sistema della privacy dei cittadini irreprensibili, rappresenta un onere sociale ed economico che deve essere soppesato prima di una eventuale fuga in avanti: occorre verificare attentamente se in luogo di un "giro di vite" generalizzato, non sia piuttosto il caso di verificare quali smagliature nelle misure di sicurezza già in atto hanno in qualche caso agevolato l'uso delittuoso della rete.
In conclusione AIIP ed AssoProvider, evidenziano la dubbia costituzionalità del provvedimento oggi in discussione al Consiglio dei Ministri e manifestano estrema preoccupazione per gli effetti sociali ed economici dei provvedimenti ventilati. "
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