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Inserito il - 10/05/2010 : 11:26:10
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E' facile smettere di fumare, se sai come farlo! 8
(di Alle Carr)
(ottava parte)
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Capitolo 15
- Una schiavitù autoimposta -
I motivi principali per cui il fumatore cerca di smettere sono la salute, il danaro e l'emarginazione sociale, ma parte del lavaggio del cervello legato a questa droga induce una schiavitù pura e semplice.
L'uomo ha lottato per decenni per abolire la schiavitù, eppure il fumatore trascorre la sua esistenza in una schiavitù che si infligge da solo. Sembra dimenticarsi del fatto che, quando può fumare, vorrebbe essere un non fumatore. La maggior parte delle sigarette che fumiamo non solo non ci piacciono ma non ci rendiamo neppure conto che le stiamo fumando, ed è solo dopo un periodo di astinenza che ci illudiamo di gustare la sigaretta (per esempio la prima della giornata, quella dopo un pasto, etc).
Le sole occasioni nelle quali la sigaretta diventa preziosa è quando cerchiamo di diminuirne il numero o di non fumare, o quando ci capita di non poterlo fare (per es. cinema, teatri, funzioni religiose, ospedali, voli, etc). I fumatori impenitenti sanno inoltre che questa tendenza aumenterà e che la proibizione comprenderà presto tutti i luoghi pubblici.
È passato il tempo in cui il fumatore poteva entrare nella casa di un amico o di uno sconosciuto e dire: "Le spiace se fumo?". Oggi il povero fumatore, ospite a casa di qualcuno, cercherà disperatamente il portacenere sperando di trovarvi già dei mozziconi. Se non lo vedrà cercherà di resistere e, se non ce la farà, chiederà se può fumare per sentirsi molto probabilmente rispondere: "Se proprio deve!" oppure "Preferiremmo non lo facesse perché rimane un odore sgradevolissimo".
E il poveraccio, se già si sentiva in colpa, vorrebbe a quel punto scomparire dalla faccia della terra.
Ricordo che, quando fumavo, tutte le volte che mi recavo in chiesa era una tragedia; perfino al matrimonio di mia figlia, quando avrei dovuto essere il padre orgoglioso e felice, quel che pensavo in continuazione era: "Cerchiamo di muoverci così potrò uscire a fumare una sigaretta!"
Ti aiuterà osservare i fumatori in queste occasioni: formano una specie di congregazione, e non c'è solo un pacchetto che circola, ma decine di pacchetti, e la conversazione è sempre la stessa:
"Lei fuma?" "Sì, ma ne prenda una delle mie!" "No, grazie. Fumo le mie. Magari più tardi".
Accendono e fanno il primo tiro a pieni polmoni pensando:
"Come siamo fortunati! Noi possiamo premiarci. Invece quei poveracci dei non fumatori non hanno alcun premio" . Quel che non capiscono è che quei "poveracci" non hanno bisogno di un tale premio, perché l'essere umano non è stato strutturato per vivere avvelenandosi periodicamente. E quel che è ancor più triste è che perfino quando sta fumando il fumatore non riesce a sentire quel senso di pace e di tranquillità che il non fumatore prova durante tutta la vita e che anche lui provava prima di iniziare a fumare. I non fumatori non stanno seduti in chiesa agitati e in continua attesa di poter uscire; possono partecipare pienamente a tutto quello che accade loro.
Ricordo anche altre occasioni simili, come quando giocavo a bocce d'inverno, in campi al chiuso, e fingevo di avere una vescica debole per poter uscire a fare qualche tiro; e non ero un ragazzino quattordicenne ma un serio commercialista di quarant'anni. Che pena! Anche quando tornavo a giocare non mi divertivo completamente, nonostante quelle fossero le mie ore di relax dedicate al mio passatempo preferito, perché aspettavo la fine della partita per poter fumare di nuovo. Da quando ho smesso di fumare una delle mie grandi gioie è essere libero dalla schiavitù, poter godere della vita nella sua totalità, senza passare metà del tempo desiderando una sigaretta e, dopo averla accesa, pentendomi di averlo fatto.
I fumatori devono inoltre capire che, quando si trovano in casa o in compagnia di non fumatori, non sono questi ultimi i "noiosi e presuntuosi” che li stanno privando di qualcosa, ma è “il piccolo mostro” a farlo.
Capitolo 16
- Il risparmio settimanale -
Non ripeterò mai abbastanza che la difficoltà dello smettere di fumare deriva dal lavaggio del cervello, e che quindi più ne rimuoviamo e più ti sarà facile raggiungere il tuo scopo.
Ogni tanto mi capita di discutere con una di quelle persone che io definisco "fumatore indefesso", intendendo con tale espressione qualcuno che non si preoccupa dei soldi o dell'ostracismo sociale e non crede che il fumo nuoccia alla salute (non ne sono rimasti molti!).
Se è un giovane gli dico: "Non ci credo che i soldi che spendi non ti preoccupino!". Di solito gli brillano gli occhi poiché, se avessi parlato di salute o emarginazione sociale, si sarebbe trovato in svantaggio, ma riguardo al denaro può rispondermi:
"Oh, posso permettermelo: mi costa solo una cifra x alla settimana e ne vale la pena poiché è il mio solo vizio, il mio solo piacere, etc".
Se ne fuma venti al giorno rispondo:
"Continuo a non credere che non ti preoccupi del danaro poiché finirai con lo spendere più di 60.000 euro nell'arco della vita; e che cosa fai con questi soldi? Non solo li bruci e neppure li butti semplicemente via, ma li usi per distruggere la tua salute, i tuoi nervi e la tua sicurezza, per assicurarti una vita di schiavitù, di alito cattivo e denti neri. Non puoi non preoccuparti!".
A questo punto appare evidente, soprattutto se il mio interlocutore è un giovane, che non ha mai considerato la spesa così a lungo termine. La maggior parte dei fumatori considera solo il costo di un pacchetto, che giudica già caro. Qualche volta arrivano a calcolare cosa spendono in una settimana e questo li allarma. Raramente (e solo se stanno pensando di smettere) calcolano la spesa annuale e si spaventano, ma stimare la spesa nell'arco della vita è impensabile.
Comunque, dato che stiamo discutendo, il "fumatore indefesso" mi risponde: "Me lo posso permettere e mi costa solo tot alla settimana". Allora rispondo: "Bene, ti faccio un'offerta che non puoi rifiutare: tu mi dai 1.000 euro ora (cioè quello che spendi in un anno in sigarette) e io ti rifornisco gratuitamente di sigarette per il resto della tua vita".
Se avessi detto questo per la benzina consumata in un anno mi avrebbe fatto firmare il contratto senza neanche darmi il tempo di finire la frase, e invece né lui né nessun altro "fumatore indefesso" (e ricorda che non sto parlando di persone come te che vogliono smettere di fumare) ha mai accettato la mia offerta. Perché? Quando a volte menziono la cosa durante una delle mie sessioni un fumatore mi dice: "I soldi non mi preoccupano". E se anche tu lo pensi, chiediti perché non ti preoccupano. Perché per altre cose cerchi in tutti i modi di risparmiare e poi spendi migliaia e migliaia di euro per avvelenarti e non ci badi!?
La risposta alla mia precedente domanda è che ogni decisione che prendiamo nella vita deriva da un processo analitico col quale si valutano i prò e i contro, ed è il risultato di una elaborazione razionale. Per cui, quando il fumatore mette sul piatto della bilancia i prò e i contro del fumo il risultato è sempre: "Smetti di fumare. Sei uno sciocco".
Tutti i fumatori, quindi, fumano non perché vogliono o perché hanno deciso di farlo ma perché ritengono di non poter smettere.
Sono costretti a fare gli struzzi e a nascondere la testa nella sabbia.
La cosa strana è che a volte i fumatori fanno delle scommesse o dei patti tra loro: "Bene, il primo che ricomincia a fumare paga all'altro 500 euro", e non sembrano prendere invece in alcuna considerazione quanti soldi risparmierebbero smettendo. Questo perché ragionano con la mente condizionata del fumatore.
Togli la testa dalla sabbia per un attimo e renditi conto che fumare è una reazione a catena, una catena che dura tutta la vita e che, se non la spezzi, resterai un fumatore per il resto dei tuoi giorni. Adesso calcola quanto spenderai in sigarette negli anni che ti restano da vivere; la cifra ovviamente varierà a seconda dell'individuo ma, per convenzione, supponiamo che sia 25.000 euro.
Tra poco prenderai la decisione di fumare la tua ultima sigaretta (non ancora, ricorda il mio avvertimento iniziale) e tutto quello che dovrai fare per restare un non fumatore è di non cascare nella trappola di nuovo, e cioè di non accendere un'altra "prima" sigaretta. Se lo farai quella sigaretta ti costerà 25.000 euro. Se pensi che sia un modo ingannevole di vedere le cose, ti stai prendendo in giro, poiché ti basterà pensare a quanti soldi avresti risparmiato se non avessi mai fumato la tua prima sigaretta. Se il tutto ti sembra logico, chiediti come ti sentiresti se ti arrivasse un assegno da 25.000 euro perché hai vinto la lotteria. Faresti salti di gioia! Allora incomincia a saltare perché stai per iniziare a ricevere quel premio e questo sarà solo uno dei tanti che stai per ottenere.
Durante i primi giorni potrai sentire i sintomi di astinenza e avere la tentazione di fumarne ancora una, l'ultima sigaretta, ma ti aiuterà a resistere anche il pensiero che quella sigaretta ti costerebbe 25.000 euro (o qualunque sia la cifra per te!).
Per anni ho fatto l'offerta menzionata prima, sia alla radio sia alla televisione, e mi sembra ancora incredibile che nessun "fumatore indefesso" l'abbia accettata. Se ti troverai in compagnia di fumatori allegri e felici, che ti dicono che fumare è un vero piacere, dì loro che conosci un idiota che, in cambio di quel che loro spendono in un anno in sigarette, fornirà loro sigarette gratis per il resto della loro vita. Pensi che troverai qualcuno disposto ad accettare?
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