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Inserito il - 16/05/2011 : 11:14:59
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Presentato a Cannes il film-denuncia sulla morte di Diana
15 maggio 2011
Al-Fayed ha finanziato un film su Diana nel quale si afferma che il Principe Filippo (consorte della regina Elisabetta) è uno “psicopatico nello stile occidentale” ed etichetta la Famiglia Reale come “gangsters con i diamanti”.
La Famiglia Reale è stata il cervello dell'incidente automobilistico che causò la morte della principessa Diana e che doveva essere un “avvertimento”, per metterla in riga: questo ciò che afferma un nuovo e controverso film presentato a Cannes ieri (14.5.11)
Il regista, Keith Allen, ha detto che la Casa di Windsor ne è uscita con un assassinio perché a nessuno è stato chiesto di rendere conto dell'incidente.
Nel film, intitolato Unlawful Killing (Omicidio Illegale), Il Principe Filippo è etichettato come uno psicopatico in stile occidentale, che “ha orchestrato la morte di Diana”.
La regina è congedata come una “ganster in diadema”.
Allen, che sta cercando di vendere il film in giro per il mondo, è stato finanziato da Mohamed Al-Fayed, il cui figlio Dodi morì nell'incidente d'auto con Diana.
Al-Fayed ha investito 2.5 milioni di sterline per sostenere la produzione dopo che era stata rifiutata dai canali di informazione del Regno Unito.
Non sarà mostrato nei cinema del Regno Unito a causa di rigide leggi sulla diffamazione e vilipendio, ma Allen crede che il film farà soldi in America.
Allen ha detto: «Penso che Diana fosse nella posizione di far tremare molte poltrone. Penso che l'incidente fosse pensato come avvertimento. Credo ci fosse una possibilità che Diana potesse sopravvivere all'incidente ma penso che la situazione sia scappata di mano».
Nel film, l'inchiesta sulla sua morte è presentata come un insabbiamento in cui vari bracci del governo britannico - inclusa la polizia, i Giudici, la Famiglia Reale - il medico legale francese ed il governo ci misero mano.
“Unlawful Killing” si apre con i dettagli su una lettera scritta da Diana al suo maggiordomo, in cui afferma che il Principe Carlo sta pianificando di farla uccidere in un incidente d'auto.
La produzione afferma che la 36enne Diana avrebbe potuto essere salvata se fosse stata portata all'ospedale velocemente e che l'inchiesta ha mancato di investigare in modo adeguato perchè questo non è successo.
Il film mostra per alcuni secondi il vivido bianco e nero a porte chiuse di Diana, preso in momenti successivi lo schianto della Mercedes che portava la coppia (e che si è schiantata in un sottopassaggio di Parigi).
L'immagine, in cui sono chiaramente visibili i suoi capelli biondi e i suoi lineamenti, non è mai stata pubblicata né vista nel Regno Unito.
Allen ha detto: «La foto nel film non viene usata allo scopo di scioccare. E' inclusa come prova, perché mostra chiaramente che nonostante Diana fosse stata ferita nello schianto, era presente e molto viva. Ripeto: non è l'immagine di una donna morente».
Il film rappresenta Al-Fayed che accusa la Famiglia Reale di essere razzista.
Allen, autore del documentario, suggerisce che il governo non fosse contento della relazione di Diana con Dodi, perché era un Musulmano. Il documentario afferma anche che il ruolo di Diana nella campagna anti-mine l'aveva messa a rischio nei confronti della industria delle armi e delle persone al potere che con essa avevano legami.
Nel film viene anche intervistato lo psicologo Oliver James: nonostante non abbia mai trattato il Conte di Edimburgo, egli afferma che questi mostra un “classico comportamento da psicopatico”.
In un'altra sequenza bizzarra la Casa di Windsor viene paragonata alla mafia e Allen descrive una immagine della Regina, della Principessa Margaret e della Principessa Anna, tutte vestire di nero, come “gangsters in diademi”.
Fonte originale: dailymail.co.uk Traduzione a cura di: Cristina Bassi Fonte: cafedehumanite.blogspot.com
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