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Inserito il - 06/08/2003 : 10:23:41
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La ripresa dei mercati
da http://www.miaeconomia.com/
Il fatto del giorno (05/08/03)
Si è parlato di un nuovo crack del ’29 e le tensioni geopolitiche e la guerra in Iraq lo lasciavano supporre chiaramente. Poi, da marzo le Borse finanziarie hanno cominciato a riprendersi e dopo di loro anche dal mondo macroeconomico arrivano segnali sempre più concreti di ripresa.
Il peggio sembra esser passato, dunque, anche se da più parti arrivano raccomandazioni di cautela, sopratutto per quanto riguarda il rilancio dell’economia europea, “più lenta e più difficoltosa rispetto a quella americana”, dicono gli economisti. Qui di seguito, proponiamo un’analisi dell’Eurispes, che fotografa il passato, il presente e il futuro delle piazze finanziarie mondiali.
Alla fine di luglio dello scorso anno, nel primo Rapporto sull’andamento delle Borse, l’Eurispes affermò che gli ultimi due anni sarebbero stati ricordati dagli operatori e dai semplici investitori fra i peggiori che la Borsa italiana avesse mai registrato.
Tale affermazione, se resta ancora vera, comincia fortunatamente ad assumere un valore storico, nel senso che gli anni dal 2000 fino all’inizio del 2003 sono stati sicuramente quelli che hanno visto la più rovinosa caduta dei titoli borsistici delle principali piazze mondiali dal lontano 1929.
Tuttavia, già da alcuni mesi si è notata una inversione di tendenza sia di Wall Street, che di Londra, Francoforte, Tokio, Milano e Parigi, anche se la Borsa francese resta quella che meno ha beneficiato delle correnti in risalita.
Il recupero, visibile già da gennaio per il solo Nasdaq, bloccato per gli altri indici dallo scoppio della guerra in Iraq a fine marzo, è diventato, chiusa la partita bellica, sempre più consistente e generalizzato negli ultimi quattro mesi, così come previsto dall’Eurispes.
I segni di ripresa dei mercati borsistici, appena intravisti nell’autunno scorso e spazzati via dai venti di guerra, sono diventati chiari e forti negli ultimi quattro mesi.
Dalla fine del marzo scorso, infatti, sino ad oggi tutte le Borse hanno cambiato di segno e mostrano una loro apparentemente inarrestabile ascesa. Se tutte la Borse crescono, la crescita non è però uguale per tutte.
Gli incrementi più consistenti sono messi a segno dalle piazze che negli anni passati avevano assistito alle perdite più disastrose. Guidano infatti questa classifica al rialzo Tokio (+18%), che aveva iniziato la sua discesa ben prima delle altre Borse.
Il Nasdaq (+25%), che aveva avuto il crollo più repentino e consistente e che continua a confermarsi come l’indice che subisce le maggiori oscillazioni e infine, e soprattutto, Francoforte (+32%), che per due anni era stata la piazza che aveva segnato le perdite più evidenti. Tra il +14% di Parigi (che però aveva perso il 15% nei quattro mesi precedenti) e il +10% di Londra si collocano gli aumenti del Dow Jones, del Mibtel e del Mib 30 che hanno segnato tutti un incremento del 12%.
Se spostiamo l’attenzione agli ultimi otto mesi ed instauriamo il confronto con il novembre scorso, vediamo che anche rispetto a quella data alcune Borse segnano ancora andamenti positivi, ma di valore inferiore a quelli che rileviamo dal confronto con marzo.
Infatti, nel periodo intercorrente fra la fine di novembre e la fine di marzo, le Borse avevano continuato la loro discesa, accompagnate in ciò anche dai timori della guerra in Iraq, prima minacciata e poi dichiarata.
Come l’Eurispes aveva preconizzato, l’andamento rapido della guerra e soprattutto il fatto che essa non si sia estesa ad altri paesi islamici, ma che anzi sembra possa essere seguita da un processo di pace in Palestina, ha rafforzato quei segnali di ripresa che sono divenuti chiari solo dopo la conclusione delle attività belliche in campo aperto e la caduta di Saddam.
I venti di guerra avevano infatti trascinato verso il basso anche le Borse che all’inizio dell’anno avevano mostrato segni di ripresa mentre avevano ulteriormente indebolito le quotazioni di quelle più deboli.
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