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 Il nostro cervello non è fatto per il multitasking
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24822 Messaggi

Inserito il - 19/04/2010 : 11:07:55  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Il nostro cervello non è fatto per il multitasking

La suddivisione dei compiti fra gli emisferi cerebrali suggerisce che non si possano svolgere più di due compiti alla volta senza il rischio di agire in modo inappropriato

da corriere.it

MILANO – La tendenza un po’schizofrenica del multitasking non è nella natura dell’uomo e il massimo che il cervello può arrivare a sostenere sono due mansioni alla volta: lo sostiene uno studio condotto da Etienne Koechlin della Ecole Normale Supérieure di Parigi .

GESTIONE SIMULTANEA DEI COMPITI - Allattare il bimbo mentre si scrive un articolo, nel frattempo rispondere al telefono e mettersi d’accordo con un’amica per un caffè e, contemporaneamente, mandare un’e-mail. Il tutto mentre si ascolta uno splendido pezzo musicale appena scaricato. È l’era del multitasking, che secondo gli esperti porta alla concentratio interrupta (ovvero la disattenzione intermittente suscitata dal perenne bombardamento mediatico). Si fa una cosa e, grazie (o per colpa di) alle nuove tecnologie si possono portare avanti altri tre/quattro compiti. Ma la domanda è: fa bene? E se anche facesse bene, sarebbe naturale per l’essere umano?

TROPPE COSE INSIEME - La risposta arriva dai ricercatori francesi, che hanno osservato e studiato un campione di 32 volontari, affidando loro prima un compito e successivamente due compiti differenti ma simili. I volontari sono stati osservati nel corso dell’esperimento con la risonanza magnetica e i ricercatori hanno notato che, mentre nello svolgimento di un’unica mansione venivano coinvolte più zone neurali di entrambi gli emisferi cerebrali, nello svolgimento di più funzioni il cervello si divideva a metà, deputando a ciascun emisfero un incarico. In particolare il lobo frontale, che è la parte del cervello deputata alle funzioni esecutive, non può adempiere a più di due compiti.

LIMITI NATURALI - «Il tipo di esperimento eseguito, su un campione di individui destri e nessun mancino e con due compiti da portare a termine che erano simili tra loro», dicono i ricercatori sulla rivista «Science», «non consente di dire se la divisione dei compiti tra i due emisferi sia casuale o dipenda dal tipo di operazione e dalla dominanza di un emisfero su un altro. Ma i risultati dello studio suggeriscono che il lobo frontale, che ha funzioni esecutive, è limitato a svolgere al massimo due compiti nello stesso momento. «Ecco perché la gente prende spesso decisioni irrazionali quando fa più di due cose insieme», spiega Koechlin: «Possiamo cucinare e stare al telefono, ma non possiamo per natura provare a leggere anche il giornale». Lo studio suggerisce anche che non esagerare nel multitasking è una buona regola non solo per le cose da fare, ma anche per quelle da pensare. Come il nostro cervello non è fatto (se non a un caro prezzo e con dubbi risultati) per fare troppe cose in una volta, così non è predisposto nemmeno per pensare a troppe cose: anche le scelte devono essere prese su due opzioni alla volta.

Emanuela Di Pasqua
16 aprile 2010

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Attenzione, il cervello non è multitasking

16 aprile 2010

di Greta Privitera da style.it

Se mentre state leggendo quest'articolo scaricate la posta elettronica o bevete un caffè, sappiate che il vostro cervello sta facendo molta fatica perché non è multitasking, ossia non sa gestire più attività simultaneamente. La tendenza un po'schizofrenica del multitasking non è nella natura dell'uomo e il massimo che il cervello può arrivare a sostenere sono due mansioni alla volta. Lo sostiene uno studio condotto da Etienne Koechlin della Ecole Normale Supérieure di Parigi.
Non siamo in grado di gestire tutto contemporaneamente, come invece crediamo, infatti il cervello dà sempre la priorità all'azione o al pensiero che reputa più importante o necessario in quel momento. E chi, invece, ha il vizio di svolgere mille lavori contemporaneamente, da una parte impara a elaborare più velocemente tutte le informazioni che acquisisce ma dall'altra riduce le funzioni di memorizzazione a lungo termine. La risposta arriva dai ricercatori francesi, che hanno osservato e studiato un campione di 32 volontari, affidando loro prima un compito e successivamente due compiti differenti ma simili. I volontari sono stati osservati nel corso dell'esperimento con la risonanza magnetica e i ricercatori hanno notato che, mentre nello svolgimento di un'unica mansione venivano coinvolte più zone neurali di entrambi gli emisferi cerebrali, nello svolgimento di più funzioni il cervello si divideva a metà, deputando a ciascun emisfero un incarico
Secondo lo psichiatra Edward M. Hallowell, sottoporre continuamente il nostro cervello a queste situazioni crea uno stress fisico che a lungo andare provoca disturbi dell'attenzione, problemi nell'apprendimento di nuove informazioni, minor prontezza di riflessi e, soprattutto, danneggia l'umore.

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Due cose alla volta
Multitasking? Il cervello riesce a svolgere simultaneamente soltanto due compiti. Se si supera il limite insorgono problemi cognitivi e motivazionali

da galileonet.it

Quando facciamo due cose insieme, il cervello ci incoraggia a portarle a termine entrambe. Le aree che controllano la componente emotiva dei comportamenti, infatti, si dividono il lavoro a metà: mentre la parte destra ci motiva a raggiungere un obiettivo, quella sinistra ci spinge verso un altro. Lo dimostra uno studio pubblicato su Science e condotto da Sylvain Charron ed Etienne Koechlin dell’Istituto Nazionale della Sanità e della Ricerca Medica di Parigi.

La corteccia prefrontale anteriore (Apc) è l’area cerebrale che permette agli esseri umani di svolgere due compiti contemporaneamente. Ciò è possibile grazie alla cosiddetta “ramificazione cognitiva”, ovvero la capacità di mantenere in stand-by un determinato lavoro mentre se ne svolge un secondo. Ma cosa succede in questi casi nella corteccia frontale mediana (Mfc), una delle aree cerebrali che controllano la componente motivazionale dei comportamenti? Basandosi su modelli neurocomputazionali, i ricercatori hanno avanzato l’ipotesi di uno sdoppiamento: ciascuna metà della Mfc ci stimola a portare a termine un singolo compito.

Per validare questa ipotesi, i ricercatori francesi hanno osservato tramite la risonanza magnetica per immagini il cervello di 32 volontari impegnati in test linguistici. In un caso era richiesto loro di svolgere una prova alla volta, nell’altro dovevano concentrarsi su due compiti in contemporanea, saltando dall’uno all’altro. Per ciascun compito era prevista una ricompensa, assegnata solo nel caso di uno svolgimento corretto. Dall’analisi della risonanza è emerso che, mentre nella prima condizione le due metà della Mfc lavoravano insieme, nell’altra si dividevano i compiti: la parte destra si attivava solo durante un test, quella sinistra durante l’altro. Questa divisione del lavoro tra i due emisferi, secondo i ricercatori, può chiarire molte delle limitazioni nella capacità degli esseri umani di prendere più decisioni contemporaneamente e nel ragionamento.

Ma allora, quante cose si possono fare insieme senza perdere attenzione o motivazione? Per scoprirlo, i ricercatori hanno analizzato le prestazioni di altri 16 volontari impegnati simultaneamente in tre compiti diversi. Dai risultati è emerso che il cervello umano riesce a prestare attenzione solo a due cose alla volta, oltre le quali insorgono problemi cognitivi e motivazionali. (m.s.)

Riferimento: DOI: 10.1126/science.1183614

http://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/328/5976/360


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