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Inserito il - 16/03/2011 : 11:37:30
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Le autorità giapponesi ricorrono al cover-up
15 marzo 2011
La vera portata della crisi nucleare è stata nascosta dalle autorità giapponesi, grazie all’aiuto di mass media servili.
Tutti i reattori nucleari, colpiti dal terremoto, presso l’impianto di Fukushima sono a rischio di fusione del nocciolo, esplodendo avvierebbero una reazione a catena che culminerebbe nel più grave disastro nucleare mai registrato nel mondo, provocando danni ingenti anche negli stati uniti grazie alle nubi radioattive – questa è la portata del problema che si trova ad affrontare il Giappone, come hanno ammesso per la prima volta, alcuni funzionari, dicendo che tre reattori nucleari stanno già fondendo il nocciolo.
Mentre i media tradizionali continuano a discutere sulla definizione di “fusione del nucleo”, mentre senza dubbio si rigurgitano le dubbie tesi dei funzionari giapponesi, che sostengono che le due esplosioni presso l’impianto sono state causate da idrogeno pressurizzato, degli isotopi radioattivi di cesio-137 e iodio-121 sono stati rilevati da degli elicotteri che volavano a 160 km (100 miglia) di distanza dalla centrale nucleare, il che può voler dire solo una cosa: rispondendo con le parole del Seattle Times: “Uno o più dei nuclei del reattore sono gravemente danneggiati e, parzialmente fuso”.
Dopo aver affermato per tre giorni che le esplosioni non hanno intaccato il nucleo del reattore e a sminuire la gravità della situazione, i funzionari giapponesi sono stati costretti ad ammettere l’ovvio, cioè che delle barre di combustibile nucleare in tre reattori si stanno sciogliendo. Data la sequenza degli eventi, è del tutto probabile che tutti e sei i siti del reattore procederanno verso la fusione del nocciolo per poi iniziare a vomitare particelle radioattive nell’atmosfera che minacceranno non solo i cittadini giapponesi, ma anche coloro che vivono sulla costa occidentale degli Stati Uniti.
Le due esplosioni hanno già compromesso le strutture circostanti. Decine di migliaia di persone sono state evacuate da una zona di 20 km attorno alla centrale che continua ad allargarsi. Gli ultimi rapporti indicano che la zona di esclusione è già di 50km e in espansione. Le vittime nelle immediate vicinanze degli impianti nucleari possono essere di gran lunga superiore a quelle registrate.
Le autorità giapponesi, presumibilmente nel tentativo di evitare il panico, si sono impegnati in una operazione di cover-up sulla reale portata della crisi di Fukushima dall’inizio fino alla fine, e sono stati in gran parte aiutati da un blocco mediatico che ha pedissequamente ripetuto come un pappagallo le loro menzogne , nonostante il fatto che vi sia già una lunga storia sui cover-up giapponesi nelle vicende atomiche. Questa tattica ha solo messo il popolo giapponese maggiormente in tensione.
Nel disgusto spettacolo di media pagati dalle corporazioni che si mettono il bavaglio, una manciata di esperti nucleari stanno tentando di farsi sentire.
Come riportato dalla BBC:
“L’Ingegnere giapponese Masashi Goto, che ha contribuito a progettare la nave per il contenimento del nocciolo del reattore di Fukushima, afferma che il progetto non avrebbe retto a terremoti e tsunami e il costruttore della centrale, Toshiba, lo sapeva.“
Sig. Goto afferma che il suo più grande timore è che gli scoppi al reattore numero 3 e al numero 1 reattori possano aver danneggiato il rivestimento d’acciaio della struttura di contenimento progettata per fermare la fuga di materiale radioattivo nell’atmosfera.
Aggiunge che il reattore utilizza MOX (ossidi misti) di carburante, il punto di fusione è inferiore a quello del combustibile convenzionale. In caso di crollo ed esplosione, dice, il plutonio potrebbe estendersi su una superficie fino a due volte quella stimata in un’esplosione convenzionale di combustibile nucleare. Le prossime 24 ore saranno critiche, dice.
Goto avverte che le autorità giapponesi hanno soppresso la vera gravità della crisi e che ci sia un grave rischio per una esplosione, che farebbe fuoriuscire il materiale radioattivo che si diffonderebbe in un’area molto vasta – oltre la zona di evacuazione di 20 km istituita dalle autorità”, aggiungendo che nella peggiore delle ipotesi si verrebbe a creare “una Chernobyl al cubo”, creando un effetto simile ad un “Vulcano che erutta materiale radioattivo”.
L’esperto nucleare Joe Cirincione avverte che le radiazioni provenienti dalle potenziali fusioni del nocciolopotrebbero estendersi fino alla costa occidentale degli Stati Uniti, una minaccia che rappresenterebbe una “crisi senza precedenti”.
Yoichi Shimatsu, ex direttore del Japan Times, afferma che dopo una riunione di governo di alto livello, ” le agenzie giapponesi non rilasceranno più reportage indipendenti senza la previa autorizzazione del vertice”.
Il Professor Richard Wakeford, un esperto nucleare dell’Università di Manchester, ha detto ieri: ‘Se il combustibile non viene raffreddato dall’acqua potrebbe diventare così caldo da cominciare a fondere, – se tutto il carburante rimane scoperto si assisterebbe ad una fusione nucleare su larga scala.’
Sembra che le cose stiano diventando critiche: Shaun Burnie, un consulente indipendente per l’energia atomica, avverte che la crisi nucleare in Giappone è molto peggio di quello che sembra:
http://www.youtube.com/watch?v=lVCWGc173ic
Gli Stati Uniti hanno spostato una delle loro portaerei dalla zona, a 160 km di distanza dopo aver rilevato un basso livello di radiazioni.
Il governo giapponese sta minimizzando la portata del disastro, tuttavia, gli esperti hanno sottolineato che essa è l’ultima di una serie di cover up su faccende simili.
Il documentario del regista Tony Barrell ci mostra come nel 2003 molti reattori in tutto il paese sono stati spenti dopo che è emerso che la Tokyo Electric Power Company (TEPCO) abbia tenuto nascosto molti incidenti.
“Hanno dovuto chiudere 17 stabilimenti nel 2003 perché hanno falsificato i documenti su cosa era successo nei loro stabilimenti”.
“Sono state messe in pericolo vite, sgretolati i protocolli di sicurezza e per coprire tutto questo insabbiamenti. Le persone facevano finta che non fosse successo nulla “.
Nel caso anche gli altri reattori fondessero, l’intero paese potrebbe diventare una discarica nucleare e le radiazioni potrebbero sommergere vaste aree del pianeta, portando a un gran numero di tumori e future malformazioni congenite.
Fonte: neovitruvian.wordpress.com
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La catastrofe nucleare in Giappone è un perfetto esempio di "Cigno Grigio"
16 marzo 2011
Sono anni ormai che il mondo capitalista post moderno in particolare, e l'intero pianeta in generale, sta vivendo una serie di eventi straordinari che stanno mettendo a dura prova tutte le sue sicurezze di supremazia finanziaria, tecnologica, sociale, filosofica e ambientale. Questo ventunesimo secolo sta sperimentando l’evolversi incredibile di una serie dei “cigni neri” (ref. Il cigno nero: Come l'improbabile governa la nostra vita, edit. Il Saggiatore, 2008) che continuano a verificarsi e susseguirsi senza interruzione.
Secondo Taleb un “Cigno Nero è un evento isolato e inaspettato, che ha un impatto enorme, e che solo a posteriori può essere spiegato e reso prevedibile”; ossia un evento “a bassissima probabilità, e altissimo potenziale di danno" (Federico Rampini, La Repubblica).
Nassim Taleb, nel suo libro scrive: “Un singolo evento è sufficiente a invalidare un convincimento frutto di un'esperienza millenaria. Ci ripetono che il futuro è prevedibile e i rischi controllabili, ma la storia non striscia, salta. I cigni neri sono eventi rari, di grandissimo impatto e prevedibili solo a posteriori, come l'invenzione della ruota, l'11 settembre, il crollo di Wall Street e il successo di Google. Sono all'origine di quasi ogni cosa, e spesso sono causati ed esasperati proprio dal loro essere imprevisti. Se il rischio di un attentato con voli di linea fosse stato concepibile il 10 settembre, le torri gemelle sarebbero ancora al loro posto. Se i modelli matematici fossero applicabili agli investimenti, non assisteremmo alle crisi degli hedge funds".
Il Giappone è un Paese molto interessante è stato ampiamente studiato e analizzato da tanti saggisti, come ad esempio nel suo libro “Collasso” Jared Diamond, dimostra la vulnerabilità del Giappone come società a rischio di estinzione ma ci informa anche della loro capacità di capire e di trovare quelle soluzioni capaci di farli sopravvivere a lungo, infatti egli scrive: “L'intero globo è oggi un tutt'uno autosufficiente e isolato, come lo erano un tempo l'isola di Tikopia e il Giappone dell'era Tokugawa. Come fecero i tikopiani e i giapponesi, anche noi dobbiamo capire che non esiste nessun'altra isola (nessun altro pianeta) cui potremmo rivolgerci per chiedere aiuto, o sulla quale potremmo esportare i nostri problemi. Anche noi, come questi popoli, dobbiamo invece imparare a vivere nei limiti dei nostri mezzi".
I Giapponesi hanno sempre capito che il “big one" prima o poi si sarebbe manifestato, e si sono sempre preparati ad affrontare tale evento. Però nello stesso tempo la fame capitalista e tecnologica, ha spinto tale paese a dotarsi di 55 Centrali nucleari. Malgrado ciò la domanda energetica giapponese fa si che questo paese dipenda ancora per il 75% dal petrolio, e che il governo giapponese debba investire sulla costruzione di ulteriori 40 centrali (libro bianco giapponese). Oggi il Giappone ha una strategia energetica di lunga durata ma dimostra che comunque questa non basta, proprio perché è un’Isola, fortemente urbanizzata e altamente energivora.
La Catastrofe di ieri è un perfetto esempio di "Cigno Grigio", sempre secondo Taleb, un Cigno Grigio è un Cigno Nero di cui si ha un'idea generale della probabilità che si verifichi, ed i cui effetti sempre sovversivi sono stati ridotti grazie all'adozione di politiche ed azioni di prevenzione (come appunto hanno fatto i Giapponesi). Tuttavia anche il cigno grigio rimane un evento ad alta probabilità catastrofica: il mix terremoto (8.9 scala Richter, seguito da altri di scala più bassa ma altrettanto devastanti) e Tsunami era un evento probabile per i Giapponesi ma non atteso, ed è soltanto grazie al loro impegno nel trovare le soluzioni capaci di limitare i danni o addirittura evitarli che il numero delle vittime (tragico comunque) sia rimasto limitato; la maggior parte dei danni e dei morti è stato causato dal micidiale tsunami e dalla forma geografica di Sendai (territorio piatto e basso). Tuttavia non tutto in Giappone ha retto, una diga che cede portando all’annientamento di un villaggio intero, alcuni palazzi che crollano, il deposito carburante che si incendia, ma soprattutto l’emergenza nucleare di Fukoshima e qui tornano i nodi al pettine.
Gli argomenti dei nuclearisti super-convinti sono fondamentalmente tre, le centrali nucleari:
- Non emettono CO2
- Coprono il GAP energetico dovuto alla crisi del petrolio
- Sono sicurissime
Tutti tre questi argomenti sono fallaci, le analisi del ciclo di vita di una centrale nucleare (LCA) mostrano che le emissioni di CO2 e altri gas climalteranti sono presenti e verificati soprattutto durante la prima fase (estrazione, trasporto, costruzione delle pompe, sistemi elettronici, sistemi idraulici, spostamento terra, installazione impianti, ecc …) tale argomento è simile a quello spesso usato contro il fotovoltaico.
Non esiste oggi un Paese al Mondo possessore di centrali nucleari che sia stato capace di ridurre il GAP energetico dovuto alla crisi del Petrolio e alle sue necessità energivore. Cina, Giappone, USA, Francia ecc … ne sono un grandissimo esempio. Tutti erano partiti con la convinzione di poter risolvere la loro dipendenza dal petrolio costruendo tante centrali nucleari (in Giappone sono circa 55 centrali di diversa grandezza), tuttavia ancora oggi continuano a dipendere fortemente sia dal petrolio che dal gas.
Le centrali nucleari attuali, contrariamente a quella di Chernobyl, sono sicure? Probabilmente si, ma realmente non lo sono. Proprio perché è soprattutto sulle Centrali Nucleari che la teoria del “Cigno Nero” o del “Cigno Grigio” è fortemente applicabile e ciò dovrebbe invitarci alla prudenza: La probabilità che un evento qualsiasi possa portarci ad un nuovo disastro nucleare esiste ed è sempre alta in quanto un qualsiasi evento pur essendo a bassissima probabilità, il suo potenziale di danno è altissimo e estremamente costoso. Il rischio di catastrofe nucleare a Fukoshima esiste, intanto sono due le centrali che non riescono a raffreddare il reattore, una delle quali ha già avuto un’esplosione ed un incremento delle radiazioni; riporto dal Corriere della Sera online di oggi “… l'esplosione sarebbe stata molto più potente delle iniziali stime, al punto che si sarebbe polverizzata la gabbia di esterna di contenimento di uno dei reattori. Il tetto e parte delle mura dell'edificio sono crollate e alcuni operai sarebbero rimasti feriti”. Eppure si tratta di Centrali a prova di sisma.
Mi permetto un ultimo argomento a sfavore delle Centrali Nucleari. Il reattore nucleare deve essere raffreddato e questo si fa prima di tutto con l’acqua (i refrigeranti sono costosissimi e vanno bene per le emergenze come è il caso di Fukoshima”. Si stima che un impianto da 1000 Megawatt (Caorso era da 830 Megawatt) richiederebbe per il raffreddamento quasi un terzo dell’acqua che scorre nel Po a Torino.
L’Italia non è immune da “Cigni Neri” e non è nemmeno capace di prevenire o minimizzare gli impatti di un evento “considerato improbabile” cioè non è capace di trasformare un cigno nero in un cigno grigio. Questo è un motivo in più per riflettere ed essere molto cauti.
Fonte: Dr. Toufic El Asmar Fonte: aspoitalia.blogspot.com
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