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 Obama incontrerà il Dalai Lama
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Inserito il - 03/02/2010 : 12:23:45  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Obama incontrerà il Dalai Lama

Barack Obama non indietreggia davanti alla Cina e attraverso un suo
portavoce fa sapere che a fine mese incontrerà a Washington il Dalai
Lama, guida spirituale tibetana in esilio, anche se sa benissimo che
ciò farà infuriare Pechino. Il vice addetto stampa della Casa Bianca,
Bill Burton, ha detto che la data dell'incontro non è ancora stata
fissata. Gli Stati Uniti, ha precisato il portavoce, considerano il
Tibet parte della Cina, ma sono preoccupati per il mancato rispetto
dei diritti umani nella regione autonoma himalayana.

---

03/02/2010 08:59

CINA – STATI UNITI

Barack Obama incontrerà il Dalai Lama. Pechino minaccia la crisi diplomatica

Il presidente Usa riceverà il leader spirituale tibetano a metà mese, durante il suo viaggio negli Stati Uniti. Il governo cinese avverte che la decisione potrebbe “minare ancora di più” le relazioni sino-americane. A rischio le sanzioni Onu sul nucleare iraniano e nord-coreano e gli accordi su clima e commercio.

http://www.asianews.it

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente Usa Barack Obama incontrerà il Dalai Lama, durante la visita del leader spirituale dei tibetani negli Stati Uniti a metà febbraio. La notizia è stata confermata ieri dalla Casa Bianca e ha scatenato la dura reazione di Pechino, secondo cui la decisione del governo americano potrebbe “minare ancora di più” le relazioni diplomatiche e commerciali fra le due super-potenze.

I rapporti fra Cina e Stati Uniti attraversano un momento critico, in seguito alla diatriba su Google e gli attacchi informatici di hacker cinesi, uniti alla vendita di armi di società Usa a Taiwan. Le tensioni diplomatiche tra la prima e la terza economia al mondo potrebbero minare eventuali accordi in sede Onu – dove Pechino gode del diritto di veto – sulle sanzioni a Iran e Corea del Nord per i loro programmi nucleari, sui cambiamenti climatici e sugli squilibri della bilancia commerciale.

Ieri la Casa Bianca ha confermato l’incontro fra Barack Obama e il Dalai Lama – bollato come leader “separatista” da Pechino – nonostante le minacce della Cina. Bill Burton, portavoce dell’ufficio presidenziale, ricorda che è stato lo stesso Obama ad avvertire l’omologo cinese Hu Jintao, durante la visita ufficiale dello scorso anno, che “avrebbe incontrato il Dalai Lama ed è ciò che intende fare”. Egli aggiunge che le relazioni fra i due Paesi sono “mature abbastanza da lavorare nelle aree in cui vi sono preoccupazioni comuni” come il nucleare, il clima e l’economia mondiale e “discutere con franchezza e chiarezza nelle aree in cui vi è disaccordo”.

Pronta la replica di Pechino, per bocca del portavoce del Ministero degli esteri, secondo cui già a novembre il presidente Hu avrebbe chiesto a Obama di non incontrare il leader spirituale tibetano, gesto che offenderebbe i sentimenti del popolo cinese. Ma Zhaoxu ribadisce che il governo è “fermamente contrario ad un qualunque contatto tra il leader degli Stati Uniti e il Dalai Lama, sotto qualsiasi pretesto o forma”. Il portavoce del Ministero degli esteri invita Washington ad “evitare di causare ulteriori danni alle relazioni sino-americane”.

Gli strali lanciati da Pechino non rappresentano una novità. Il governo cinese ha sempre usato l’arma della “questione interna” e il “ricatto economico” per impedire al leader spirituale dei tibetani – che considera la regione parte della Cina, ma chiede “autonomia” per il suo popolo – di avere contatti con i leader politici del mondo.

Tuttavia, negli ultimi 20 anni tutti i presidenti americani – fra i quali il predecessore di Obama, George W. Bush – hanno ricevuto Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama, scatenando parole di fuoco del governo cinese, ma nessuna sostanziale rappresaglia. Diverso il caso del presidente francese Nicolas Sarkozy, che alla fine del 2008 ha incontrato il leader tibetano durante la presidenza francese della Unione europea. In risposta, la Cina ha cancellato un summit in programma con la Ue.

Oggi la reazione cinese all’annunciato faccia a faccia fra i due Nobel per la pace potrebbe avere ripercussioni sul nucleare, con un veto a possibili sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a Iran e Corea del Nord. Dal Ministero degli esteri cinese, intanto, viene confermata la minaccia di “sanzioni corrispondenti” contro le compagnie americane che vendono armi a Taiwan, perché esse “hanno ignorato l’opposizione della Cina”.

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Sale la tensione tra il governo statunitense e quello cinese che non vuole intromissioni estere nella questione tibetana

http://it.peacereporter.net

Il presidente statunitense Barack Obama incontrerà il Dalai Lama, leader spirituale tibetano, il sedici febbraio.
La notizia è stata confermata dalla Casa Bianca che ha inoltre fatto sapere che Hu Jintao, il presidente cinese, era a conoscenze della visita dal mese di novembre, quando Obama si era recato in Cina.

"I rapporti tra il governo centrale e e il Dalai Lama sono una questione interna alla Cina". Lo ha affermato nel corso di una conferenza stampa il responsabile del Partito comunista cinese per le etnie e gli affari religiosi, Zhu Weiqun, che ha sottolineato che il proprio governo si opporrà con forza ad un eventuale incontro tra il presidente Obama e la guida spirituale tibetana, in esilio dal 1959. "Ci opponiamo a qualsiasi tentativo di una forza straniera - ha proseguito Weiqun - di interferire con le questioni interne cinesi, usando come pretesto il Dalai Lama".L'incontro tra il presidente statunitense e la guida religiosa tibetana era già saltato nel mese di ottobre. Gli Stati Uniti avevano preferito non rischiare, per evitare conseguenze sulla missione di Obama in Cina del mese successivo.

La scelta di Obama arriva in un momento molto delicato nei rapporti tra i due Paesi. I primi segnali di tensione tra Usa e Cina si erano registrati per la controversia su Google e successivamente per la vendita di armi statunitensi a Taiwan, considerata da Pechino una "provincia ribelle" a causa delle mire indipendentiste. Ma Zhaoxu, portavoce del ministro degli Esteri cinese, ha fatto sapere che alle società coinvolte nella vendita di armi a Taiwan verranno applicate delle sanzioni corrispondenti.

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La Cina si oppone a incontro tra Obama e il Dalai Lama

mercoledì 3 febbraio 2010 09:32

PECHINO (Reuters) - La Cina ha avvisato oggi il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che un suo incontro con il Dalai Lama metterebbe ulteriormente a dura prova i rapporti tra le due potenze, già danneggiati dalla vendita di armi da Washington a Taiwan.

La Casa Bianca ha confermato ieri che Obama incontrerà il leader buddista tibetano in esilio, che Pechino considera un separatista per il suo impegno in favore di un autogoverno per la sua terra.

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Ma Zhaoxu, ha detto oggi che il suo Paese "si oppone risolutamente" a un incontro tra il presidente Obama e il Dalai Lama, "con qualunque pretesto o qualsiasi forma".

Durante l'incontro tra il presidente cinese Hu Jintao e Obama a Pechino, lo scorso novembre, il leader cinese "spiegò la ferma posizione della Cina di opporsi risolutamente a un incontro tra qualsiasi leader di governo e il Dalai", ha detto Ma.

"Sollecitiamo gli Stati Uniti a cogliere pienamente l'estrema delicatezza della questione tibetana, a trattare con prudenza e in modo appropriato le questioni collegate e a evitare di recare ulteriore danno alle relazioni Cina-Usa", ha aggiunto il portavoce.

Altri presidenti Usa, incluso George W. Bush, hanno incontrato il Dalai Lama, suscitando non più di risposte piccate da Pechino.

Gli incontri tra il Dalai Lama e leader stranieri hanno tuttavia varcato i confini della Cina nel 2008, quando manifestazioni pro-Tibet interruppero alcune tappe del viaggio della torcia olimpica. Lo stesso anno il presidente francese Nicolas Sarkozy non rinunciò a incontrare il leader spirituale tibetano durante il suo semestre di presidenza dell'Ue. In risposta, la Cina annullò un vertice con l'Ue e alcuni cinesi invitarono a boicottare i prodotti francesi.

© Thomson Reuters 2010 Tutti i diritti assegna a Reuters.


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