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Inserito il - 15/07/2010 : 19:30:28
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Metà dei suicidi nel pianeta avviene in Cina
15 luglio 2010
Un altro vergognoso primato: metà delle morti per suicidio nel pianeta avviene in Cina, paese che registra anche il più alto tasso di suicidio femminile al mondo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la Cina rurale è l’unico luogo al mondo dove le donne si tolgono la vita in maggior numero degli uomini.
Nell’ospedale di Quinglong, regione dello Habei, in un solo mese si sono registrati 16 ricoveri per tentato suicidio, di cui 11 donne.
Le statistiche diffuse dall’OMS parlano di 1.500.000 donne cinesi che, ogni anno, tentano il suicidio, 156mila decedute. Il capo del settore ricerca dell’ospedale Hui Long Guan di Pechino dichiara che la cifra è “inverosimilmente bassa”, visto che i decessi non vengono registrati regolarmente. È curioso notare come i dati relativi ad anni diversi siano stranamente simili ma con una strategica approssimazione al minimo: nel 2003 si parla di 287mila decessi (di cui 156mila donne) e, nel 2007, di 280mila.
Il governo di Pechino, si alimenta delle solite falsità. Nasconde dati che rivelano un paese dolorante nelle cui campagne si tolgono la vita 30 donne su 100mila abitanti, una percentuale doppia rispetto alla media mondiale. Un dato impressionante.
Viene il sospetto che il regime comunista abbia bisogno di fornire un’immagine “edulcorata” della condizione del popolo cinese e che la propaganda continui ad essere considerata il miglior sistema per ottenebrare le menti.
Ma i fatti parlano da soli. La soglia della povertà, nelle zone rurali della Cina, è abbondantemente oltrepassata anche per i parametri di Pechino che, con la sua inumana politica, non prevede aiuti per la sussistenza dei lavoratori delle campagne. La vita in questi luoghi è insopportabile. Schiacciate dal troppo lavoro nei campi e in famiglia, oppresse dall’angoscia per la sopravvivenza, vittime di soprusi e della mancanza totale di rispetto, molte donne soffrono di una profonda depressione che le spinge a togliersi la vita. Un detto comune tra gli uomini cinesi è: “sposare una donna è come comprare un cavallo: posso cavalcarlo e picchiarlo ogni volta che voglio”. È perfettamente comprensibile che tali condizioni di vita inducano in molte donne il desiderio di morire.
La maggior parte di loro si avvelena con i pesticidi, sostanze facilmente reperibili in grandi quantità. Dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità relativi agli ultimi 10 anni, parlano di una percentuale del 60-90% di suicidi avvenuti per ingestione di pesticidi. Le morti aumentano in maniera spaventosa a causa dell’impossibilità di un soccorso immediato (il trasporto dai villaggi rurali isolati ai centri sanitari è difficoltoso) e dell’insostenibilità delle spese dovute alle cure mediche.
Ma di quali diritti umani si può parlare in un paese dove la dittatura nazi-comunista genera tali orrori?
Fonte: unmadeinchina.org
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