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Inserito il - 20/05/2010 : 10:31:33
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In Italia emergenza epatiti
19 maggio 2010
Due milioni di italiani malati, molti dei quali "sommersi", e qualcosa come 10.000 decessi ogni anno (a causa soprattutto delle complicazioni in forma di cirrosi e tumore), ossia 50 volte più dell'Aids. Quelli dell'Epatite B e C sono numeri da vera epidemia, anche se sottovalutata. Se ne è parlato al convegno “Epatiti Summit 2010 - Un'emergenza sommersa: opinioni e strategie a confronto”, organizzato al Senato in occasione della Giornata Mondiale delle Epatiti.
Le associazioni di specialisti e di pazienti presenti hanno elaborato una serie di richieste: riconoscimento delle epatiti da virus HBV (epatite B) e HCV (epatite C) come problema di salute pubblica e loro inserimento nei progetti previsti dal Piano Nazionale della Prevenzione e nei programmi del CCM (Centro di Controllo delle Malattie) del Ministero della Salute. Stanziamento, quindi, di risorse mirate a rafforzare le attività di prevenzione, come vigilanza sulle strutture che praticano piercing e tatuaggi, offerta di vaccinazione anti-epatite B agli immigrati provenienti da Paesi a rischio (Est europeo, Russia, Cina, bacino Sud Mediterraneo), ai conviventi di portatori del virus B, a tossicodipendenti e detenuti; promuovere la diagnosi precoce nelle persone a rischio di essere state infettate; creare registri di notifica sulle nuove diagnosi e la mortalità da epatiti virali croniche; incentivare ricerca e formazione continua indipendenti; sostenere le associazioni di volontariato che aiutano pazienti e familiari.
“Le epatiti B e C costituiscono una vera e propria 'emergenza sommersa, con un forte impatto di salute pubblica, e necessitano di essere scoperte per tempo, per poterle affrontare e tenere sotto controllo”, ha sottolineato Giampiero Carosi, Direttore dell'Istituto di Malattie Infettive e Tropicali all'Università di Brescia e Presidente SIMaST. “La strada è quella di identificare i portatori del virus attraverso lo screening delle persone ad alto rischio di infezione, promuovendo nel contempo adeguati interventi di informazione e di sensibilizzazione della popolazione”, ha proseguito. “Per questo è necessario un forte impegno congiunto da parte di Istituzioni, mondo scientifico, associazioni di volontariato”, ha aggiunto Carosi.
Si stima che in Italia vivano circa 2 milioni di persone con infezione cronica da virus epatitici HBV e HCV. “Circa 600.000 sarebbero i portatori del virus dell'epatite B e 1.600.000 quelli del virus dell'epatite C”, ha ricordato Alfonso Mele, Direttore del Reparto di Epidemiologia Clinica e Linee Guida, dell'Istituto Superiore di Sanità. La maggior parte di queste persone non sa di aver contratto l'infezione, dal momento che le epatiti virali croniche rimangono spesso silenti per lunghi anni. Tuttavia, una parte dei portatori manifesta la malattia sotto forma di cirrosi epatica - “230.000 sono i casi in Italia nell'infezione da HCV e 100.000 nella HBV”, ha detto ancora Mele - scompenso e tumore del fegato, che si traducono in circa 10.000 decessi ogni anno.
Una profonda analisi del problema è stata realizzata nel Documento di Indirizzo “Epatiti: un'emergenza sommersa”, nato dalla collaborazione tra tutte le organizzazioni promotrici del Convegno, con l'obiettivo di suscitare nella popolazione, nella classe medica e nell'Autorità sanitaria la coscienza di un problema generalmente trascurato. L'elaborato è stato presentato a nome del gruppo di lavoro da Mario Rizzetto, Direttore della Divisione di Gastroepatologia all'Ospedale Molinette di Torino. “Il documento - ha spiegato Rizzetto - è nato dall'esigenza di fare luce sugli aspetti più critici della prevenzione e della gestione delle infezioni da HBV e HCV, al fine di identificare gli strumenti per correggere e migliorare il controllo di quello che è un vero e proprio problema ad elevato impatto, che tuttavia ha sinora ricevuto scarsa attenzione nei piani di politica sanitaria e di supporto alla ricerca scientifica. La lotta a malattie infettive meno rilevanti da un punto di vista numerico, ma di grande effetto emotivo e mediatico come l'AIDS, che provoca in Italia circa 200 decessi l'anno a fronte dei circa 10.000 attribuibili alle epatiti, può contare su un dispiegamento di forze decisamente più imponente”, ha concluso.
Fonte: salute.agi.it
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