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 Dalai Lama: «Un piano della Cina per uccidermi»
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Inserito il - 15/05/2012 : 09:53:12  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Il Dalai Lama al Sunday Telegaph: «Un piano della Cina per uccidermi»

Il leader spirituale buddista teme per la sua vita. Abbiamo avuto segnalazioni: «Finte devote addestrate per avvelenarmi»

MILANO - Esisterebbe un piano per eliminare il leader tibetano in esilio. Un piano architettato - a quanto pare - dalle autorità cinesi. È lo stesso Dalai Lama a rivelare il presunto disegno criminale in un’ intervista rilasciata al Sunday Telegraph, domenica in edicola, e della quale il sito del giornale ha pubblicato un’anticipazione. Secondo il premio Nobel per la Pace, delle finte devote sarebbero state addestrate da agenti cinesi per avvelenarlo.

TRAMA - Il Dalai Lama teme per la sua vita. Al domenicale inglese ha raccontato: «Abbiamo ricevuto delle segnalazioni dal Tibet secondo le quali alcuni agenti cinesi stanno addestrando delle donne tibetane a usare veleni per uccidermi». Come? Attraverso «capelli avvelenati e sciarpe avvelenate». «Loro dovrebbero cercare di essere benedette da me, e riuscire a toccarmi», ha sottolineato il leader buddista. Attualmente, il 76enne vive sotto strette misure di sicurezza nel tempio di Dharamsala (ai piedi dell’Himalaya), assieme al resto del governo tibetano, rifugiatosi qui dopo le fallite rivolte del 1959 contro le autorità cinesi. Sebbene sia tra le figure più rispettate e note al mondo, il monaco ha nemici non solo in Cina, ma anche tra alcune sette buddiste.


PREMIO - Al momento non esistono conferme, nemmeno da parte dei collaboratori dell’anziano capo spirituale. Lunedì prossimo il Dalai Lama sarà nel Regno Unito, davanti a 2000 ospiti nella Cattedrale di St. Paul, per ricevere il rinomato premio Templeton, una sorta di Nobel delle questioni spirituali, dotato in 1,1 milioni di sterline (circa 1,4 milioni di euro) e che il 76enne ha annunciato di voler devolvere. Dall’inizio del 2011 a oggi sono più di 30 i tibetani – tra loro uomini e donne, monaci e pure laici – che si sono dati fuoco per protestare contro la repressione cinese in Tibet, per chiedere la libertà di religione e cultura. Nonostante le gelide relazioni con Pechino, il Dalai Lama ha aggiunto di credere che nei prossimi anni la Cina possa cambiare la sua posizione intransigente.

Elmar Burchia

12 maggio 2012 (modifica il 13 maggio 2012)

corriere.it

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