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 Cameron, il bambino che visse due volte
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Inserito il - 24/03/2010 : 10:10:53  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Cameron, il bambino che visse due volte

Tratto da "OGGI" — Luglio 2007

Clydebank (Gran Bretagna) — Biondo, occhi azzurri e faccina da
monello. A prima vista Cameron, sei anni, è un bambino come tanti.

A scuola è molto loquace: adora raccontare alle maestre, episodi
legati alla famiglia, alla madre, alla sua casa. E fin qui, tutto
normale. Se non fosse per un unico, piccolo particolare: il bambino
non ha mai visto né la famiglia, né la madre, né la casa di cui parla.

O meglio: non le ha mai viste in questa vita. Ma procediamo con ordine.

Cameron Macaulay vive con la madre Norma, separata, e un fratello
maggiore a Clydebank, in Scozia. E stato a tre anni che ha iniziato ad
avere un comportamento strano: parlava sempre di persone immaginarie,
che non aveva mai conosciuto. Ma le sue stranezze non finivano qui:
descriveva nei dettagli alcuni luoghi nei quali sosteneva di aver
vissuto. Com’era possibile se non era mai uscito da Clydebank?

A volte diceva di essere cresciuto a Barra, un’isola sperduta a nord
della Cornovaglia, a 300 chilometri dalla sua città. Dove non era mai
stato prima. Ma soprattutto una cosa preoccupava mamma Norma: suo
figlio nominava di continuo la sua "vecchia" famiglia, la "mamma e i
fratelli di prima". Cameron parlava anche di suo padre, ma non di
quello attuale, vivo e vegeto, bensì di quello "vecchio", di nome
Shane Robertson, morto, secondo il piccolo, in un incidente d’auto. E
descriveva sempre la casa "di prima": grande, bianca e affacciata su
una baia di Barra, dalla quale diceva di sentire il rumore degli aerei
che atterravano sulla spiaggia. Spesso il bimbo si lamentava della sua
casa "di adesso", dotata di un solo bagno, mentre quella "di allora"
ne aveva tre. Anche la sua famiglia attuale non gli andava tanto bene,
perché viaggiava troppo poco rispetto a quella "di prima".

Per tre anni la mamma di Cameron e le maestre hanno assecondato i suoi
discorsi, ritenendoli frutto di fantasia. Quando Cameron ha compiuto
sei anni la situazione è precipitata: piangeva tutti i giorni perchè
voleva tornare dalla famiglia e dagli amici "di allora". Per risolvere
la questione una volta per tutte, a Norma rimaneva una sola cosa da
fare: accompagnare suo figlio a Barra.

Era certa che il bambino, giunto sull’isola, avrebbe ammesso di
essersi inventato tutto. Intanto Norma aveva saputo che una casa di
produzione TV era alla ricerca di storie legate alla reincarnazione.
Così ha contattato la troupe, ha proposto il caso di suo figlio e
insieme con loro ha deciso di girare un filmato sul viaggio a Barra.
Al gruppo si è aggiunto Jim Tucker, americano, direttore della clinica
di Psichiatria infantile della Virginia University, incuriosito dalla
vicenda. Cameron era felicissimo. Arrivati sull’isola, però, la
delusione: dopo aver visitato quasi tutte le case del posto, Cameron
si è accorto che nessuna corrispondeva a quella che descriveva. Ed è
stato a quel punto che nel tragitto verso l’albergo, Norma ha avuto
un’intuizione: Cameron aveva detto di vedere, da casa, la spiaggia
sulla quale atterravano gli aerei. Avrebbero fatto tappa lì. Pochi
chilometri ed ecco la sorpresa: in lontananza è apparsa la casa
bianca, isolata e affacciata su una splendida baia...

E appena arrivato, Cameron non ha avuto dubbi: si è fondato a colpo
sicuro verso un pertugio ben nascosto da cespugli: un’entrata segreta
che non si sa come potesse conoscere, poiché dall’esterno era
totalmente invisibile. E mentre erano lì, stupiti e un po’ sconvolti,
è arrivata una telefonata: sì, una famiglia Robertson era esistita
veramente su quel isola e aveva abitato in quella casa bianca,
affacciata sulla baia di Cockleshell. Proprio come descritto da
Cameron. La casa era disabitata: gli ultimi discendenti dei Robertson
se n’erano andati da tempo. E figuratevi lo stupore quando, la sera,
sono arrivate in hotel alcune foto di quella ormai famosa famiglia
Robertson mandate dall’anagrafe: il bambino, infatti, ha riconosciuto
il cane maculato e l’auto nera di cui parlava spesso.

Dunque quel bambino era davvero un "reincarnato"? Nessuno scienziato
ce lo potrà dire. Di certo quando il gruppo è ripartito, Cameron era
tornato sereno: aveva condiviso con altri il peso di quella "doppia
vita", dolce e amara. Con cui era bello ma a volte difficile
convivere.



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