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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E
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Inserito il - 09/07/2020 : 09:14:37 L'eredità spirituale di un guru
di Swami Kriyananda - discepolo diretto di Paramhansa Yogananda
Nell'Autobiografia di uno Yogi, Paramhansa Yogananda racconta di Bhaduri Mahasaya, il "santo che levitava", a cui disse: «Maharishi, mi piacerebbe che scriveste un libro sullo yoga per il bene del mondo».
«Sto istruendo alcuni discepoli» fu la risposta del santo. «Insieme ai loro studenti, saranno come volumi viventi, resistenti alla naturale disintegrazione del tempo e alle innaturali interpretazioni dei critici».
Mukunda - il nome del mio Guru da ragazzo - rise deliziato per l'ironia di quella risposta.
Alcuni guru lasciano dietro di sé un'eredità di scritti spirituali; altri lasciano le organizzazioni che hanno fondato. In entrambi i casi, si tratta di un'eredità più spirituale che filosofica o materiale. È un'eredità costituita da vibrazioni di coscienza. Anche una pietra che è stata benedetta da un maestro spirituale rimane impregnata delle sue vibrazioni spirituali; se qualcuno la tiene in mano con rispetto e con fede, attirerà a sé delle benedizioni.
Le persone dotate di sensibilità spirituale comprendono che soprattutto i veri scritti sacri contengono vibrazioni sante. Quando dissi al mio Guru, durante il nostro primo incontro, che la sua autobiografia mi aveva toccato profondamente, lui rispose: «È perché contiene le mie vibrazioni».
Al tempo stesso, anche se le vibrazioni di un libro ci possono elevare, non ci possono guidare. Per guidarci, è necessario un guru saggio. Come mi disse il mio Guru: «Nessuna Scrittura può prendere il posto di un guru. Se una persona fraintende alcuni punti, la Scrittura non potrà correggerla. Il guru, invece, potrà mostrarle i suoi errori».
La stessa cosa è vera per qualsiasi organizzazione fondata da un guru. Paramhansa Yogananda, parlando della casa madre di Mount Washington, disse ai monaci:
«Ho meditato in ogni punto di questo terreno». Infatti, ogni persona sensibile può sentire, appena mette piede su quella proprietà, che le vibrazioni del luogo sono sacre. Lo stesso insegnamento che si applica a questa proprietà materiale è altrettanto valido per le Scritture: la proprietà può ispirare, ma non può guidare o insegnare.
Supponiamo che tutti in quell'ashram si allontanino dagli ideali. Sappiamo che tali eventi si sono già verificati in passato, nella Storia. In questo caso, anche se le vibrazioni continuerebbero a ispirare, il luogo stesso avrebbe solo il potere di un museo di reliquie sacre.
La vera eredità di un maestro, quindi, non può essere una mera struttura fisica e non può neppure essere limitata ai suoi scritti. Questi lasciti dovrebbero essere, principalmente, veicoli della sua coscienza.
Quella coscienza deve essere mantenuta viva dai suoi discepoli viventi. La Grazia divina, dopo che un maestro lascia il corpo, deve dunque essere canalizzata principalmente dai suoi discepoli, che possono realmente trasmettere il tocco spirituale del guru. I libri e le istituzioni non potranno mai sostituire, come eredità spirituale, i suoi eredi viventi. Il potere vivente, infatti, deve venire attraverso persone viventi. I suoi discepoli fedeli, attraverso la sintonia con lui, saranno in grado di spiegare, secondo il loro grado di sintonia, ogni errore nella comprensione delle Scritture. Per quanto l'organizzazione in cui servono sia efficiente e ben condotta, saranno loro a doverne tenere vivo lo spirito. Altrimenti, essa diverrà come un "alveare" senza api, che non produce il miele della realizzazione divina.
Il ricercatore sincero, allora, dovrà porsi queste domande:
Esiste un'organizzazione lasciata dal Guru che sia piena di devozione divina, armonia e amore?
I membri di quell'organizzazione sembrano desiderosi di servire gli altri in nome di Dio?
Dimostrano il desiderio di condividere il messaggio del loro Guru con gli altri, e non solo di propagandare le proprie idee?
La loro devozione è rivolta in primo luogo alla verità? Oppure considerano una priorità i vantaggi dell'istituzione?
Se la risposta a tutte le domande è sì, si dovrebbe comunque tenere presente che le organizzazioni stesse sono solo cose, e per di più inerti. Solo le persone possono infondere loro la vita. Le persone, va detto, possono anche smorzare la vita originaria di un'istituzione, se cessano di perseguire gli ideali del guru.
La vera eredità del guru, quindi, è costituita dai suoi veri discepoli.. Ogni discepolo è se stesso e non è modellato da un unico stampo. Ognuno di loro può però trasmettere agli altri, se è sincero, almeno qualcosa delle vibrazioni e della saggezza del Guru. Nessuna "cosa" potrà mai farlo.
È importante che le persone capiscano questa verità. Molti commettono l'errore di presumere che una struttura, forse perché stabile e imponente in apparenza, abbia un maggior potere di elevazione rispetto a un qualsiasi essere umano "semplicemente" fallibile. Tuttavia, gli esseri umani sono vivi. Se sono stati infusi del potere del guru, saranno veramente in grado di trasmettere il suo potere agli altri. In questo modo, le vibrazioni spirituali elevate possono essere tramandate da una generazione di discepoli all'altra, e creare una lunga eredità spirituale