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Inserito il - 06/04/2011 : 11:26:26
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L'Atlantide, secondo la tradizione esoterica
del Dr. M. Rizzi
I CONTINENTI PERDUTI
Per poter comprendere la vera essenza di tutte le religioni è opportuno cercare le caratteristiche della prima religione, apparsa sul nostro pianeta. Contrariamente a quanto si è portati a pensare questa non è affatto costituita da riti tribali con adorazione di feticci di legno o di pietra.
Ne parla Friedrich M. Muller, in Origin of Religious Laws (Origine delle leggi religiose) dicendo: "Vi fu una religione primitiva ariana, una semitica, una turanica, prima che ciascuna di quelle razze pri¬mordiali si scindesse formando lingue, adorazioni, sentimenti nazionali separati. Il Dio supremo rice¬vette lo stesso nome nella mitologia antica dell'India, della Grecia, dell'Italia, della Germania, e lo conservò, sia che fosse venerato sulle catene dell'Imalaia o tra le querce di Dodona, nella capitale o nelle foreste della Germania. Quel nome fu Dyaus in sanscrito, Zeus in greco, Jupiter in latino, Tiu in germanico .. . "... Dyaus non significava il cielo azzurro, né era il cielo personificato; rappresentava un'altra cosa. Nei Veda (antichi poemi indù, n.d.r.), troviamo l'invocazione Dyaus Pitar, il greco padre Zeus e il latino padre Jupiter, e l'espressione nelle varie lingue ripete il significato che ebbe prima che le lingue si differenziassero. Si¬gnifica 'Padre del Cielo' o 'Padre Celeste'".
Pertanto, prima di intraprendere uno studio dell'Esoterismo, che rappresenta oggi l'elaborazione degli Insegnamenti di allora, pensiamo giusto fare una breve analisi storica per mostrare dove e come si sia formato: dedicheremo pertanto questa lettera ai continenti scomparsi Atlantide e Lemuria.
MU, LA MADRE TERRA DELL'UOMO (4)
Il Paradiso terrestre, di cui parla la Bibbia, si riferisce ad un'epoca assai lontana, quando l'uomo, al¬quanto diverso da come lo conosciamo, viveva su un grande continente, ora sommerso, nell'oceano pa¬cifico. Questo continente, chiamato anche col nome di "Lemuria", rappresenta la Madre Terra dell'umanità perché è solo da questo punto dell'evoluzione che l'uomo può considerarsi tale.
La terra di Mu era molto vasta, si estendeva da un punto a nord delle Hawaii fino alle Figi e, a sud, fino all'Isole di Pasqua. Era un bellissimo paese dove viveva un popolo che, tra l'altro, fondò varie co¬lonie.
Tutti professavano la stessa religione ed adoravano il Sole. Da molto tempo, l'imperatore era anche sommo sacerdote, il suo nome era "Ra Mu" ed il suo impero ebbe il nome di "Impero del Sole"; egli, tuttavia, non venne mai venerato perché era solo un rappresentante della divinità.
Gli abitanti di Mu credevano nell'immortalità dell'anima, la quale, alla fine, tornava alla "grande sorgente" da cui era venuta. Furono grandi navigatori ed esperti architetti, costruirono palazzi di pietra e grandi templi senza tetto, affinché il popolo in preghiera potesse ricevere i raggi del Sole, loro Dio.
Uno dei momenti di massimo splendore fu raggiunto circa 26.000 anni, un periodo immediatamente precedente alla sua scomparsa, a causa di un'azione vulcanica sotterranea ininterrotta. L'isola di Pa¬squa, con i suoi enigmatici monumenti, rappresenta un reperto archeologico di questo antichissimo continente. L'ATLANTIDE
Platone, nel suo Timeo, parla di un continente scomparso che, fino a qualche tempo fa, era considerato come fantasioso e leggendario. Ora, con le scoperte archeologiche e le investigazioni occulte, si è invece stabilito che si tratta di un continente assai antico, sprofondato nell'oceano Atlantico circa 12.000 anni fa. Nel Timeo vi sono quattro interlocutori, Socrate, Timeo, Ermogene e Critia. In questo dialogo Critia afferma di aver sentito un racconto da suo nonno, che a sua volta lo aveva sentito da Solone il più savio dei sette sacerdoti di Sais. la prima città costruita in Egitto all'incirca 16.000 anni fa. Solone era stato ospite di una comunità, probabilmente derivante da Atlantide, ed un loro sacerdote gli aveva detto: "O Solone, Solone, voi Elleni siete proprio dei 'bambini' e non è possibile che tra di voi si trovino uomini 'maturi'".
"Cosa vuoi dire?, replica Solone, Voglio dire che a livello mentale voi tutti siete 'giovani' in quanto la vostra cultura e la vostra scienza hanno delle radici recenti e la ragione di ciò va ricercata nel fatto che vi sono state, e vi saranno, delle distruzioni dell'umanità dovute a cause molteplici, le peggiori sono però state causate dal fuoco e dall'acqua.
"Tutto ciò che è accaduto nel nostro paese, o nel vostro, e di cui noi siamo stati informati è stato da noi registrato e se ne può trovare la traccia nei nostri templi. Da parte vostra, invece, non è rimasta al¬cuna registrazione relativa a quei tempi lontani.
"L'ultimo cataclisma è sceso dal cielo come una pestilenza lasciando solo pochi sopravvissuti senza co¬noscenza ed esperienza. Per questo motivo il vostro popolo è stato costretto a ripartire dall'inizio e questa è la ragione per cui voi non conoscete nulla di ciò che è accaduto al vostro popolo in un tempo assai lontano. Sappiate che nel vostro territorio visse la più nobile ed evoluta razza che mai apparve sulla terra.
"Tu ed il tuo popolo siete soltanto ciò che è rimasto e tutto ciò non vi è conosciuto perché i sopravvissuti non tennero alcun resoconto per molte generazioni. La vostra antica Atene fu costruita 1000 anni prima della nostra città di Sais...". Il territorio di cui parla Solone era l'isola di Poseidone: ciò che rimaneva di Atlante, paese sconvolto in precedenza da tre cataclismi che, a distanza di centinaia d'anni, lo avevano ridotto alla grande isola chiamata, appunto, Poseidone.
Il popolo di Atlantide (5)
La razza atlantiana, si è suddivisa in sette sottorazze delle cui caratteristiche faremo un breve riassunto tratto dalla Cosmogonia dei Rosacroce. 1. RMOAHAL: questi primitivi, con il senso del tatto, potevano percepire la sensazioni di dolore, agio e benessere. Possedevano inoltre un barlume di memoria e ricordavano le sensazioni provate (suoni, colori, ecc.). Con la memoria acquistarono anche i rudimenti del linguaggio e, da quel momento, emi¬sero parole e non più semplici suoni come facevano i Lemuriani. Gli Rmoahal cominciarono a dare nomi alle cose. Il linguaggio per loro era utilizzato solo per cose sacre perché era la più alta espres¬sione diretta dello Spirito.
2. TLAVATLI: in questa razza si cominciò a conoscere il proprio valore come esseri umani separati. Diventarono ambiziosi ed iniziarono a pretendere che gli altri ricordassero le loro opere. Il ricordo di fatti compiuti da alcuni, faceva sì che un gruppo di persone scegliesse come proprio capo l'autore di grandi gesta.
3. TOLTECHI ORIGINARI: in questo popolo l'educazione veniva impartita dai genitori che risveglia¬vano nell'interiorità dei loro figli le conoscenze e le esperienze da essi compiute. Ciò permetteva ai fi¬gli ad assumere le qualità paterne e, chiaramente, portava onori ai figli delle persone che si erano di¬mostrate importanti. L'esperienza era altamente stimata e colui che ne possedeva di più era considerato un buon consigliere. Furono loro che, elaborando le idee dei loro predecessori inaugurando la Monar¬chia e la successione ereditaria.
In questa parte del Periodo atlantiano, troviamo i primi esempi di nazioni separate. Gruppi di persone che scoprivano in altri gusti e abitudini consimili, lasciavano le loro vecchie abitazioni per fondare una nuova colonia.
Le Guide del genere umano (che vedremo in seguito, n.d.r.), stabilirono in quel tempo dei grandi Re per governare i popoli, ai quali fu dato loro grande potere. Le masse onoravano codesti Re con tutta la venerazione dovuta a coloro che erano veramente Re "per grazia di Dio". Questa condizione felice, tuttavia, recava in sé il germe della disgregazione perché col tempo i Re divennero avidi di potere e cominciarono ad usare il loro potere corrottamente per scopi egoistici e per profitto personale, invece che per il bene comune.
4. TURANICI ORIGINARI: furono la quarta razza, erano particolarmente spregevoli per il loro abo¬minevole egoismo. Essi eressero dei templi dove i loro Re venivano adorati come dei e inflissero op¬pressioni estreme alle classi inferiori. Una Magia nera della più nauseante e peggiore specie fiorì e tutti gli sforzi di questo popolo erano diretti al soddisfacimento della vanità e del fasto smagliante.
5. SEMITI ORIGINARI: questo popolo era in grado, fino a un certo punto, di reprimere i desideri mediante il pensiero così, invece di desideri puri e semplici, ne risultavano malizia e astuzia, mediante le quali essi cercavano di raggiungere i loro fini egoistici.
Delle due razze seguenti (Akkadiani e Mongoli) non vi sono informazioni importanti in quanto è stata la quinta sottorazza Lumuriana il terreno da cui hanno tratto le loro origini coloro che hanno progredito formando le progenie di coloro che stanno attualmente evolvendo nell'epoca Ariana.
La civiltà atlantiana (6)
A brillanti Epoche di cultura si susseguono tempi di ignoranza, durante i quali tutto il progresso della scienza e dell'arte sembra perduto, e questi sono a loro volta seguiti da civiltà che giungono a livelli ancora più alti. La descrizione che segue, dunque, si riferisce evidentemente ai periodi di cultura ... Il governo era autocratico (il Re aveva il potere assoluto, n.d.r.), e sotto i Re divini nessun altro si¬stema poteva essere migliore per il popolo. Esso era stato ideato dai Saggi per il bene di tutti, e non da qualche classe particolare per il proprio vantaggio. Perciò, il benessere generale era molto maggiore che nella civiltà moderna. I governanti, erano ritenuti responsabili del benessere e della felicità delle loro province: i delitti e la carestia erano imputati alla loro negligenza o alla loro inettitudine ...
... Si praticava la musica, che però era primitiva, come pure gli strumenti. Tutti gli Atlantidei amavano i colori, e tanto l'interno che all'esterno delle loro case era ornato di decorazioni brillanti. Però, l'arte della pittura non riusci mai ad affermarsi in modo stabile, benché si eseguisse qualche disegno ed al¬cune opere pittoriche. La scultura era invece molto diffusa, e raggiunse una grande perfezione ...
L'architettura era l'arte piu estesamente praticata, gli edifici erano massicci e di di¬mensioni gigantesche. Le case erano separate fra loro, anche nelle città; qualche volta quattro corpi circondavano un cortile centrale, in mezzo al quale era una fontana ...
... Alcune case erano ornate di intagli, affreschi o decorazioni colo¬rate. Le finestre erano munite di un materiale simile al vetro, ma meno trasparente. Gli interni erano ammobiliati, ma senza partico¬lari complicati; però, questi soggetti erano molto raffinati.
I templi erano grandi saloni, ancora più ammirevoli di quelli dell'Egitto; i pilastri sostenenti il tetto erano quadrati, o in qualche caso rotondi. Nei tempi della decadenza, le navate laterali erano circondate da numerose cappelle, contenenti statue dei cittadini più importanti e un culto particolare era loro reso da sacerdoti incari¬cati appositamente di ciò. Anche i templi avevano le loro torri e cupole, che servi¬vano per il culto solare e per osservatori.
L'interno dei templi era intarsiato, o anche interamente coperto d'oro o d'altri metalli preziosi, metalli ottenuti con la trasmutazione, essendo questa un'industria privata, con la quale gli alchimisti guadagna¬vano la vita. L'oro, essendo preferito all'argento, era prodotto in maggior quantità.
L'oro, l'argento e l'oricalco (antica lega di rame e zinco simile all'ottone, n.d.r.) erano i metalli più usati per le de¬corazioni e per gli utensili domestici. Le armi erano riccamente in¬tarsiate di questi me¬talli, e quelle usate solo nelle cerimonie e nelle processioni spesso erano fatte interamente di metalli preziosi; in queste occasioni elmi, corazze e gambali d'oro erano portati sopra tuniche e calze dei colori più brillanti: scarlatto, arancio e un porpora molto elegante ...
... Tutte le scuole erano mantenute dallo Stato, e l'educazione primaria era obbligatoria, ma saper leg¬gere e scrivere non era conside¬rato necessario per i lavoratori dei campi e per gli artigiani. Alla età di dodici anni i ragazzi che dimostravano delle attitudini erano mandati nelle scuole superiori dove impa¬ravano ciò che meglio si addiceva a ciascuno: agricoltura, meccanica, caccia e pesca, ecc. Le proprietà delle piante e le loro qualità curative formavano un ramo importante di studio; non c'erano medici ri¬conosciuti, ma ognu¬no sapeva qualcosa di medicina, come pure di cure magnetiche.
La chimica, la matematica e l'astronomia erano pure insegnate, con lo scopo di sviluppare le facoltà psichiche dello studente e istruirlo sulle forze più nascoste della natura. In questa categoria erano com¬prese le proprietà occulte delle piante, dei metalli e delle pietre preziose, come pure le trasmutazioni alchemiche ... L'impiego usuale della chiaroveggenza permetteva loro di osservare i processi della natura, ora invisibili per i piu, cosicché la scienza era avanzata, e le sue applicazioni alle arti e ai mestieri erano nume¬rose e utili.
Essi possedevano una conoscenza di certe forze che oggi è stata perduta. Una di queste forze era im¬piegata per la propulsione tanto delle navi che degli aeroplani, un'altra per invertire la forza attrattiva della gravità in forza repulsiva, cosicché il sollevamento di grossi blocchi di pietra a grande altezza era un'impresa facilissima. Le forze più sottili non erano applicate a macchine, ma dirette col potere della volontà, servendosi del meccanismo, allora ben cono¬sciuto e sviluppato, del corpo umano.
... I Rmoahal e i Tlavatli, vivendo specialmente di caccia e di pe¬sca, non avevano bisogno di un si¬stema agricolo; tuttavia i Tlavatli avevano un sistema di coltivazione basato sui villaggi.
L'aumento della popolazione e la civilizzazione nei primi tempi dei Toltechi resero necessario un si¬stema di tenuta delle terre, ma poi, specialmente per la perfezione di questo sistema, la povertà e le ristrettezze scomparvero.
Il complesso delle terre e dei loro pro¬dotti, come pure il bestiame, si consideravano appartenenti all'imperatore. Il re o il viceré era responsabile, nell'ambito del suo distretto, della coltivazione, della raccolta, del pascolo e degli esperi¬menti agricoli. I suoi consiglieri agricoli erano versati in astronomia, e traevano tutto il vantaggio dalle influenze occulte sulla vita animale e vegetale ...
Tornando all'agricoltura, per ogni operazione si calcolava esattamente il giorno adatto regolando ogni particolare. Ogni regione per solito consumava i suoi prodotti, ma qualche volta avvenivano scambi con altre regioni.
Dopo aver prelevata una piccola quota per l'imperatore e il governo centrale, il prodotto di tutto il di¬stretto veniva diviso fra gli abitanti; al viceré locale e ai suoi funzionari toccava una quota maggiore, ma ciascuno riceveva abbastanza per avere assicurata la vita ed il benessere. Gli aumenti nella produ¬zione, sia agricola che mineraria, erano divisi fra tutti.
Dopo un lungo periodo di risultati felici, questo sistema declinò, con l'affermarsi della negligenza, dell'egoismo e del lusso raffinato. Un motivo essenziale di malcontento era il fatto che le classi supe¬riori, le cui facoltà psichiche erano state debitamente sviluppate, affidavano ai subordinati, meno esperti, il compito delicato di sce¬gliere i ragazzi per l'istruzione tecnica superiore. Molti errori erano così commessi, e della gente si trovava vincolata per tutta la vita in occupazioni non adatte e non di suo gusto ...
... Nel tempo dei Toltechi, quando regnava un Re divino, c'era un clero di iniziati che formava una grande fratellanza occulta, e incominciava i primi passi sul Sentiero occulto. Si tratta natural¬mente dei pochi, perché la grande maggioranza era molto più indietro nello sviluppo spirituale. Era adottato il culto del Sole, ma i più in¬telligenti guardavano il Sole come un simbolo, mentre gli ignoranti non po¬tevano vedere oltre la forma esteriore del simbolo. Per tutta l'Atlantide, ma specialmente nella Città dalle Porte d'Oro, furono eretti dei templi magnifici al Sole. Non era permessa alcuna immagine della Divinità, essendo il disco del Sole ritenuto l'unico em¬blema appropriato: un disco d'oro collocato in modo da ricevere i primi raggi del Sole nascente all'equinozio di primavera o al solstizio d'estate.
Questo sistema religioso sopravvive nel culto scintoista in Giappone, ma a differenza dai templi sfarzo¬samente decorati dell'Atlan¬tide, i templi scintoisti sono finiti con semplice legno liscio di gusto finis¬simo, senza sculture, pitture né altre decorazioni. In seguito, un'immagine d'uomo archetipico fu intro¬dotta nei templi e adorata come la più alta rappresentazione della divinità.
Ma si avvicinavano i tempi cattivi, nei quali la razza sarebbe stata inghiottita dall'abisso dell'egoismo. Il concetto morale decadde, portando la perversione dell'ideale spirituale. Ognuno lottava per se stesso e usava le proprie conoscenze per scopi egoistici. Le Stanze di Dzyan (libro antichissimo, n.d.r.) così ne parla: "Poi la Quarta divenne gonfia d'orgoglio: Noi siamo i Re, noi siamo gli Dei. Essi fabbricarono im¬mense città. Fabbricarono con terre e metalli rari. Dalla pietra bianca delle mon¬tagne e da quella nera delle eruzioni vulcaniche, essi scolpirono le immagini della propria grandezza e somiglianza, e le adorarono. L'apoteosi del sé non poteva andare oltre".
Oltre al Sole, il clero conosceva e custodiva altri simboli, tra cui la concezione della Trinità nell'Unità. La Trinità nel suo significato più sacro non fu mai divulgata, ma la Trinità personificante i poteri co¬smici dell'universo come Creatore, Conservatore e Distruttore, divenne di dominio pubblico per qual¬che indiscrezione nel tempo dei Turaniani. Quest'idea fu ancora più materializzata e degradata dai Se¬miti, in una trinità strettamente antropomorfa, consistente di padre, madre e figlio. Un'ulteriore degenerazione avvenne nel tempo dei Turaniani. Praticando la stregoneria, molti vennero a conoscere l'esistenza di potenti elementali (forme energetiche, n.d.r.), creati o animati dalla loro forte volontà. Gli uomini si erano talmente degradati, che si misero ad adorare queste semicoscienti creature dei loro cattivi pensieri ...
... La parola sacra della Razza atlantiana è Tau mentre quella della quinta Razza è Om.
Cosa rimane dei popoli atlantidei? (7)
Della prima e seconda sottorazza atlantiana non esistono discendenti puri, ma lo scheletro dell'"uomo Furfooz" è un buon esemplare della prima e quello dell'"uomo CroMa¬gnon" della seconda. La terza (Toltec) rimane ancora negli "Indios" del Sud e Centro America e nei pellirosse degli Stati Uniti e del Canadà. La quarta sottorazza (Turaniani) emigrò dall'Atlan¬tide e dirigendosi verso oriente, oltre Babilonia, lun¬go il fiume Giallo, scese nelle pianure della Cina. È rappresentata oggi in certe parti della Cina da una razza Cinese gialla e alta di statura, affatto distinta dai Cinesi della settima sottorazza. Dei Semiti ori¬ginari, quinta sottorazza, si vedono oggi i discendenti negli Israeliti di tipo puro o nei Kabili dell'A¬frica settentrionale. La sesta, o Akkadiana, era rap¬presentata dai Fenici che commercia¬vano nel Medi¬terraneo; e la settima, o Mongola, si sparse divenendo la moderna razza Cinese. L'inizio della Legge di causa ed effetto (8)
Il livello evolutivo raggiunto dai Semiti (quinta sottorazza atlantiana), era tale che Coloro che gli ave¬vano guidati fino ad allora e da cui dipendevano le loro vite, decisero di insegnar loro a gestirsi da soli, fornendo le indicazioni su come comportarsi e implementando così la Legge di causa ed effetto (o Legge del karma). In questo insegnamento veniva sancito che solo l'ubbidienza alla Legge avrebbe permesso una vita senza problemi, essendo i problemi stessi generati da ogni tipo di trasgressione. Fatto che viene rias¬sunto in una massima assai significativa: "Noi non siamo mai puniti per i nostri peccati, ma dai nostri peccati". Una testimonianza della geologia (9)
Nell'estate 1896 una nave fu impegnata nella posa del cavo sottomarino che unisce Brest a capo Cod. Il cavo si ruppe a ovest di Parigi ed a circa 900 chilometri a nord delle isole Azzorre. La profondità dell'oceano, in quel punto, era di 3100 metri.
Il tentativo di ripescarlo a mezzo di ramponi fallì più volte perché il grappone restava impegnato in rocce dalle punte dure e spigoli aguzzi. Tutte le schegge che rimasero attaccate ai grapponi erano di una lava vetrosa, avente la composizione chimica dei basalti, chiamata tachilite. Una tale lava, intera¬mente vetrosa, può consolidarsi solo sotto l'effetto della pressione atmosferica e non certamente 3000 m. d'acqua.
Con questo fatto divenne evidente che il fondo dell'A¬tlantico, a 900 chilometri a nord delle Azzorre, era una terra emersa quando è stata coperta da colate di lava e solo in un secondo tempo è sprofondata a 3000 metri di profondità. Conclusione: tutta una regione al nord delle Azzorre, che comprende forse le Azzorre, e della quale dunque queste isole non sarebbero che le visibili rovine, si è sprofondata molto recentemente, probabilmente nell'epoca che i geologi chiamano attuale. Le testimonianze della paleontologia (10)
Le testimonianze della paleontologia confermano e completano quella dei geologi. Sommamente inte¬ressanti sono a questo proposito le conclusioni cui giunse, qualche decennio fa, il naturalista francese Luigi Germain, che fece oggetto di attenti studi la fauna e la flora delle Azzorre, di Madera, delle Ca¬narie e del Capo Verde. Le sue osservazioni conclusero (C. R. Ac. des Sc., 20 settembre 1911) che, effettivamente, verso la metà dell'evo terziario, i detti quattro arcipe¬laghi formavano una sola terra unita a nord con la penisola iberica, a sud con la Mauretania, ad ovest con le Bermude e con le Antille. Alla fine del ter¬ziario, in conseguenza di vasti movimenti orogenici sopravviene lo spezzettamento... ciò che ne restò, avrebbe formato l'Atlantide di cui parla Platone.
Ma durante il terziario, e fino ai tempi del pliocene, il continente che abbracciava gli arcipelaghi era rimasto unito, come si è detto, con la penisola iberica: ciò è provato dalla sopravvivenza dei molluschi o dei ve¬getali del pliocene nelle Canarie e nelle Azzorre.
Anche sir C. Wyville Thomson trovò che alcuni esemplari della fauna della costa del Brasile, raccolti dal fondo del mare per mezzo della sua draga, sono si¬mili a quelli della costa Lusitana. Ripetiamo che il continente terziario dell'Atlantico ha dovuto comprendere almeno una parte delle An¬tille, non poten¬dosi altrimenti spiegare la singolare ripartizione dei molluschi "Oleacinidae", i quali non vivono che nell'America centrale, nelle Antille, nelle Canarie, nelle Azzorre, ed in una parte del bacino del Mediterraneo.
Inoltre, quindici varietà di molluschi marini vivono soltanto nelle Antille e sulle coste del Portogallo; non li si ritrova in nessun altro luogo, né questa coesistenza può spiegarsi col trasporto degli embrioni per la via delle correnti marine. Perciò gli zoologi sono stati costretti, dalla riunione di tutte queste os¬servazioni, ad ammettere l'esistenza di un grande continente mioce¬nico, che si spezza dapprima dal lato delle Antille, e poi, al pliocene, dal lato dell'Africa, originando l'isola di Poseidone.
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Riferimenti bibliografici 1) Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda, 1996. 2) Leo e Viola Goldmen, Amore e Saggezza, pag. 74 Edizioni Sysntesis, Lecco, 1996. 3) Ibid, pag, 74. 4) Riassunto da: Mu, il continente perduto, di James Churchward, Edizioni SugarCo, S.r.l., Milano, 1975. 5) Riassunto da: La Cosmogonia dei Rosacroce, di Max Heindel, Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda (VR), 1996. 6) Arthur E. Powell, Il sistema solare, pag. 180-193, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO). 7) C. Jinarajadasa, Il mistero della vita e della forma, pag. 44 Edizioni Adyar, Settimo Vittone (TO). 8) Riassunto da: La Cosmogonia dei Rosacroce, di Max .Heindel, Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda (VR), 1996. 9) Da una conferenza di P. Termier all'istituto Oceanografico di Parigi, il 30 maggio 1912. 10) Giacomo Perrone, Atlantide, Leggende e testimonianze, pag. 118, Edizioni Tilopa, Teramo, 1986.
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