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Inserito il - 19/05/2010 : 09:59:15
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E' facile smettere di fumare, se sai come farlo!15
(di Carr Alle )
(XV parte)
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Capitolo 32
- Il metodo facile per smettere -
Questo capitolo contiene le istruzioni per smettere di fumare: seguile e scoprirai che il farlo potrà variare dall'essere abbastanza facile all' incredibilmente piacevole, e ricorda che "il cattivo cuoco è quello che non segue le ricette!".
È molto facile smettere di fumare. Tutto quel che devi fare è:
1. decidere che non fumerai mai più.
2. non sentirti triste pensandoci sopra; ma, anzi, siine lieto.
A questo punto ti chiederai: "Che bisogno c'era di tutto il libro? Perché non dirlo all'inizio?".
La risposta è che, se l'avessi fatto, prima o poi, pensando alla sigaretta ti saresti sentito triste, e di conseguenza avresti cambiato decisione; ti sarà già successo altre volte.
Come ho detto precedentemente quella del fumo è una trappola sinistra e insidiosa e il problema maggiore non è la dipendenza chimica ma il lavaggio del cervello. È stato quindi necessario, per prima cosa, esplorare e smantellare i miti e le illusioni che sostengono il fumare perché, per sconfiggere facilmente un nemico, prima devi conoscerlo e scoprirne le tattiche.
Ho passato buona parte della vita cercando di smettere e, ogni volta, soffrivo per settimane la depressione più nera. Quando finalmente ci sono riuscito, da cento sigarette al giorno sono passato a zero senza alcun tormento, anzi con piacere anche durante il periodo di astinenza, e da allora non ne ho più sentito il benché minimo desiderio. È stata la cosa più fantastica che mi sia mai successa.
Non riuscivo a capire come mai fosse stato così facile e ho impiegato parecchio tempo a scoprirne la ragione che era: avevo la certezza' che non sarei mai tornato a fumare. Durante i precedenti tentativi, indipendentemente da quanto fossi determinato, stavo cercando di smettere sperando che, se fossi riuscito a resistere, prima o poi il desiderio se ne sarebbe andato. Ovviamente non se ne andava mai poiché aspettavo che mi succedesse qualcosa, e più mi sentivo intristito più desideravo una sigaretta, e meno scompariva il desiderio.
Il mio ultimo tentativo fu diverso. Come molti fumatori, avevo riflettuto parecchio sul problema. Fino a quel momento ogni volta che avevo fallito mi ero consolato pensando che sarebbe stato più facile la volta successiva, e l'idea di dover continuare a fumare per il resto della vita non mi aveva mai sfiorato la mente. Quando però presi in considerazione questa possibilità ne rimasi inorridito e iniziai a esaminare seriamente l'argomento.
Invece di accendere automaticamente le sigarette incominciai ad analizzare le mie sensazioni mentre fumavo. Questo non fece altro che confermare quel che già sapevo, e cioè che non erano piacevoli e che anzi erano cattive e disgustose.
Osservai i non fumatori. Fino a quel momento li avevo giudicati persone insipide, poco socievoli e pedanti. Esaminandoli con più attenzione mi resi conto che erano più forti e più rilassati dei fumatori.
Sembravano maggiormente in grado di far fronte agli alti e bassi della vita e di goderne di più gli aspetti piacevoli. Erano più energici e senz'altro avevano una marcia extra.
Iniziai a parlare con degli ex fumatori. Fino ad allora pensavo fossero persone costrette a smettere per questioni di salute o di denaro e che rimanesse loro un persistente desiderio segreto di fumare.
Qualcuno in verità mi disse: "Ogni tanto mi viene una fitta, un desiderio, ma sono così leggeri e rari che non vi presto attenzione!".
Ma la maggior parte mi rispose: "Se mi mancano le sigarette? Stai scherzando! Non sono mai stato meglio in vita mia!".
Parlare con gli ex fumatori sradicò anche un'altra mia convinzione: quella di avere un carattere fondamentalmente debole.
Improvvisamente mi resi conto che tutti i fumatori hanno questo incubo. Allora molto semplicemente pensai: "Milioni di persone smettono di fumare e vivono perfettamente felici. Non avevo bisogno di farlo prima di iniziare e ricordo di aver fatto una gran fatica ad abituarmi a queste schifezze. Quindi perché dovrei averne bisogno ora?". Inoltre non mi divertiva fumare, anzi odiavo tutto il disgustoso rituale e non volevo passare il resto della vita schiavo della nauseante sigaretta. Quindi mi dissi: "Alle, che ti piaccia o no hai fumato la tua ultima sigaretta!".
Sapevo, sin da quel momento, che non avrei mai più fumato. Non credevo sarebbe stato facile, anzi credevo il contrario. Ero assolutamente convinto che mi aspettavano mesi di profonda depressione e che avrei passato la vita a sentire ogni tanto la fitta del desiderio. Invece è stato piacevolissimo fin dall'inizio. Ho impiegato parecchio tempo a capire come mai quella volta fosse stato così facile e perché non avevo provato le terribili crisi d'astinenza.
La ragione è che non esistono; è il dubbio e l'incertezza che le causano. La splendida verità è che: è facile smettere di fumare.
Sono solo l'indecisione e l'avvilimento che lo rendono difficile. Il fumatore, anche quando è ancora dipendente dalla nicotina, può stare lungo tempo senza fumare senza accorgersene. È solo quando vuole una sigaretta e non può averla che soffre.
La chiave per rendere semplice il tutto è quindi prendere la decisione di smettere e considerarla certa e definitiva e, una volta presala, non sperare ma sapere che hai smesso. Mai dubitarne, mai rimetterla in discussione, ma anzi gioirne sempre.
Se avrai questa certezza sarà facile fin dall'inizio. Ma come puoi avere questa certezza? Questo è il motivo per cui anche il resto del libro è necessario. Ci sono dei punti essenziali che devi aver ben chiari nella mente prima di procedere.
1. Capire che puoi farcela. Non sei diverso dagli altri e l'unica persona che può obbligarti a fumare la prossima sigaretta sei soltanto tu.
2. Non stai rinunciando proprio a niente. Anzi, stai per ottenere dei vantaggi giganteschi; e non intendo semplicemente dire che sarai più sano e avrai più soldi, ma che sarai maggiormente in grado di godere i momenti felici della vita, e quelli infelici ti sembreranno più sopportabili.
3. Convinciti che non esiste una sola sigaretta: fumare è una tossicodipendenza e quindi una reazione a catena. Rattristandoti pensando alla sigaretta otterrai solo di punirti inutilmente. 4. Considera tutta la faccenda del fumo non come un'abitudine sociale che potrebbe farti male ma per quello che è: una tossicodipendenza. Ti piaccia o no, prendi atto del fatto che sei ammalato e non guarirai semplicemente mettendo la testa nella sabbia. Ricorda che, come tutte le malattie degenerative, quella di fumare non solo dura tutta la vita ma va ogni giorno peggiorando, e il momento migliore per guarire è ora.
5. Separa la malattia (cioè la dipendenza chimica, la tossicodipendenza) dall'atteggiamento mentale del fumatore e del non fumatore. Se venisse offerta a tutti i fumatori l'opportunità di poter tornare a quando non fumavano l'accetterebbero subito. Tu hai quest'opportunità oggi! Non pensarlo in termini di rinuncia; quando avrai deciso che hai fumato la tua ultima sigaretta a quel punto sarai già un non fumatore. Un fumatore è uno di quei poveracci che devono passare la vita distruggendosi con le sigarette mentre un non fumatore è chi non lo deve fare. Una volta presa la decisione definitiva avrai già ottenuto il tuo scopo. Rallegratene. Non deprimerti in attesa che la dipendenza chimica se ne vada ma esci e vai a goderti subito la vita.
La vita è splendida anche se si è ancora dipendenti dalla nicotina e, quando non lo sarai più, ogni giorno sarà meglio del giorno prima. La chiave per rendere facile smettere di fumare è l'essere certi che non si cederà durante il periodo di astinenza (massimo tre settimane).
Se hai un corretto atteggiamento mentale ci riuscirai facilmente.
A questo punto, se hai aperto la tua mente come ti avevo chiesto di fare all'inizio, avrai già preso la decisione di smettere e dovresti sentire una sensazione di eccitazione, come quella che prova un cane che tira il guinzaglio quando vuole correre; non vedi l'ora di liberarti dal veleno che hai nell'organismo.
Se, invece, ti senti abbattuto e infelice la ragione sarà una delle seguenti.
1. Qualcosa non è scattato nella tua mente. Rileggi i precedenti cinque punti e chiediti se li consideri veri. Se dubiti anche di uno solo, rileggi la parte del libro che lo riguarda.
2. Temi di non riuscirci. Non aver paura, continua a leggere. Ce la farai. Tutta la faccenda del fumo è come una truffa di proporzioni gigantesche. Anche le persone intelligenti possono venir truffate, ma è solo un pazzo chi, avendo scoperto la truffa, continua a farsi imbrogliare.
3. Non hai nulla da eccepire su quanto ho detto ma ti senti comunque triste. Non esserlo! Apri gli occhi. Sta succedendo qualcosa di fantastico. Stai per fuggire dalla prigione.
È importantissimo partire con l'atteggiamento mentale corretto:
"Non è fantastico?! Sono un non fumatore!".
Tutto quel che resta da fare è che quest'atteggiamento mentale rimanga anche durante il periodo d'astinenza, a cui sono dedicati i prossimi capitoli. Finito tale periodo non dovrai più strutturare il pensiero in un certo modo; ti verrà spontaneo, e l'unico interrogativo che rimarrà nella tua vita sarà: "È così chiaro! Perché non l'ho capito prima?".
Stai però attento ai due seguenti avvisi.
1. Aspetta a spegnere l'ultima sigaretta fino a quando non avrai finito il libro.
2. Ho menzionato diverse volte un periodo di astinenza di un massimo di tre settimane. Questo può essere frainteso. Per prima cosa potresti essere indotto a pensare di dover soffrire per tre settimane. Non è vero. In secondo luogo non cascare nella trappola di dirti: "Devo in qualche modo trattenermi dal farlo per tre settimane e poi sarò libero". Non succederà nulla tra tre settimane, non ti sentirai improvvisamente come un non fumatore. I non fumatori non hanno sensazioni diverse dai fumatori. Se in queste tre settimane l'idea di aver smesso di fumare ti rattrista, molto probabilmente continuerà a rattristarti anche dopo. Quel che sto cercando di spiegarti è che, se riesci a dirti sin d'ora: "Non fumerò mai più! Non è fantastico?", passate le tre settimane se ne andranno tutte le tentazioni. Se invece ti dici: "Se solo riesco a stare tre settimane senza fumare...!" allo scadere delle tre settimane morirai dalla voglia di accenderti una sigaretta.
Capitolo 33
- Il periodo di astinenza -
Per un massimo di tre settimane dall'ultima sigaretta potresti, ogni tanto, sentire dei sintomi d'astinenza dovuti a due cause ben distinte:
1. i sintomi d'astinenza da nicotina: quel senso di vuoto e insicurezza molto simile alla fame, che il fumatore erroneamente identifica come un forte desiderio o qualcosa legato alla gestualità.
2. la molla psicologica fatta scattare da certe situazioni, come ad esempio una conversazione telefonica.
Non capire la differenza tra questi due fattori rende difficile smettere di fumare con il "Metodo della Forza di Volontà", ed è anche la ragione per cui molti fumatori che c'erano riusciti ricascano nella trappola.
Anche se l'astinenza da nicotina non procura alcun dolore fisico non va sottovalutata. Parliamo di "morsi della fame" se stiamo un giorno senza mangiare, anche se questi si manifestano come "brontolii dello stomaco", senza un vero dolore fisico. Ma anche così la fame ha un grande potere su di noi, che diventiamo irascibili in mancanza di cibo. La stessa cosa succede per l'astinenza da nicotina. Ma vi è una gran differenza tra le due: mentre il nostro corpo ha bisogno di mangiare, non ha certo bisogno di venir avvelenato.
Con la corretta disposizione di spirito, i sintomi di astinenza sono facilmente superabili e scompaiono rapidamente.
Anche quando il fumatore usa il "Metodo della Forza di Volontà", se riesce a stare qualche giorno senza fumare, i sintomi d'astinenza da nicotina scompaiono in fretta. È il secondo punto a creare difficoltà: il fumatore ha preso l'abitudine di alleviare i sintomi d'astinenza in certi momenti e in certe situazioni, e questo crea le associazioni mentali (per esempio caffè-sigaretta). Sarà più facile capirlo con un esempio.
Da anni hai un'automobile con la levetta delle frecce d'indicazione posizionate alla sinistra del volante; cambi automobile e, nella nuova, la stessa levetta è posizionata a destra.
Lo sai, ma ciò nonostante, per un paio di settimane, ogni volta che vuoi azionare le frecce, metti invece in azione il tergicristallo.
Smettere di fumare è molto simile. Durante i primi giorni del periodo d'astinenza certi momenti faranno scattare i meccanismi d'automatismo comportamentale, e penserai: "Voglio una sigaretta".
È importantissimo far fronte al lavaggio del cervello fin dall'inizio: questo farà in modo che gli automatismi scompaiano velocemente.
Con il "Metodo della Forza di Volontà", però, poiché il fumatore è convinto che sta rinunciando a qualcosa, quando s'accorge di questi automatismi si rattrista, e aspetta che il desiderio di fumare se ne vada, ma così facendo lo esaspera invece di liberarsene.
Una delle classiche "molle" è la cena, soprattutto al ristorante con gli amici. L'ex fumatore è già triste perché vive un senso di privazione, che viene ulteriormente acuito quando i suoi amici si accendono una sigaretta. A questo punto non sta godendo né la cena né la piacevole compagnia. Poiché il suo cervello è costellato dalle associazioni mentali (cena-sigaretta, compagnia-sigaretta), egli si sente ulteriormente depresso, e le insidie del lavaggio del cervello aumentano sempre più. Se è ben determinato e riesce a resistere per un tempo sufficiente, prima o poi accetta la cosa e continua la sua vita. Ma parte del lavaggio del cervello gli rimane, e questo genera le figure più tristi nel panorama del fumo: quelle persone che hanno smesso da anni, ma in certe situazioni vorrebbero ancora una sigaretta. Si struggono per un'illusione che esiste solo nella loro mente, e si torturano inutilmente.
Anche col mio sistema la risposta agli automatismi è la maggior causa di fallimento. L'ex fumatore tende a vedere la sigaretta come uno zuccherino o un placebo e pensa: "Capisco che la sigaretta non fa nulla per me; ma, se credo che lo faccia, in talune occasioni mi può essere d'aiuto".
Uno zuccherino, anche se non offre alcun rimedio fisico, può offrire un notevole aiuto psicologico per alleviare veri sintomi e può quindi essere un beneficio. La sigaretta però non è uno zuccherino:
crea i sintomi stessi che allevia e, dopo un po' di tempo, smette addirittura di alleviarli completamente. La "pastiglia" diviene la causa della malattia e, in aggiunta, è anche il veleno al primo posto come causa di decessi nella nostra società.
Magari ti sarà più facile capire questa catena di causa-effetto se relazionata a un non fumatore o a un fumatore che ha smesso di fumare da vari anni. Facciamo l'esempio di una donna alla quale muoia il marito. Non è raro che in questo tipo di circostanze un fumatore, con le migliori intenzioni, le dica: "Fuma una sigaretta. Ti aiuterà a calmarti".
La sigaretta, se accettata, non avrà alcun effetto calmante perché la donna, non essendo dipendente dalla nicotina, non deve alleviare alcun sintomo di astinenza. Al massimo le darà una temporanea spinta psicologica ma, appena spenta, il lutto iniziale sarà ancora presente. Anzi, quest'ultimo sarà aumentato perché ora la donna soffre di sintomi d'astinenza, e la sua scelta è sopportarli o cercare di alleviarli fumando un'altra sigaretta, iniziando così una tragica reazione a catena. Tutto quello che ha fatto la sigaretta, nella migliore delle ipotesi, è dare una momentanea spinta psicologica, spinta che si sarebbe potuta ottenere offrendo semplicemente una parola di conforto. Molti non fumatori ed ex fumatori sono cascati nella trappola proprio in situazioni di questo genere.
Ho detto che è necessario far fronte fin dall'inizio al lavaggio del cervello. Tienilo bene a mente: non hai bisogno della sigaretta, e continuando a vederla come un aiuto o una spinta non fai che torturarti. Non c'è ragione di sentirsi triste. Le sigarette non completano o migliorano le cene o le occasioni sociali: le rovinano. Ricordati anche che a cena il fumatore non fuma perché gli piace ma perché deve farlo, perché è un tossicodipendente che senza le sigarette non riesce a godersi né un pranzo né la vita stessa.
Abbandona anche la convinzione che fumare sia, di per sé, una piacevole abitudine. Molti fumatori pensano: "Se solo ci fosse una sigaretta pulita!". Ci sono sigarette pulite, quelle alle erbe, ma qualunque fumatore che le abbia provate ti direbbe che sono una perdita di tempo perché, ricordalo, l'unico motivo per cui si fuma è assumere la nicotina. Una volta che ti sarai liberato dal desiderio di nicotina avrai la stessa voglia di metterti una sigaretta in bocca come l'avrai di metterla in un orecchio.
Che la fitta di desiderio derivi dai veri sintomi di astinenza fisica (la sensazione di vuoto) o sia dettata da automatismi, accettala; non c'è alcun dolore fisico e, con la giusta disposizione mentale, smette di essere un problema.
Non preoccuparti dell'astinenza perché le sensazioni di per sé sono impercettibili. È associarle al voler fumare e sentirselo negato che crea il problema. Invece di piangere, dì a te stesso: "So cos'è. Sono i sintomi d'astinenza da nicotina, gli stessi di cui soffrono i fumatori durante tutta la vita e che li spingono a fumare. Chi non fuma non ne soffre.
Un altro degli aspetti terribili di quella droga. Per fortuna me me sto liberando. Non è fantastico ?!".
In altre parole, potrebbe essere che per le prossime tre settimane ti sentirai in un leggero stato traumatico, ma durante questo periodo (e per il resto della vita) ricordati che sta succedendo qualcosa di splendido. Stai guarendo da una terribile malattia. Questo fatto farà assolutamente passare in second'ordine il leggero disagio che potresti provare e arriverai addirittura a godere dei sintomi d'astinenza.
Sì, diventeranno momenti di gioia.
Considera il processo di smettere di fumare come un gioco eccitante. Immagina il mostro della nicotina come un verme solitario che vive nel tuo stomaco; tu non devi dargli da mangiare per tre settimane e lui ti tenterà perché tu accenda una sigaretta per mantenerlo in vita.
A volte cercherà di farti sentire triste e ti coglierà spiazzato.
Qualcuno potrebbe offrirti una sigaretta e tu potresti dimenticare che non fumi più. Ricordandolo, potresti provare una leggera sensazione di privazione. Sii pronto. Qualunque sia la tentazione, ricordati che quella sensazione è generata dal mostro dentro di te e ogni volta che resisti gli inferisci un altro colpo mortale. Ma, qualunque cosa tu faccia, non cercare di non pensare alle sigarette. Questo sforzo causa ore di depressione ai fumatori che usano il "Metodo della Forza di Volontà" perché cercano ogni giorno di non pensarci operando, prima o poi, di dimenticarsene.
È come non riuscire ad addormentarsi; più ci preoccupiamo di non riuscirci e più difficile diviene prender sonno.
E comunque non sarai mai in grado di dimenticartene. Nei primi giorni sarà il "piccolo mostro" a ricordartelo; poi, finché ci saranno fumatori e una persistente e gigantesca pubblicità più o meno diretta, la memoria ti verrà continuamente sollecitata.
Ma non hai bisogno di dimenticare perché non sta succedendo nulla di terribile, anzi sta accadendo qualcosa di bellissimo e, anche ricordandolo mille volte al giorno, godi di ognuna di queste mille volte nella consapevolezza di come è meraviglioso essere di nuovo libero e di non doverti più soffocare ogni giorno. Come ho già detto, ti accorgerai che le fitte di desiderio diverranno momenti di piacere e sarai sorpreso dalla velocità con la quale ti scorderai del fumo. Comunque non dubitare mai della decisione che hai preso perché una volta che inizi a dubitare inizi ad avvilirti, e andrà peggiorando sempre più. Usa invece quell'attimo come una spinta e, se la causa del dubbio è un momento di depressione, ricordati che le sigarette non alleviano la depressione ma l'aumentano. Se un amico ti offre una sigaretta sii orgoglioso nel dirgli: "No, grazie. Non ne ho più bisogno". Questo potrebbe urtarlo ma, quando si accorgerà che non t'importa più del fumo, sarà a metà strada dal prendere la tua stessa decisione.
Ricordati che sono state motivazioni molto serie quelle che ti hanno portato a smettere. Ricordati le migliaia di euro che ti costerà accendere una sigaretta e chiediti se veramente vuoi correre il rischio di contrarre una delle numerose terribili malattie collegate al fumo.
Ma soprattutto ricordati che quel che provi, se spiacevole, è solo temporaneo e che ogni minuto che passa ti avvicina sempre più alla mèta.
Alcuni fumatori temono che dovranno passare la vita facendo le prove degli "automatismi" per poter essere pronti, e cioè credono di dover vivere fingendo di non aver bisogno della sigaretta ricorrendo alla psicologica. Non è vero. Ricorda che il pessimista vede il bicchiere mezzo vuoto, l'ottimista mezzo pieno.
Per quel che riguarda il fumo, il bicchiere è vuoto e il fumatore lo vede pieno; ma, è il fumatore al quale è stato lavato il cervello. Una volta che avrai iniziato a dirti che non hai bisogno di fumare, in breve tempo non dovrai più ripetertelo perché... è la verità: non hai bisogno di fumare. È l'ultima cosa che hai bisogno di fare; assicurati che non sia l'ultima che fai.
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