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 Il suono del silenzio
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Inserito il - 03/10/2014 : 11:19:18  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Il suono del silenzio

di Yoghes Sharda


Attraverso la meditazione possiamo andare oltre i rumori della mente.

La gente comune ha idee differenti relativamente al significato della
parola “silenzio”.
Per qualcuno significa sofferenza, per il bambino monello sgridato dal
genitore forse significa punizione, per altri ancora potrebbe
significare ricordo o commemorazione per il “minuto di silenzio” usato
nelle occasioni solenni.

Ma sappiamo come usare il silenzio nella nostra vita? Durante la
nostra giornata riusciamo a concederci dei momenti di silenzio come
pause ristoratrici?

Esiste il “silenzio della bocca” e il “silenzio della mente”. Una
persona può essere in silenzio con “la bocca” ma avere la mente che va
ad altissima velocità! Rispetto a qualche decennio fa, l’attuale stile
di vita è molto diverso, siamo ormai esposti a tantissime informazioni
come mai prima. Quante più informazioni riceviamo tanto più la nostra
mente dovrà lavorare per elaborarle. Una ricerca americana ha concluso
che mediamente una persona riceve più di centomila informazioni al
giorno. Al primo posto c’è la televisione, segue internet e poi il
telefono cellulare. La produzione delle informazioni aumenta in misura
esponenziale del 2,7% ogni mese. Non sempre si tratta di informazioni
utili ma, nonostante questo, la mente dovrà comunque elaborarle tutte
e si affaticherà sempre più! Quante parole si possono dire in un
giorno? Quante di queste sono realmente utili? Quante hanno un
significato? Quante sono realmente necessarie? A volte, parlare oltre
il necessario diventa una cattiva abitudine.

I seminari sul silenzio diventano sempre più diffusi. Si sta anche per
diversi giorni insieme, parlando molto poco, facendo il migliore uso
del silenzio e tutti hanno la libertà di non dire nulla.
Anche durante il pranzo non dobbiamo necessariamente dire qualcosa di
interessante o di divertente. Durante questi ritiri si può
passeggiare, meditare, leggere, scrivere, fare quello che si desidera
anche insieme agli altri mantenendo però molto silenzio. La
tranquillità migliora la capacità della mente di concentrarsi.

Grazie al “silenzio della bocca” arriva anche il “riposo della mente”.
Passando del tempo in silenzio si fanno delle meravigliose scoperte
come quando in uno stagno l’acqua è immobile e si può così vedere il
fondo. Al contrario, se l’acqua ondeggia diventa torbida e il fondale
non è più visibile.

Nello stesso modo per capire cosa c’è nella propria anima la mente
deve essere calma. Una mente rumorosa non consente di guardare in
profondità ed è, quindi, necessario imparare a fare silenzio.

Ma perché la mente crea così tanti “rumori”, così tanti pensieri? È
possibile andare oltre? Pensieri sprecati e emozioni negative sono
interconnessi e quando emergono emozioni negative dovremmo imparare a
trasformare i pensieri da negativi in positivi.

Qual è la fonte di tutti i pensieri e di tutte le emozioni negative?

Sono i desideri!

Questi si accrescono sempre più e la mente non sta tranquilla perché
consciamente o inconsciamente vuole soddisfarli tutti e li rincorre
senza sosta ma è come inseguire la propria ombra: è sempre lì davanti
a noi e presto diventiamo esausti.

Quale tipo di desideri rincorriamo? Alcuni sono nascosti, poco visibili!

Essi derivano soprattutto dalle relazioni con le altre persone e
cominciano tutti con la “A”:

desiderio di ATTENZIONE, di APPREZZAMENTO, di APPROVAZIONE, di
AMMIRAZIONE e di APPLAUSI.

1) Desiderio di ATTENZIONE: il “cercatore di attenzione” parla tutto
il tempo o veste in modo particolare. Tende a controllare tutto e
tutti ma è onesto, cosciente di ciò e, quindi, pronto al cambiamento.

2) Desiderio di APPREZZAMENTO (o riconoscimento): è connesso con il
desiderio di essere amati. La persona vuole sentirsi dire: “bene, ben
fatto”! In caso contrario non si sente amato e pensa che l’altra parte
non capisca o non apprezzi i sacrifici fatti. Ha, quindi, delle
aspettative ma è solo nel momento in cui queste vengono deluse che si
rende conto della loro creazione. È un desiderio molto comune e rende
la persona dipendente. Nel caso non venga apprezzato si sente
arrabbiato e deluso.

3) Desiderio di APPROVAZIONE: può portare alla schiavitù
dall’approvazione altrui tanto da segnare la propria vita così come
avviene nella relazione bambino-genitore. Non importa l’età, il
“cercatore di approvazione”, anche a costo di grandi sacrifici, si
spinge fino a dove riceve l’approvazione dell’altro. Questo stanca la
mente perché è sottoposta ad una pressione continua. Dovrebbe
elaborare cosa realmente vuol dire successo. Quello che non dipende da
ciò che dicono gli altri.

4) Desiderio di AMMIRAZIONE: è simile ai precedenti ed è collegato
all’immagine che ci si crea della propria reputazione. Il “cercatore
di ammirazione” desidera che gli altri abbiano di lui una buona
immagine ed è costantemente impegnato a mantenerla. Questa immagine
può prendere diverse forme come quella, ad esempio, della persona
saggia che lo porta a dover dare risposte a tutte le domande poste
altrimenti l’immagine creata comincia a soffrire e vacillare. Il
cercatore è sempre occupato a sostenere questa immagine che si è
creato perché ha bisogno dell’altrui ammirazione.

5) Desiderio di APPLAUSI: si desidera che qualcuno applauda anche solo
a livello mentale. E’ simile all’apprezzamento.

Le nostre emozioni e i nostri pensieri vengono “dirottati”
dall’esterno e noi ne perdiamo così il controllo. Distratti
dall’attuale società persa nel consumismo non guardiamo più i nostri
veri desideri da sempre presenti nella nostra parte più pura e siamo
invece attratti da quelli imposti dall’esterno. Se vogliamo la pace
nella nostra mente dobbiamo rimuovere questi falsi desideri.

Il primo passo è riconoscerli mentre “lavorano” dentro di noi ma,
condizione necessaria, è fare silenzio, soprattutto nella nostra
mente.

Perché questi falsi desideri ci incatenano? Sicuramente si servono
delle nostre insicurezze e delle nostre paure che noi ci illudiamo di
colmare o calmare tramite essi, ma il sollievo è solo temporaneo. Per
un equilibrio duraturo e definitivo abbiamo bisogno di risposte
spirituali. Ciò che veramente cerchiamo è pace, amore e felicità.
Dobbiamo soddisfare questi bisogni da un’angolatura spirituale, solo
così ci sentiremo pienamente soddisfatti e internamente sicuri.

Diventeremo così spiritualmente più forti. Pace, amore e felicità sono
qualità già presenti dentro di noi ma sono da tempo “assopite”. E’
possibile risvegliarle e farle riemergere con la meditazione e il
silenzio. I risultati si vedranno nella vita quotidiana: meno
reazioni, meno rabbia, maggiore padronanza di noi stessi, meno stress
e decisamente una mente più calma e sotto controllo.

La pratica di vedere gli altri oltre la loro fisicità ci rende molto
forti dentro, nella capacità di essere più veri rispetto alla nostra
identità di anime e di bellezza interiore.


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