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 A niente ci si dovrebbe attaccare
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Inserito il - 10/10/2014 : 11:41:59  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
A niente ci si dovrebbe attaccare

di Ajahn Amaro

© Amaravati 2013


(Estratti di "For the Love of the World". La traduzione è stata curata
da Luca Rossi per il gruppo di praticanti di Pontedera (PI) e
gentilmente condivisa con tutti noi)


In un meraviglioso passaggio nel Sutta 37 del Majjhima Nikaya qualcuno
chiede al Buddha di riassumere i suoi in­segnamenti nel modo più breve
possibile. Il Buddha risponde: «Questa è una sintesi dell’in­tero
insegnamento: Non ci si dovrebbe attaccare a nulla, qualunque cosa
sia. Avendo udito ciò, si conosce diretta­mente ogni cosa; avendo
cono­sciuto direttamente ogni cosa, si comprende completamente ogni
cosa; avendo pienamente compreso ogni cosa, qualun­que sensazione
viene sentita, piacevole, dolorosa o neutra che sia, si con­templa la
natura mutevole di queste sensa­zioni ed il loro dissolversi, e si
contempla il lasciar andare».

Ajahn Buddhadasa, uno dei più importanti maestri dell’ultimo secolo in
Thailandia, era solito citare questo passaggio piuttosto spesso. Egli
direbbe che si può sintetizzare l’intero insegnamento del Buddha in
quattro parole. In Pali: "Sabbe dhamma nalam abhinivesaya". In
Italiano: "Non ti attaccare a niente"

Quando c’è la comprensione che «non ci si dovrebbe attaccare a nulla,
qualunque cosa sia», il cuore osserva l’esperienza di ciò che sentiamo
– i nostri amori e le nostre avver­sioni, i nostri stati d’animo e le
nostre opi­nioni – e ne riconosce la qualità mutevole. L’esperienza è
in un continuo stato di sorgere e cessare. Vedendo questo con
chiarezza, pos­siamo allora coltivare una qualità di calma e
tranquillità. Il cuore lascia che i fuochi della bramosia, dell’odio e
dell’illusione si spen­gano, portando alle qualità dell’apertura,
della quiete, della spaziosità, del districarsi, dell’abbandono e
della non-confusione in relazione alle nostre esperienze.

In questo stesso Sutta il Buddha più avanti dice che chi ha sviluppato
un cuore com­pletamente libero dall’attacca­mento, in virtù di ciò
rimuove le cause stesse dell’ansia, del­l’agitazione, della tensione e
dell’alienazione. Il cuore libero dall’attaccamento non è agitato, ed
una per­sona il cui cuore non è agitato conosce diret­tamente la
perfetta pace del Nibbana, qui e ora. Egli conclude dicendo: «Una
persona così ha raggiunto il fine ultimo, la libertà defini­tiva, la
meta finale, ed è insuperata in tutti i reami umani e divini».

È straordinariamente semplice: "Non ti ag­grappare a niente."

Quando lasciamo andare, quando rila­sciamo, le qualità della pace e
della chiarezza possono essere trovate. Questo lasciare an­dare non è
passivo, non è una questione di apatia, o di disimpegno. È imparare a
come impegnarsi in un modo che è in accordo con le cose così come
sono. In altri termini: impa­rare come rispondere, invece di reagire.

Quando ci confrontiamo con le nostre espe­rienze da uno stato di
intrappolamento, quando siamo aggrovigliati, confusi, agitati – dalla
condizione dell’attaccamento – è allora che reagiamo. Se vediamo
qualcosa che ci piace, ci precipitiamo ad inseguirla. Se ve­diamo
qualcosa che non ci piace, scappiamo via, oppure attacchiamo, ci
opponiamo, o cre­iamo delle opinioni al riguardo. Questo è ciò che
intendo per reagire.

Quando siamo consapevoli dei nostri stati d’animo – «Oh, questo è
veramente irritante! Mi fa proprio arrabbiare. Oh, questa è una cosa
veramente appassionante! Guarda com’è» – allora proprio in virtù di
questo ri­conoscimento si crea uno spazio. C’è un’aper­tura. C’è un
senso di circospezione. Allora, da questa spaziosità, siamo in grado
di accedere alla nostra saggezza intuitiva per considerare: «Qual è il
miglior modo di rispondere? Se c’è qualcosa da dire, allora lasciamo
che sia detto. Se non c’è niente da dire, allora lasciamo stare».
Questo è ciò che intendo per rispon­dere.

Questo metodo, quello di portare una con­sapevolezza non-reattiva nei
nostri stati d’animo, è precisamente ciò che ci permette di
rispondere, anziché reagire. E la differenza fra il reagire e il
rispondere fa tutta la diffe­renza nel mondo.


Ringraziamenti a Luca Rossi per la traduzione dall’inglese
http://forestsanghapublications.org/viewBook.php?id=90

Saddha autorizza a ripubblicare il proprio materiale e a distribuirlo
attraverso qualunque mezzo, purché:

1) questo venga offerto gratuitamente;

2) sia indicata chiaramente la fonte (sia della tradu­zione, che
dell’originale);

3) sia incluso per intero questo testo di autorizza­zione.

Altrimenti tutti i diritti sono riservati.


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