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Inserito il - 23/06/2009 : 11:45:17
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Cuore: uno su quattro a rischio e non lo sa
Fonte: salute.agi.it
Almeno un italiano su quattro è iperteso senza saperlo, e sono centinaia di migliaia le persone a rischio cardiovascolare che non eseguono adeguati controlli e terapie.
E' l'allarme lanciato dagli esperti della Società Italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica (SItI) nell'appuntamento che ha visto per due giorni riuniti a Castelbrando (TV), i maggiori esperti italiani della prevenzione e della sanità pubblica per il tradizionale appuntamento biennale, giunto alla IV edizione, organizzato dalla Siti e dalla sua Sezione del Triveneto in collaborazione con la Ulss 7 Pieve di Soligo.
A giudizio di Gianfranco Sinagra, direttore della S.C. Cardiologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria ospedali Riuniti e Università di Trieste, “in linea generale l'Italia è un paese abbastanza sensibile alle strategie di prevenzione cardiovascolare, seppure con alcune disomogeneità geografiche. In Europa, se i tassi più alti di morbidità e mortalità per malattie cardiovascolari vengono registrati nei paesi scandinavi e nei paesi dell'ex Europa dell'Est, l'Italia si colloca, insieme alla Francia e alla Spagna per esempio, tra quelli in cui più si è inciso e questo è avvenuto attraverso politiche di prevenzione che sono passate per una sensibilizzazione all'adozione di sani stili di vita e alimentari. Tuttavia - sottolinea Sinagra - è possibile certamente fare di più. Bisogna educare i cittadini sin da piccoli”, esorta il clinico.
I primi risultati di un progetto pilota messo a punto in Veneto sono stati illustrati da Antonio Ferro, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Ulss 17 di Este. “Abbiamo invitato 1.200 persone in cinque mesi - ha spiegato Ferro - registrando un'adesione alla prima chiamata superiore al 55 per cento, quindi molto elevata (non considerando i solleciti che seguiranno) considerando che stiamo parlando di uno screening rivolto a soggetti sani e molto attivi lavorativamente”.
Tra questi soggetti ne sono stati trovati circa un quarto con una pressione arteriosa superiore alla norma, quindi sono potenziali ipertesi e non lo sanno. E un 10 per cento con una glicemia superiore alla norma, anche in questo caso senza saperlo. “Già questo è un risultato straordinario - ha quindi osservato Ferro - poiché sono stati portati alla luce soggetti a rischio che senz'altro non sapevano di esserlo e sui quali il medico di famiglia può opportunamente agire. C'è poi un 50 per cento di soggetti che hanno un cattivo stile di vita, perché non fanno attività fisica, perché sono obesi o perché fumano, per i quali interviene il Dipartimento di prevenzione con delle linee di attività dedicate per cercare di incidere profondamente sul loro stile di vita. Anche, per esempio, stipulando convenzioni ad hoc con palestre e piscine a costi sensibilmente ridotti per queste persone”.
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