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 Eros, amore e Dalai Lama
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Inserito il - 23/09/2009 : 10:16:09  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Eros, amore e Dalai Lama

di Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama

(La massima autorità spirituale buddista parla della vita di coppia. E
spiega che la complicità e la bontà sono il tramite per vivere le
passioni Si intitola 'Lettera alle donne' il nuovo libro del Dalai
Lama firmato insieme alla giornalista francese Catherine Barry che
Rizzoli manda in libreria nei prossimi giorni (259 pagine, euro
17,50). Anticipiamo il capitolo 'Dalla sessualità alla coppia passando
per l'amore')

La coppia sembra avere una grandissima importanza nella vita degli
occidentali. Mi ponete spesso domande su questo argomento, ma io sono
solo un semplice monaco che non ha mai vissuto questo tipo di
esperienza. I consigli che posso suggerire nascono dalla mia
conoscenza della mente e delle emozioni, i cui meccanismi sono
universali. Comprenderli aiuta a vivere quotidianamente in maggiore
armonia con gli altri in generale, e quindi anche con il proprio
compagno.

Le modalità con cui si instaurano rapporti con gli altri non sono
diverse da quelle con cui si stabilisce la propria relazione con il
coniuge. La motivazione prevalente, quello che ci si aspetta e i
timori a essa sottesi contribuiscono a orientarne il percorso e
determinano i problemi specifici che la caratterizzano.

Dalla sessualità alla coppia passando per l'amore
Per risolverli è necessario riflettere sulla natura essenziale delle
vostre relazioni. È questo il punto di partenza. Quello che proiettate
sull'altro dipende dal vostro ego, dalle emozioni e da quello che
avete vissuto. Finché non avrete lavorato a sufficienza su voi stessi,
anche i motivi di attrito e disaccordo perdureranno.

Le emozioni conflittuali determinano in parte i vostri rapporti.
Sarebbe bene sostituirle con compassione e amore autentici, svincolati
dal desiderio e dall'attaccamento: l'altro non deve essere considerato
un oggetto sul quale esercitare potere. Molti genitori provano un
attaccamento eccessivo per i loro figli. Spesso si tratta di un
sentimento di natura egoistica, e dunque fonte di numerosi attriti, in
particolare nel corso dell'adolescenza. I figli non appartengono ai
genitori e lo stesso vale per la coppia: il vostro coniuge non vi
appartiene.


In una coppia la relazione inizialmente si basa spesso più
sull'attaccamento che sul vero amore. Si costruisce in funzione delle
proiezioni dei due partner che, a partire dai rispettivi desideri e
attese, esercitano un certo ascendente l'uno sull'altro e amano per
essere riamati. È questo, per esempio, il caso dell'amore romantico.
Il potente desiderio che lo suscita porta a enfatizzare le qualità del
partner e, al contrario, a esasperarne i difetti quando il suo
atteggiamento comincia a cambiare o quando questi smette di
corrispondere all'immagine che ci si è costruiti di lui.

Il minimo screzio può allora scatenare rabbia, avversione e a volte
persino odio, così che l'altro si trasforma in un nemico. Quando le
nostre proiezioni mutano, l'attaccamento diminuisce poiché, in questo
caso, l'amore non si basa sul desiderio di rendere felice l'altro
bensì su un bisogno egoistico che ha avuto la meglio sulla ragione.

L'attaccamento conduce a false soddisfazioni
Nagarjuna afferma: "Quando utilizziamo gli oggetti ai quali siamo
attaccati, proviamo un certo piacere. Ma è come grattarsi quando si ha
prurito. Al momento si prova piacere, ma ci si sentirebbe senza dubbio
meglio se il prurito non ci fosse affatto".

Quando riusciamo a ottenere un oggetto, un essere, una relazione che
desideravamo in modo ossessivo, da un certo punto di vista questo
riesce a renderci felici, ma allo stesso tempo sappiamo che ci
sentiremmo molto meglio se fossimo liberi da qualunque forma di
attaccamento e dalla conseguente ossessione, perché l'attaccamento
conduce a un falso appagamento. Per liberarcene possiamo lavorare sul
non attaccamento, pratica che inoltre ci libererà da timori e paure.

Senza un amore e una compassione autentici è difficile accettare e
tollerare l'altro
Il buddismo insegna che due emozioni contrarie non possono coesistere
contemporaneamente nello spazio della nostra mente. Se proviamo rabbia
o odio per una persona, dovremmo sforzarci di sviluppare amore nei
suoi confronti, così le emozioni negative spariranno da sole.

Senza compassione e amore autentici, è difficile accettare e tollerare
l'altro. Secondo il buddismo, l'abbiamo già visto, "i nostri nemici
sono i nostri più grandi maestri. Ci insegnano la forza interiore, il
coraggio, la compassione, la tolleranza e la pazienza". L'ho
sperimentato moltissime volte. Se si giunge a comprendere quello che
anima le persone che si comportano in modo violento con il loro
prossimo non si può più provare odio o rabbia verso di loro ma, al
contrario, una profonda compassione per le sofferenze che patiscono e
che li spingono ad agire in tal modo.

Se i nostri nemici ci insegnano il vero coraggio, la pazienza, la
tolleranza, la compassione e l'amore, possiamo a maggior ragione
imparare tutto questo dal coniuge, e in modo molto più semplice.
Questo tuttavia presuppone un ripensamento del nostro rapporto con
l'altro, una riflessione sulla sua vera natura e la consapevolezza che
qualunque idealizzazione dell'amore può suscitare difficoltà
relazionali, a breve o lungo termine, a causa della frustrazione.
Esiste una netta differenza tra un sentimento d'amore e di compassione
autentici e un amore fondato invece sul fantasma dell'attaccamento. In
quest'ultimo caso i problemi prima o poi arriveranno e la relazione
rischierà di concludersi con una separazione.

Al contrario, la compassione e l'amore autentici sono più forti, più
semplici. La loro prima qualità è la profondità e il rapporto che si
fonda su di essi è più stabile, sicuro, felice e sereno.

L'amore autentico si basa sulla bontà
Il vero amore non si fonda sul fatto che io consideri qualcuno bello o
piacevole, né tantomeno sul fatto che gli sia affezionato, ma sulla
bontà, una bontà essenziale che si esercita indistintamente nei
confronti di tutti gli esseri.

Coloro che la provano sentono l'impellente bisogno di fare ciò che è
in loro potere per rendere felici gli altri. Tutti noi condividiamo
l'obiettivo di essere felici: esserne consapevoli e riconoscere la
legittimità di tale aspirazione ci aiutano a sentirci più vicini e più
affini al prossimo. Le nostre proiezioni mentali tendono a dissolversi
più facilmente e non esistono più né l'amico né il nemico, ma solo
individui che possiedono uguali diritti e aspirazioni. Tale percorso
conduce poi naturalmente a sviluppare il senso di responsabilità e il
rispetto dell'altro.

Amore e compassione autentici sono "legati, interdipendenti e
indispensabili l'uno all'altra, come le due ali di un uccello lo sono
per il volo" afferma il grande maestro indiano Shantideva. Quando si
fondano su ragione e conoscenza, non sono più semplici reazioni
emotive, ma inducono a farsi pienamente carico in modo totale e
assoluto di ciascun essere sensibile.

All'interno della coppia è dunque imprescindibile che ciascuno faccia
uno sforzo sincero per coltivare queste qualità dello spirito. Se
entrambi si impegnano con la massima convinzione a essere buoni e
coltivano la compassione e il senso di responsabilità per reprimere le
proprie inclinazioni all'attaccamento nella vita quotidiana, la coppia
resisterà con maggior successo ai conflitti e avrà più possibilità di
durare nel tempo.

Quando si parla di coppia, bisogna considerare la posizione che il
desiderio sessuale occupa nella pratica buddista. Per ignoranza
circolano infatti molti pregiudizi ed errori su questo tema. Il
Vajrayana,* il buddismo tibetano o "via dei tantra", considera il
desiderio sessuale non dal punto di vista della procreazione o del
piacere carnale ma nell'ottica della liberazione individuale, della
realizzazione del nirvana.* In questo contesto qualunque dissolutezza
sessuale, come per esempio le relazioni adulterine, è vietata sia
all'uomo sia alla donna.

I rapporti sessuali possono rientrare in un percorso spirituale

Ogni praticante deve dunque attenersi alle norme che regolano una
corretta condotta sessuale. I rapporti sessuali possono infatti
rientrare in un percorso spirituale perché nel praticante che possegga
una grandissima compassione e saggezza sono in grado di convogliare le
energie in un modo specifico. La potente concentrazione della
coscienza consentirà allora di raggiungere livelli di conoscenza molto
raffinati. (...)

Molti occidentali si chiedono inoltre perché i buddisti rappresentino
nei mandala divinità unite al loro compagno di sesso maschile. Il
mandala simboleggia l'universo, il mondo della divinità, quindi,
quando una dea è accoppiata al proprio paredro, suo coniuge, il
congiungimento sessuale rappresenta l'unione dei contrari, la
risoluzione dei conflitti e della sofferenza, la possibilità di
raggiungere la suprema realizzazione che conduce allo stato di budda.
Non è dunque una dimensione sessuale, ma simbolica. (...)

È indispensabile riflettere sulla natura del desiderio
Una relazione sana e feconda può naturalmente comprendere la
componente sessuale. Il desiderio implicito può essere di natura buona
o cattiva. Se è insaziabile, nutrito di fantasie e chimerico, se nasce
dalla passione senza avere nulla a che fare con la realtà sarà
all'origine di numerose sofferenze. Ma il desiderio disciplinato dalla
ragione e dall'intelligenza si rivela invece molto più positivo.
All'inizio di una relazione è fondamentale riflettere sulla natura del
desiderio per non provocare frustrazioni troppo profonde. Il desiderio
sessuale cerca la soddisfazione attraverso il possesso dell'altro. Si
affievolisce o si esaurisce piuttosto in fretta quand'è appagato o
quando, con il passare del tempo, le attrattive del partner
diminuiscono. L'emozione degli inizi viene meno per lasciare il posto
a una reciproca incomprensione. Si scopre la vera natura dell'altro,
fino a quel momento nascosta dal desiderio. Per questo tanti matrimoni
falliscono e scoppiano litigi e rancori.

Una relazione di coppia basata soltanto sul desiderio carnale e il
piacere ha, come abbiamo visto, poche possibilità di durare nel tempo.
A volte, tuttavia, il desiderio è talmente forte da nascondere la
realtà, facendo dimenticare che l'altro non potrà rendervi felici. Pur
essendone intimamente coscienti, non se ne tiene conto, mentre la
verità è pronta a riprenderci da un momento all'altro, spesso quand'è
troppo tardi. La passione e il desiderio sono emozioni che, come la
rabbia o l'odio, possono arrivare a dominare un individuo, renderlo
folle e fargli commettere molti errori. (...)

I rapporti di coppia stabili e duraturi si fondano su una
comunicazione vera e onesta, nella quale non predomina l'attrazione
carnale. La bontà, la dolcezza, la gentilezza, l'altruismo, il senso
di responsabilità uniscono reciprocamente l'uomo e la donna in un
legame autentico. I partner si stimano e hanno fiducia l'uno
nell'altro, si rispettano e si dimostrano tolleranti e pazienti. I
loro rapporti si basano sul senso di responsabilità e sull'impegno
reciproco.



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