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Inserito il - 06/10/2009 : 11:24:40
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Sulla predisposizione
Da una lezione di Shriman Matasyavatar das tenuta a Bhaktivedanta Ashram il 25 Settembre 2009
In qualsiasi impresa la propria predisposizione gioca un ruolo decisivo. Se non c'è una buona predisposizione non vi sarà successo, e il vero successo è quello spirituale: tutto il resto non ha consistenza, non ha durata, non ha valore. Poiché gli Shastra ci spiegano inequivocabilmente che la potenza, l'energia, la forza derivano dalla purezza, se ne deduce che l'aspetto più importante nella preparazione all'agire è la purificazione della mente e del cuore. Si potrebbero leggere e studiare molti libri, ma non è da ciò che si trarrà la forza di ben agire e la capacità di ispirare altri.
La forza deriva dalla purezza e la purezza si accompagna alla trasparenza. Come nell'acqua pulita si può vedere un oggetto che giace sul fondo, e non è possibile vederlo se l'acqua è torbida, così in una mente velata, offuscata, ottenebrata dai condizionamenti, non si riesce a vedere né a discernere la realtà. Per farlo occorre produrre uno stato di trasparenza, di purezza interiore. La necessità di una buona predisposizione all'agire, fondata sulla purezza, va capita ben oltre il significato meramente letterale, poiché le interpretazioni superficiali o dogmatiche non potranno esserci di aiuto nel momento del bisogno.
Anche nella comunicazione, per avere successo, è più che mai indispensabile una buona attitudine, sia in chi parla, sia in chi ascolta. Quando uno dei due interlocutori manca di questa sensibilità e di questo impegno, il dialogo inevitabilmente si interrompe o non porta i frutti sperati. Non è sufficiente il desiderio intenso di uno dei due: occorre quello congiunto di entrambi. Dal cuore il Signore ci parla, ma se noi non abbiamo una buona predisposizione all'ascolto non riusciremo a comprendere che cosa ci sta suggerendo. Shri Krishna è sommo Bene, immortale Amore, il Clemente, il Misericordioso, Signore di Grazia e di Misericordia verso ogni creatura. Il Signore ci ama e l'amore che noi possiamo sperimentare non è altro che un riflesso di quel Suo Supremo Amore. E' il Suo Amore che ci fa innamorare di Lui, della vita, di ogni creatura, e che ci fa gioire nel cuore. Per non disperdere o contaminare i nostri sentimenti dobbiamo rivolgerli solo a ciò che ha valore, senza contaminarli con lussuria, avidità, egoismo, cupidigia. Coltivando la purezza possiamo ricostituire per intero la nostra riserva d'amore e investirla tutta nella relazione con Dio e le Sue creature. Quando ciò avviene si manifestano nella persona segni visibili: pacificità, serenità, soddisfazione interiore, fede nella Divina provvidenza.
Chi è soddisfatto nell'anima non ha bisogno di oro, argento o brillanti, di riconoscimenti od onori, poiché già dentro di sé ha trovato tutto quel che profondamente lo appaga. Come spiega Krishna nella Bhagavad-gita (XVIII.54), costui non ha rimpianti né brame; è profondamente umile poiché ha realizzato che la potenza illusoria dell'energia materiale è insuperabile e che solo abbandonandosi a Dio possiamo varcare i confini delle apparenze ed entrare nella realtà (cfr. Bhagavad-gita VII.14). Nel suo più alto insegnamento lo Yoga è questa visione ritrovata, è la reintegrazione del sé nella realtà universale, la sua ricongiunzione in amore con Dio e con tutte le creature.
La libertà interiore, patrimonio inalienabile di ciascun essere, va utilizzata tutta per volgersi alla purificazione, per perseguire il supremo bene. Sebbene molte dinamiche possano sfuggire al nostro controllo, noi abbiamo sempre la possibilità di modulare e scegliere la nostra risposta agli eventi, la nostra attitudine interiore. Se ci sono pensieri disturbanti che impediscono un corretto agire, possiamo evocare esattamente il loro opposto, come Patanjali rishi insegna nel Sadhana Pada (II 33): vitarka badhane pratipaksha bhavanam. Ad esempio: pensare con orgoglio di essere al centro dell'attenzione ed aspirare unicamente al proprio tornaconto egoistico è esiziale, micidiale per la nostra coscienza; se insorge questo pensiero dobbiamo spostarci nel suo opposto: “Agisco non per me ma per il bene di tutti gli esseri. Offro a Dio le mie azioni con tutto il mio amore. Spero che il Signore possa gradire la sincerità della mia umile offerta, nonostante i miei limiti, e che nella Sua infinita misericordia le conferisca reale valore.”
Se Shri Krishna vede la nostra umiltà e la sincerità dei nostri sforzi, ci darà l'intelligenza e la forza necessarie per agire in ogni circostanza in maniera costruttiva, per la nostra ed altrui evoluzione. Il segreto del successo è il puro spirito di offerta, il predisporsi con umiltà, tolleranza, fede e gioia, pronti a riconoscere il valore altrui e ad agire per il bene comune. Con questa attitudine possiamo affrontare positivamente qualsiasi impresa o evento, anche una malattia, una grave perdita o un tradimento. Di fronte agli ostacoli che incontriamo occorre essere determinati, tenaci; non abbattersi ma affrontare anche le difficoltà con serenità e fiducia, come un atleta che con entusiasmo si allena nella corsa ad ostacoli sapendo che questi ultimi lo spronano a migliorare le proprie prestazioni, a superare i propri limiti.
Ogni evento va accolto come un'importante possibilità di crescita e di formazione in quella che è la grande scuola della vita, per realizzare un'armonica integrazione tra corpo, psiche e anima, tra varna e ashram, tra individuo e società, tra immanenza e trascendenza. Sul palcoscenico del mondo assistiamo ad un gioco di spinte e forze contrapposte; a volte ondate negative ci sommergono ed ostacolano la realizzazione dei nostri progetti. Mantenendo fissa la meta, dobbiamo imparare a nuotare nel grande mare dell'essere per trovare il nostro porto sicuro, la nostra centratura, il nostro equilibrio a prescindere dalle continue sollecitazioni alle quali siamo esposti. In questa ardua ma affascinante impresa la buona predisposizione gioca un ruolo essenziale.
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