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 E' facile smettere di fumare, se sai come farlo!10
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Inserito il - 12/05/2010 : 11:34:45  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
E' facile smettere di fumare, se sai come farlo! 10

(di Alle Carr)

(decima parte)

------------

Capitolo 18

- L'energia -

La maggior parte dei fumatori sa che il fumo causa un progressivo
accumulo di sostanze velenose nel corpo, privandolo, al contempo, di
ossigeno e di altri nutrimenti; ma non è altrettanto consapevole
dell'effetto che tutto questo ha sull'energia.

Una sottigliezza della trappola è che le conseguenze, sia fisiche sia
mentali, si manifestano così lentamente che non ce ne rendiamo neppure
conto e finiamo con il ritenerle normali.

Sono molto simili agli effetti causati da cattive abitudini alimentari.

La pancetta compare così gradualmente che non ci preoccupa e guardiamo
la gente molto grassa chiedendoci come ha potuto lasciarsi andare in
quel modo.
Ma supponiamo che tutto avvenga nel giro di una notte: sei andato a
letto con un peso perfetto, snello, con una muscolatura invidiabile e
senza un grammo di grasso. Ti svegli il mattino successivo pesando
venti chili di più, grasso, gonfio e con il pancione. Invece di
svegliarti riposato e pieno di energie, sei tristissimo, letargico e
riesci appena ad aprire gli occhi. Se questo accadesse saresti
completamente in preda al panico, domandandoti quale orrenda malattia
ti abbia colpito durante la notte. Eppure la malattia è la stessa e il
fatto che ci sono voluti vent'anni per raggiungere quello stato è
irrilevante.

Lo stesso accade per il fumo. Se potessi trasferirti completamente in
quelli che saranno la tua mente e il tuo corpo tre settimane dopo aver
smesso di fumare, non avrei bisogno d'altro per convincerti a
smettere. Penserai: "Mi sentirò veramente così in forma?", che
equivale a dire: "Mi sono veramente ridotto così male?".

Sottolineo che sentirsi in forma non riguarda solo essere più sano ed
energico, ma anche più sicuro di te, rilassato e in grado di
concentrarti.

Da ragazzo ricordo che ero sempre in movimento per il puro piacere di
farlo. Poi, per più di trent'anni, mi sono sentito continuamente
stanco e letargico; facevo fatica ad alzarmi alle nove del mattino e
alla sera, seduto davanti al televisore, dopo cinque minuti mi
addormentavo. Ricordavo che la stessa cosa era accaduta a mio padre e
pensavo che l'energia fosse una prerogativa dei bambini e dei giovani,
e che la vecchiaia iniziasse intorno ai venticinque anni.

Poco dopo aver spento l'ultima sigaretta ho provato un enorme sollievo
nel constatare che la congestione polmonare e la tosse persistente
erano sparite, e non ho mai più avuto un attacco d'asma o una
bronchite. Ma qualcos'altro di stupendo e inaspettato è successo: ho
iniziato a svegliarmi alle sette di mattina sentendomi completamente
riposato e pieno di energie, con la voglia di fare esercizio, correre
o nuotare. A quarantotto anni non riuscivo a fare un gradino di corsa
o una bracciata di nuoto, le mie attività sportive si riducevano al
gioco delle bocce (generalmente definito il gioco dei vecchi) e il
golf, per il quale usavo un veicolo motorizzato per spostarmi. All'età
di sessantasette anni corro per quattro/cinque Km tutti i giorni,
faccio quotidianamente mezz'ora di esercizi fisici e, quando nuoto,
arrivo a fare venti vasche. È fantastico sentirsi pieni di energia e,
quando ci si sente forti mentalmente e fisicamente, si è felici di
essere al mondo.

Il problema è che, una volta smesso di fumare, il ritorno del nostro
benessere fisico e mentale è graduale; è anche vero però che non è mai
così lento come la discesa negli abissi di quando si fuma. Quando però
si smette con la forza di volontà, la depressione che ne consegue
oscura qualunque vantaggio riguardante salute o danaro.

Sfortunatamente non posso trasferirti nella mente e nel corpo che
avrai tre settimane dopo aver spento l'ultima sigaretta. Ma tu puoi!
Tu sai istintivamente che quel che dico è giusto. Tutto quel che devi
fare è: usare la tua immaginazione!


Capitolo 19

- Mi rilassa e mi dà sicurezza -

Questa è la peggior menzogna riguardante il fumo, e il maggior
vantaggio di smettere, insieme alla liberazione dalla schiavitù, è
proprio quello di non dover vivere con la continua sensazione di
insicurezza che mina la vita del fumatore.

Chi fuma trova molto difficile accettare che sono proprio le sigarette
la causa di quella sensazione di insicurezza che sente, per esempio, a
tarda sera quando si accorge che gliene sono rimaste solo un paio. Chi
non fuma non conosce quella sensazione, perché è il tabacco che la
genera.

Solo mesi e mesi dopo aver smesso di fumare, e dopo vari colloqui con
altri fumatori, mi sono reso conto di quanti vantaggi derivano dallo
smettere.

Per venticinque anni avevo rifiutato di farmi visitare e, per
stipulare l'assicurazione sulla vita, avevo accettato di pagare un
premio più alto pur di non sottopormi a esami medici. Odiavo gli
ospedali, i dottori e i dentisti e non sopportavo l'idea di
invecchiare, di andare in pensione, etc.

Non collegavo nulla di tutto questo alla mia "abitudine" di fumare, ma
smettere di farlo fu come svegliarsi da un orribile incubo. Oggi
attendo con gioia ogni giorno che passa. Ovviamente anch'io ho
giornate brutte, ho problemi e preoccupazioni come tutti, ma è
magnifico avere fiducia in se stessi e sapere di poterli affrontare;
inoltre, la salute, l'energia e la sicurezza riconquistate rendono i
periodi felici ancor più piacevoli.


Capitolo 20

- Quelle ombre sinistre e inquietanti -

Un'altra delle grandi gioie che si ottengono smettendo di fumare è
sentirsi liberi dalle ombre inquietanti che giacciono in fondo alla
nostra mente quando fumiamo.
Tutti i fumatori sanno di essere degli sciocchi, ma escludono dai loro
pensieri i pericoli del fumo. Per la maggior parte del tempo noi
fumiamo automaticamente, senza pensare, ma nel nostro inconscio ci
sono sempre in agguato ombre sinistre pronte ad affiorare.

I vantaggi di smettere di fumare sono numerosi e stupendi, e di alcuni
di essi ero consapevole anche durante la mia vita da fumatore, come
quelli riguardanti i rischi per la salute, lo spreco di danaro e la
pura stupidità di essere un fumatore. Ma era tale la mia paura di
smettere ed ero così ossessionato dal resistere ai tentativi dei miei
"benefattori" o di tutti gli altri che cercavano di persuadermi a
farlo, che tutta la mia immaginazione ed energia erano dirette a
cercare la scusa più ridicola che mi permettesse di continuare a
fumare.

Sorprendentemente, quando provavo a smettere con la forza di volontà,
mi venivano i pensieri più incredibili, che erano ovviamente ispirati
dal terrore e dalla tristezza che mi assalivano. Era impossibile
eliminare dai miei pensieri la salute e la spesa, ma ora che sono
libero, mi stupisce come fossi in grado di ignorare i vantaggi ancora
più importanti che avrei potuto ottenere smettendo.

Ho già parlato della pura schiavitù: passare metà della vita, quando
ci è consentito farlo, fumando automaticamente e desiderando di non
aver mai iniziato;
l'altra metà, quando ci troviamo in situazioni dove non lo si può
fare, sentendoci tristi e depressi perché la società non ci permette
di avere la nostra sigarettina.
Negli ultimi due capitoli ho parlato della grande felicità che viene
dalla riconquistata energia, ma per me la più grande gioia dell'essere
libero non consiste nella salute, nel danaro, nell'energia, o nella
fine della schiavitù, ma nel togliere quelle spaventose e inquietanti
nubi dalla mente, nell'eliminare la sensazione di essere disprezzato
dai non fumatori e di sentirmi continuamente in dovere di scusarmi con
questi e, più di tutto, nel poter rispettare me stesso.

Molti fumatori si considerano amebe prive di volontà, e spesso anche
la società li giudica allo stesso modo. Ma è sbagliato. Per tutto il
tempo in cui sono stato un fumatore ero in controllo di ogni altro
aspetto della mia vita, e detestavo il fatto di essere dipendente da
un'erba diabolica che mi stava rovinando l'esistenza.
Non posso descrivere l'incredibile gioia che si prova nel ritrovarsi
liberi da quelle ombre sinistre, dalla dipendenza e dal continuo
disprezzo di se stessi. Non so dirti che gioia sia poter guardare i
fumatori, giovani o vecchi, occasionali o accaniti, e non provare
alcuna invidia ma solo pietà per loro e gioia per se stessi nel non
essere più schiavi di un'erba così insidiosa.

I due capitoli precedenti trattano i notevoli vantaggi di essere un
non fumatore. Per essere equanime nel prossimo capitolo elencherò i
vantaggi di essere un fumatore.

Capitolo 22

- Il metodo della forza di volontà -

Che smettere di fumare sia estremamente difficile è una convinzione
diffusissima.

Perfino i libri scritti per aiutarti iniziano generalmente col dirti
quanto sia difficile farlo. La verità invece è che è estremamente
facile.

Posso capire che tu voglia contestare questa affermazione, ma ti
invito a prestare attenzione a quanto segue e a riflettervi.

Se tu volessi correre due chilometri in meno di quattro minuti ti
risulterebbe assai difficile. Dovresti passare anni ad allenarti, e
potresti comunque essere fisicamente incapace di riuscirci. Per
smettere di fumare, invece, tutto quello che devi fare è non farlo
più. Nessuno ti costringe (tranne te stesso) e, al contrario del cibo
e delle bevande, non ne hai bisogno per vivere.

Quindi perché dovrebbe essere difficile smettere? Infatti non lo è.

Sono i fumatori che lo rendono complicato usando il "Metodo della
Forza di Volontà". Definisco in questo modo tutti i sistemi che fanno
credere al fumatore di fare un sacrificio. Consideriamo quindi il
"Metodo della Forza di Volontà".

Non abbiamo mai deciso di diventare fumatori ma semplicemente proviamo
le prime sigarette e, poiché sono repellenti, siamo convinti che
possiamo smettere quando vogliamo. Inizialmente si fuma solo quando
decidiamo di farlo, di solito in occasioni sociali e in compagnia di
altri fumatori. Ma prima ancora di ccorgercene, ci ritroviamo non solo
a comperarle regolarmente e fumarle quando vogliamo, ma lo facciamo
ogni giorno: fumare è diventato parte della nostra vita. Ci
assicuriamo di avere sempre le sigarette con noi; crediamo che le
occasioni sociali e i pasti ne risultino migliorati e che diminuiscano
lo stress. Non ci accorgiamo che, provenendo dallo stesso pacchetto,
le sigarette hanno tutte lo stesso gusto: dopo cena o la mattina, da
soli o in compagnia. La verità è che il fumo non migliora una cena né
allevia lo stress, sono solo i fumatori che credono di non poter
godere un pranzo o risolvere i problemi senza di esso.

Impieghiamo parecchio tempo prima di capire che siamo stati catturati
dal vizio; crediamo infatti che ai fumatori piaccia la sigaretta e non
che fumino perché devono fumarla; pensiamo quindi che, fino a quando
non piacerà anche a noi (e questo non avviene mai), potremo smettere
quando vorremo.

Generalmente ci accorgiamo di avere un problema solo quando decidiamo
di provare a smettere. I primi tentativi vengono solitamente fatti non
molto tempo dopo aver iniziato a fumare, e hanno luogo in situazioni
stressanti generate o dal non voler sprecare danaro (si vuol
risparmiare perché vogliamo andare a vivere da soli) o dalla salute
(adolescenti che amano lo sport e si accorgono di avere il fiato
corto).

Appena si smette si presenta il "piccolo mostro" che ha fame. Il
fumatore vuole quindi una sigaretta ma non può averla e questo lo
rende irrequieto. Quel che di solito usava per alleviare lo stress gli
è negato, e quindi la sua sofferenza aumenta. La conclusione più
probabile è che dopo un certo periodo di tortura ci si concede un
compromesso ("Ne fumerò meno") oppure si elaborano delle
giustificazioni ("Ho scelto il momento sbagliato") oppure ancora si
pospone il problema ("Aspetterò che questo periodo tribolato sia
passato"). Il punto è che ovviamente, una volta finito il periodo
difficile, non si ha più motivo di smettere e tutto viene rimandato al
successivo periodo stressante. Naturalmente il momento giusto tende a
non arrivare mai poiché la vita delle persone, con il passare del
tempo, sembra divenire più stressante: usciamo dal guscio protettivo
della famiglia ed entriamo nel mondo degli adulti, delle
responsabilità di avere una casa, un mutuo, dei figli, un lavoro più
esigente. Inoltre la vita del fumatore diventa anche più stressante
visto che le sigarette generano stress. Più si fuma più aumenta il
tasso di nicotina; questo ci rende tesi e ansiosi, e tale stato ci fa
sentire ancor più dipendenti dalla sigaretta.

In verità non è vero che, col passar del tempo, la vita diventa più
stressante: è il fumo, o un "sostegno" simile, che crea l'illusione.
Parlerò di questo nel Capitolo 28.
Dopo i primi fallimenti il fumatore inizia a sperare di svegliarsi una
mattina senza più voglia di fumare. Questa speranza è sostenuta da
varie storie sentite da altri ex fumatori (per esempio "Ho smesso per
un'influenza e ho continuato a non fumare anche quando sono guarito").

Non farti prendere in giro. Ho approfondito queste affermazioni e non
sono mai così semplici come appaiono. Generalmente il fumatore
meditava da tempo di smettere e ha usato l'influenza come trampolino
di lancio. Io ho passato più di trent'anni attendendo di svegliarmi
una mattina senza più la voglia, ma quando avevo un'infiammazione alle
vie respiratorie aspettavo solo che mi passasse perché la vedevo come
una mera interferenza alle sigarette.

Quasi sempre le persone che smettono "così! d'un tratto!" lo fanno
perché hanno sofferto un trauma: la morte di un amico o di un parente
a causa delle sigarette, oppure loro stessi si sono spaventati, ma è
molto più d'effetto dire "Un giorno ho semplicemente deciso di
smettere. Sono fatto così!".

Smettila di prenderti in giro. Non accadrà mai a meno che tu lo faccia accadere.

Esaminiamo ora più in dettaglio perché il "Metodo della Forza di
Volontà" è così difficile.

Per la maggior parte della nostra vita da fumatori adottiamo la
posizione dello struzzo, ripetendoci "Smetto domani".

Ogni tanto qualcosa fa scattare il desiderio di smettere; la causa può
essere la preoccupazione per la salute, i soldi, l'ostracismo sociale
o semplicemente il respiro faticoso e ci rendiamo conto che la
sigaretta non ci piace.

Qualunque sia il motivo, togliamo la testa dalla sabbia e iniziamo a
valutare i prò e i contro del fumo, e alla fine di questa
consultazione con noi stessi, scopriamo quello che la nostra parte
razionale ci ha ripetuto migliaia di volte: smettila!

Se si dovessero attribuire punti a favore o contro il fumo sappiamo
benissimo che quelli a sfavore sarebbero la stragrande maggioranza.

Anche se chi fuma sa che starà di gran lunga meglio senza sigarette è
tuttavia convinto che sta per compiere un sacrificio, ed anche se
questa convinzione è errata è comunque molto potente. Non sa spiegarsi
perché ma sente che, sia quando è felice sia quando non lo è, la
sigaretta sembra aiutarlo.

Prima ancora d'iniziare il tentativo di smettere la sua mente è preda
del lavaggio del cervello inculcatogli dalla società, nonché
rafforzato da quello che la sua stessa dipendenza gli ha creato; a
questi due si aggiunge il terzo, assai potente, che riguarda il "com'è
difficile smettere di fumare". Ha sentito storie riguardanti fumatori
che hanno smesso da mesi e ancora desiderano disperatamente una
sigaretta. Ci sono tutti gli ex fumatori scontenti (quelli che hanno
smesso e passano il resto della vita a lamentarsi del fatto che
vorrebbero tanto una sigaretta). Ha sentito di fumatori che hanno
smesso per molti anni, apparentemente felici, ma si sono accesi una
sigaretta e sono ripiombati nell'abisso. Forse conosce anche fumatori
con malattie molto serie e, nonostante si stiano ovviamente
distruggendo e non
gustino le sigarette, continuano a fumare. In aggiunta, lui stesso ha
vissuto in prima persona una o più di queste esperienze.

Quindi, invece di iniziare il tentativo con la sensazione di
"Fantastico! Sai la novità? Non sono più obbligato a fumare!" inizia
con un senso di disgrazia imminente, come se fosse trascinato al
patibolo e, per di più, è convinto di non potersi più liberare del
"piccolo mostro" che gli ha conficcato addosso gli artigli.

Molti fumatori iniziano addirittura i loro tentativi scusandosi con
amici o familiari: "Sto per provare a smettere di fumare quindi
probabilmente sarò intrattabile nelle prossime settimane: abbi
pazienza". E così la maggior parte dei tentativi sono falliti prima
ancora d'iniziare.

Immaginiamo che il fumatore riesca a sopravvivere qualche giorno senza
la sigaretta: i polmoni si decongestionano rapidamente e ha più soldi
in tasca. Quindi le motivazioni che l'hanno portato a smettere stanno
svanendo velocemente dai suoi pensieri. In effetti le motivazioni non
scompaiono, ma è un po' come quando si assiste a un incidente
stradale: rallentiamo per un po' ma pochi minuti dopo ce ne
dimentichiamo e premiamo sull'acceleratore perché siamo in ritardo.

Dall'altra parte del tiro alla fune, però, c'è il piccolo mostro che
non mangia da un po' di tempo. Non è un dolore fisico; se noi
provassimo lo stesso disagio quando abbiamo un raffreddore non
smetteremmo certo di lavorare né ci sentiremmo depressi. Tutto quel
che il fumatore sente è che vuole una sigaretta, pur non sapendo
perché sia così importante averla. A questo punto il piccolo mostro dà
il via al grande mostro nella mente, e ora la persona che solo poche
ore o giorni prima stava considerando tutte le ragioni per smettere,
sta disperatamente cercando una qualunque scusa per ricominciare. E
inizia a dire cose del tipo:

• "La vita è troppo breve. Potrebbe esplodere una bomba. Potrei finire
sotto un autobus domani. E' ormai troppo tardi. Oggi tutti ti dicono
che qualunque cosa provoca il cancro".

• "Ho scelto il momento sbagliato. Avrei dovuto aspettare fino a dopo
Natale/dopo le vacanze/ dopo la fine di questo periodo stressante".

• "Non riesco a concentrarmi. Sono nervoso e di cattivo umore. Non
riesco a lavorare. La mia famiglia e i miei amici non mi amano.
Diciamoci la verità, è meglio per tutti se torno a fumare. Sono nato
per essere un fumatore e non c'è modo che io sia felice senza le
sigarette" (questa scusa in particolare mi ha fatto continuare a
fumare per trentatre anni!).

A questo punto di solito il fumatore cede, si accende una sigaretta e
aumenta la schizofrenia. Da una parte prova un grande sollievo nel
porre fine al desiderio dando la sua dose al piccolo mostro;
dall'altra è stato parecchio senza fumare, la sigaretta ha un sapore
orribile e il fumatore non capisce perché sta fumando. Questa è anche
la ragione per cui pensa di essere privo di forza di volontà. In
effetti non c'entra la forza di volontà: tutto quello che ha fatto è
cambiare opinione e prendere un decisione razionale sulla base delle
informazioni più recenti. Che importa essere sani se si è infelici?
Che importa essere ricchi se si è tristi? Molto meglio avere una vita
breve ma piacevole che una lunga ma infelice.

Fortunatamente questo non è vero ma è vero il contrario. La vita da
non fumatore è infinitamente più piacevole, ma è stata proprio quella
convinzione errata che mi ha fatto fumare per più di trent'anni e devo
dire che se quel concetto fosse corretto sarei ancora un fumatore (o
probabilmente sarei morto).

...


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