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 Corso di introduzione alla gravidanza 3
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Inserito il - 13/11/2013 : 11:08:51  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Corso di introduzione alla gravidanza 3

di Bianca

(parte terza)

...

Prima di tutto vorrei ringraziare la mia Mamma che, con molta dolcezza, mi fa giungere non
solo il nutrimento che serve per la costruzione del mio corpo, ma anche le sue dimostrazioni di
tenerezza manifestate in varie forme. Io sento tutte queste cose, sento che mi vuole già molto bene e che attende ansiosamente il giorno di potermi stringere fra le sue braccia. Anch’io non vedo l’ora che giunga quel momento per conoscere il suo volto, il suo profumo, il suo calore ! Ma dobbiamo attendere con pazienza. Intanto mi piace sentire la sua voce, specialmente quando mi parla. E anche se lo fa soltanto col pensiero, io la percepisco, perché in questo lungo periodo di nove mesi noi siamo un essere solo, anche se al tempo stesso siamo due persone distinte, ognuna col proprio destino e col proprio programma di vita.

E, come sento il suo pensiero, recepisco anche i suoi sentimenti e gioisco quando la sento
serena e tranquilla. Se è tranquilla lei, lo posso essere anch’io; e, quando sono tranquillo, posso
badare meglio alla costruzione delle cellule che devono andare a formare tutte le varie parti del mio corpicino. E’ un grosso lavoro, ma la mia Mamma mi aiuta facendomi giungere tutte le sostanze necessarie più pure e più importanti. Io le sono molto grato, anche perché tutto quello che mi manda è intriso di amore. I suoi pensieri e i suoi sentimenti, tutto è intriso di amore, ed è così che ricevo gli elementi necessari per formare anche la mia psiche. E questa collaborazione è bellissima. Grazie, Mamma !

Quanto mi piace quando canta per me ! Sento che udire delle belle musiche mi fa bene e mi
aiuta a crescere. La Mamma conosce tante belle canzoni. Ci sono delle ninnananne dolcissime, e sono sicuro che me le canterà anche dopo, quando sarò nella mia culla. Udendo i canti che già
conosco, nei momenti di agitazione certamente mi calmerò, perché capirò che la nascita era soltanto un passaggio dal prima al dopo.

Forse, è proprio per questo che le mie orecchie sono già in grado di udire, per memorizzare
tutto sin da ora e per riconoscerlo e apprezzarlo meglio dopo. Infatti, conosco tutti i rumori della
mia casa esterna: il telefono, l’aspirapolvere, ma quello che mi piace di più è la voce della mia
Mamma, non solo quando mi parla, ma specialmente quando canta.

Sono trascorsi cinque mesi e sono già in grado di partecipare a tutto ciò che accade nel
mondo circostante. Non riconosco soltanto la voce della mia Mamma, ma anche quella più grave
del Papà. Che bello quando mi accarezza ! In realtà, lui accarezza il pancione della Mamma, ma io sento che è lui. E’ un tocco speciale che mi fa gioire tutte le volte. E, quando giochiamo a ‘calcetto’, come mi diverto ! Anche Mamma e Papà si divertono, perché mi sentono presente, e io sono felice più di loro perché sento di essere atteso e amato. Infatti, per noi piccini, l’amore è un nutrimento fondamentale.

Mi dispiace per tutti i bambini che in passato non hanno potuto vivere questi momenti così
gioiosi. Una volta tutti credevano che, prima della nascita, noi piccini fossimo degli esserini
insensibili, incapaci di percepire alcunché, nemmeno il dolore fisico. Dicevano che soltanto alla
nascita saremmo diventati una persona; prima ci consideravano soltanto una massa di cellule.

Solo la nostra Mamma ci portava nel cuore, Purtroppo, a volte nemmeno lei, ma di questo non voglio parlare. E’ troppo doloroso.

Ora tutto è diverso, e ciò lo dobbiamo ai numerosi gli scienziati e ai ricercatori che ormai da
tanti anni sondano il nostro mondo che sta nella pancia della Mamma. Lo possono fare perché ora dispongono di apparecchi, che però a noi piccini non piacciono affatto perché sono terribilmente rumorosi. E’ però vero che ora Mamma e Papà possono osservarci su una finestrella, e per loro questa possibilità suscita una forte emozione, in quanto si trovano di fronte a una realtà che prima era in gran parte ancora soltanto un sogno. Così ci possono vedere succhiare il pollice o mentre facciamo la pipì, ci vedono mentre ci muoviamo e, molto spesso, riescono persino a capire se siamo un maschietto o una femminuccia. Di solito è il Papà che vorrebbe sapere, mentre la Mamma dice che per lei non è importante, purché il bambino sia sano e perfetto.Intanto i medici ci osservano, ci controllano, ci misurano e giudicano se tutto procede bene.

Per noi, però, la cosa non è tanto gradevole; ho sentito dire che saremo tutti una generazione di
giovani amanti degli elicotteri, perché l’apparecchio che ci scruta fa lo stesso rumore, tutto a colpi.

A volte entrano nel sacco che ci racchiude con un ago molto lungo per prelevare del
liquido, e questa è una cosa che fa paura. So che certi bambini riescono con la manina ad
allontanare l’ago per paura che faccia loro del male. Sono tutte cose strane, però dicono che siano importanti.

Comunque, è a tutti i ricercatori che dobbiamo essere grati, perché sono stati loro a metterci
nella posizione che meritiamo, facendo sì che anche noi nascituri veniamo presi in considerazione e curati come è giusto fare, perché anche noi abbiamo delle esigenze, non soltanto i bambini già nati.

In generale si parla sempre solo di loro, mentre anche noi siamo il futuro di una società in fase di
rinnovamento.

Una cosa che mi piace tanto è quando Mamma e Papà vanno a fare una passeggiata in
mezzo alla natura. In quelle occasioni sento proprio che mi giunge l’apporto benefico di qualcosa
che chiamano ‘ossigeno’. Dicono che sia molto importante per la formazione del nostro cervello.
Dicono che quando il cervello è bene sviluppato, ciò vada a beneficio anche di tutti gli altri organi.
Infatti, io sento che è proprio così. Spero proprio che Mamma e Papà vadano spesso a fare un
giretto in campagna, non soltanto per me, ma anche perché per loro è un momento di incontro molto bello. La maggior parte del loro tempo lo trascorrono sempre al lavoro, per cui queste belle
passeggiate sono momenti di riavvicinamento che, includendo anche me – perché i loro discorsi
sono sempre rivolti al futuro con il loro bambino, che sarei io – aiutano a consolidare quello che
chiamano ‘bonding’ (legame) Mamma/Papà/bambino, che ci terrà vicini e uniti anche in seguito. E
questa unione mi dà molta tranquillità e sicurezza, perché sento che avrò in loro sempre dei grandi e sinceri amici.

Ora sono contento di aver potuto dire tutte queste cose. Ce ne sarebbero molte altre da
aggiungere, ma lo farò un’altra volta. Ah, no, ho ancora due cose da far sapere: una è che quando
dovrò nascere, vorrei che il mio Papà fosse con noi, per assisterci ed esserci vicino, e sono sicuro che anche la Mamma lo vorrebbe. La seconda è che, subito dopo la mia nascita, avrò bisogno di rimanere con la mia Mamma. Il passaggio da feto a bambino è un momento molto delicato, e vicino alla mia Mamma mi sentirò più protetto e al sicuro. Appena nato, è importante che io rimanga accanto alla mia Mamma, anche per incontrare il suo sguardo e ricevere i suoi baci e le sue carezze.

Dobbiamo rimanere insieme per far nascere nella realtà tutti quei sentimenti che avevamo sognato
nei mesi precedenti. Che gioia grande sarà essere preso fra le sue braccia!

La presenza di Papà sarà pure molto importante. Vorrei che fosse lui a tagliare il cordone
ombelicale e a separarmi dalla Mamma per costituire così la nostra famiglia. Sarebbe bello che
fosse Papà a farmi il primo bagnetto. Noi piccini siamo molto sensibili a queste amorevoli
attenzioni, che ci aiutano a dare un inizio gioioso alla nostra esistenza nel mondo.

Si chiederanno tutti: ma come fa a capire, a distinguere le parole, a sentire quello che gli
dicono ? Infatti, non sono i significati delle parole che mi giungono, ma quel flusso di sentimenti
profondi che superano tutte le barriere, che non ha bisogno di frasi o di concetti, ma che giunge
diretto al mio cuoricino, sempre molto sensibile e aperto a ogni sentimento sincero e amorevole.
E’così che vado incontro con tanta fiducia alla mia vita nel mondo, e sento che sarò una
creatura che vive in positivo, con tutte le conseguenze del caso, grazie naturalmente alla mia
Mamma prima di tutto, ma anche a Papà e a tutti coloro che già mi aspettano con tanto amore.
Quello che vorrei aggiungere è che nella Carta dei Diritti dei Bambini sarebbe giusto che
venissero contemplati anche i diritti dei bambini che devono ancora nascere. Infatti, vorremmo far
valere il nostro diritto di nascere in una famiglia che ci ha concepiti perché ci desiderava veramente,

che ci ama già sebbene non ci conosca ancora personalmente e che possa darci tutto ciò di cui
abbiamo bisogno per andare incontro a una vita sana, piena di interessi e utile alla nostra crescita
fisica e psichica, alla nostra famiglia e a tutta la società. Si eliminerebbero così tanti guai e
dispiaceri che attualmente formano la preoccupazione di tutti.

Noi non abbiamo tante pretese; abbiamo bisogno soltanto di essere amati, perché per noi
l’amore è cibo.

E se riceviamo tanto amore oggi, quando saremo grandi lo restituiremo in dose centuplicata,
per il bene di tutti.

Con tanta gratitudine

- Un bambino prenatale -

Le parole del bambino prenatale rispecchiano i concetti enunciati dai numerosi scienziati e
ricercatori di tutto il mondo che esplorano e studiano il mondo intrauterino e tutto ciò che riguarda
la formazione fisica e psichica del bambino prima della nascita. L’ignoranza di un tempo non è più
tollerata, tanto più se si considera che, quale periodo determinante, la fase prenatale si riflette su tutto il resto dell’esistenza .

---===oooOooo===---

IL PADRE - DIVENTARE GENITORI INSIEME

In passato, la maggior parte degli studi sul comportamento dei genitori durante la vita
prenatale e il loro effetto sul bambino in utero si focalizzavano sul comportamento delle madri.
Quasi nessuno si era soffermato sul comportamento dei padri. Iniziare a introdursi in questo campo rappresenta un passo molto importante.

Attualmente si incontrano giovani padri che denotano un comportamento protettivo e
amorevole verso la propria donna in gravidanza; sono quei padri che attendono di dare il benvenuto
al loro bambino a braccia aperte.

I padri che manifestano questo comportamento proteggono e amano il loro bambino
prenatale, si accertano che esso cresca in buona salute, che sia bene accudito e che riceva tutte le attenzioni necessarie. Essi parlano col bambino, cantano per lui, giocano con lui e lo accarezzano attraverso il pancione della madre, gioiscono quando sentono i colpetti dei suoi piedini e ascoltano il battito del suo cuoricino. Questi sono padri presenti, e, benché non se ne rendano conto, sono in comunicazione col bambino anche quando si dimostrano amorevoli verso la madre. Questi padri dimostrano empatia quando la madre è affaticata o non sta bene, e si danno da fare in casa più del solito.

Essi sono quei padri che accompagnano la madre al corso di preparazione al parto, che
imparano a massaggiare la loro donna e che si sentono coinvolti con un interesse sorprendente,
come se fossero loro a dover partorire.

La gravidanza non è esclusiva della donna, ed è giusto che la coppia la viva insieme, perché
è proprio durante la gravidanza che si instaurano i giusti equilibri all’interno della coppia.
Per la donna, il periodo della gestazione può presentare varie difficoltà sia dal punto di vista
fisico che psicologico. In questi casi il padre reagisce con molta dolcezza e una buona dose di
pazienza e di comprensione.

Durante il parto, il padre rappresenta un importante sostegno per la donna, e nella maggior
parte degli uomini la partecipazione viene vissuta positivamente. Gli uomini seguono le contrazioni, respirano insieme alla donna e soprattutto agiscono da continuo e amorevole incoraggiamento.

E’ proprio durante questo periodo che si rendono evidenti i ruoli di ognuno, specialmente il ruolo del padre che, già iniziato durante la gravidanza, per troppo tempo gli era stato negato.
Infatti, per infondere in sé una nuova immagine paterna e per assolvere bene a tale funzione,
è bene iniziare a creare un saldo legame in seno alla triade sin dal primo momento della gestazione, possibilmente ancor prima, territorio ancora vergine per la maggior parte degli uomini in quanto i padri del passato non avevano mai affrontato questo argomento. Gli uomini non possiedono una chiave di accesso al mondo intrauterino, tuttavia ora sono in grado di attivare un legame profondo e soddisfacente con i loro figli già molto prima della loro nascita, con grande gioia della madre.

A nascita del bambino avvenuta, dichiarano di aver vissuto tale esperienza con un’intensità e
una felicità che non avevano mai immaginato di essere in grado di provare.
Questi sono i padri della nuova generazione. Nessuna nostalgia, quindi, per la figura
autoritaria del passato che non partecipava alla nascita dei bambini e che otteneva obbedienza
assoluta dai figli di qualunque età, lasciando per sempre danni impressi nell’anima. Fortunatamente non erano proprio tutti così, ma pur sempre troppi.

Oggi ci vogliono padri che sappiano rispondere nel modo più vero alle necessità dei figli, a
qualunque età., che rappresentino un punto di riferimento importante. E non c’è modo migliore di
conoscere il proprio figlio per poter svolgere in pieno il proprio ruolo di genitore, come quello di
averlo seguito con amore sin dal concepimento.

Il padre rappresenta il terzo polo nel triangolo familiare, cioè l’elemento maschile che
favorisce – quando è giunto il momento – il distacco dalla madre proiettando il figlio verso il
mondo.

Il ruolo del padre è quello di iniziare il figlio alla vita, di fargli da ponte verso la società,
soprattutto a partire dai 7, 8 anni, indicando, attraverso i suoi comportamenti, le norme e i limiti e
sostenendolo nelle prove che deve affrontare, a cominciare dalla scuola.
Ed è nello spirito del dono, non dello scambio, che il padre svolge la sua funzione educativa,
senza aspettarsi alcuna ricompensa. La ricompensa, se ci sarà, verrà quando il figlio sarà cresciuto.

---===oooOooo===---

IL CONCEPIMENTO

Mettere al mondo un figlio non è una decisione che si possa prendere alla leggera. Il ritmo
della nostra giornata, le nostre incertezze, le nostre paure, le nostre esigenze, tutto ci impone di
riflettere. Ed è giusto. Infatti , la presenza di un bambino assorbe per parecchi anni tutta la nostra
attenzione, e si deve essere disposti a rinunciare a tanti momenti della giornata che normalmente ci appagano. Nell’affrontare l’arrivo di un bambino ci si deve preparare a cambiare totalmente il
nostro stile di vita per adattarci al nuovo compito. In compenso, però, si va incontro a una gioia così grande, capace di annullare il disagio di ogni rinuncia...

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