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 Presenza mentale e meditazione

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 28/02/2019 : 09:34:37
Presenza mentale e meditazione

La pratica della presenza mentale

di Thich Nhat Hanh


La pratica della presenza mentale insegnata dal maestro di meditazione
dhyana (chan in cinese, thien in vietnamita e zen in giapponese) Thich
Nhat Hanh sottolinea il ritorno al respiro consapevole, in ogni
istante della propria vita, per potersi fermare (samatha) e guardare
in profondità (vipasyana). La meditazione seduta, ma anche la
meditazione camminata, la meditazione del lavoro, la meditazione del
pasto, la consapevolezza nel mettersi in comunicazione con gli altri,
sono alcuni dei mezzi abili per poter assumere uno stile di vita
"meditativo".

Thich Nhat Hanh esorta inoltre a essere totalmente attenti e
consapevoli in tutti i momenti della giornata - sia quando si lavora
che quando si cucina, si lavano i piatti o si va in bagno - e a fare
attenzione ai piccoli richiami che ci aiutano a far tornare al "qui e
ora" la mente sempre distratta. Ogni volta che suona una campana o il
telefono si respira tre volte, con la raccomandazione di sorridere
(anche se si è tristi, perché il sorriso influisce sullo stato
d'animo), e si recita in silenzio una breve poesia:

"Ascolta, ascolta
questo suono meraviglioso
mi riporta
alla mia vera casa."

Anche il semaforo rosso può diventare un amico che ci ricorda di
fermarci e ritornare a noi stessi.

- Meditazione Seduta -

Sedere in meditazione è come ritornare a casa per dare piena
attenzione al nostro sé e prendercene cura. Possiamo irradiare pace e
stabilità proprio come il Buddha nelle molte immagini che lo
ritraggono. Sediamo in posizione eretta con grande dignità e
ritorniamo al nostro respiro. Portiamo piena attenzione a ciò che è in
noi e a ciò che ci circonda. Lasciamo che si crei spazio nella nostra
mente e che il nostro cuore diventi leggero e tranquillo.

La meditazione seduta è di enorme beneficio. Ci accorgiamo che
possiamo tranquillamente stare con ciò che è in noi - dolore, rabbia,
irritazione, o gioia, amore e pace. Stiamo con quello che c'è senza
esserne trasportati via. Lo lasciamo venire, lo lasciamo rimanere e,
poi, lo lasciamo andare. Non c'è alcun bisogno di scacciare, di
reprimere o di fare finta che i nostri pensieri non ci siano.
Osserviamo i pensieri e le immagini della nostra mente con occhio
amorevole e con accettazione. Abbiamo la libertà di starcene fermi e
calmi nonostante le tempeste che possono sorgere in noi.

Se durante la seduta le gambe o i piedi si addormentano, sentiti
libero di modificare dolcemente la posizione. Puoi continuare a
seguire il respiro e, lentamente e con attenzione, cambiare posizione.
Che tu sia seduta su un cuscino, un panchetto, una sedia, o
direttamente sul pavimento, siedi in modo da stare comoda. Cerca,
senza sforzarti troppo, di tenere la schiena diritta, in modo che
l'aria possa entrare e uscire con facilità dai polmoni e dal
diaframma. Se possibile, inspira ed espira attraverso le narici,
respirando in modo dolce e impercettibile.

- Meditazione Camminata all'Interno -

Tra una sessione di meditazione seduta e l'altra, per sciogliere un
po' il corpo e per praticare la consapevolezza in movimento,
pratichiamo Kinh Hanh, una meditazione camminata lenta. Camminiamo
insieme, in senso orario, facendo un passo a ogni inspirazione e uno a
ogni espirazione. Prova a portare l'attenzione al contatto dei piedi
con il pavimento. Puoi iniziare a camminare con il piede sinistro,
inspirando e dicendo in silenzio `inspiro'. Poi, quando il piede
destro avanza e tocca il pavimento, puoi dire dentro di te`espiro'.

- Meditazione Camminata all'Aperto -

Ovunque camminiamo, possiamo praticare la meditazione camminata.. Ciò
significa semplicemente sapere che stiamo camminando: lo scopo della
meditazione camminata è solo camminare, essere nel momento presente,
consapevoli del nostro respiro e del nostro camminare. Non c'è bisogno
di arrivare da nessuna parte. Camminiamo liberi e stabili, senza
fretta. Siamo presenti ad ogni passo. E quando desideriamo parlare, ci
fermiamo e diamo piena attenzione all'altra persona, alle nostre
parole e all'ascolto.

Camminare in questo modo non dovrebbe essere un privilegio. Dovremmo
poterlo fare in qualsiasi momento. Ci guardiamo attorno e vediamo
quanto vasta sia la vita, vediamo gli alberi, le nuvole bianche e il
cielo senza limiti. Ascoltiamo il canto degli uccelli. Sentiamo la
freschezza della brezza. La vita ci circonda e noi siamo vivi, in
buona salute e in grado di camminare in pace.

Camminiamo come persone libere e sentiamo i nostri passi farsi più
leggeri. Godiamo di ogni passo che facciamo. Ogni passo ci nutre e ci
guarisce. Camminando, lasciamo l'impronta della nostra gratitudine
sulla terra.

Camminiamo più lentamente del solito, anche se un po' più veloci di
quando facciamo kin hanh nella sala di meditazione.. Nel camminare,
coordiniamo il respiro con i passi. Nel far questo può esserci d'aiuto
l'uso di una gatha. Facciamo due o tre passi per ogni inspirazione ed
espirazione:

Sono arrivato (inspirando);Sono a casa (espirando)

Nel qui (inspirando);E ora (espirando)

Se camminiamo in salita è probabile che i polmoni richiedano di fare
due passi a ogni inspirazione e due passi a ogni espirazione.
Adattiamo dolcemente la pratica alla richiesta dei nostri polmoni, in
qualunque momento, qualunque essa sia. Scrolliamoci di dosso ogni
preoccupazione e ansia.

Camminando potresti voler stringere la mano di un amico e sentire così
tutta la felicità per la sua presenza accanto a te. Di quando in
quando, vedendo qualcosa di bello - un albero, un fiore, un farfalla -
vorrai fermarti ad osservare meglio. Nel guardare, continua a seguire
il respiro, in modo da non essere catturato dai tuoi pensieri e
perdere così la vista di quel bel fiore.

- Mangiare Insieme -

Nella meditazione del pasto mangiamo in silenzio. Questo ci permette
di gustare realmente il cibo e di entrare profondamente in contatto
con le persone che ci siedono attorno. La prima volta che ti capiterà
di mangiare in silenzio potrà sembrarti strano o innaturale, ma dopo
un po' ti accorgerai che un pasto in silenzio può dare molta felicità,
pace e comprensione profonda.

Mangiare insieme è una vera e propria meditazione. Possiamo iniziare a
praticare fin da quando ci serviamo da mangiare: riempiendo il piatto
siamo consapevoli che molti elementi - pioggia, sole, terra, aria e
amore - sono riuniti a formare quel cibo meraviglioso. Vediamo che
attraverso quel cibo l'intero universo sostiene la nostra esistenza.

Mentre ci serviamo siamo consapevoli degli amici che ci circondano, e
prendiamo la quantità di cibo che è giusta per noi. Prima di iniziare
a mangiare la campana viene invitata a suonare tre volte, e possiamo
allora godere del nostro respiro mentre pratichiamo le cinque
contemplazioni del cibo:

Questo cibo è un dono della terra, del cielo e di tanti esseri
viventi, ed è frutto di molto duro lavoro fatto con amore.

Che noi possiamo mangiarlo in consapevolezza e gratitudine, così da
essere degni di riceverlo.

Che possiamo riconoscere e trasformare le formazioni mentali non
salutari, in particolare l’avidità, e imparare a mangiare con
moderazione.

Che possiamo mantenere viva in noi la compassione, alimentandoci in un
modo che riduca la sofferenza degli esseri viventi, protegga il nostro
pianeta e inverta il processo di riscaldamento globale.

Accogliamo questo cibo per coltivare la fratellanza, rafforzare il
Sangha e nutrire la nostra aspirazione a essere al servizio degli
esseri viventi.

Mangiamo lentamente, provando a masticare ogni boccone almeno 30
volte. Godiamo di ogni boccone e della presenza dei fratelli e delle
sorelle di Dharma attorno a noi. Stabiliamoci nel momento presente,
mangiando in modo che durante il pasto possano realizzarsi stabilità,
gioia e pace. Mangiando in silenzio il cibo viene reso più reale dalla
nostra presenza mentale, e siamo consapevoli del suo nutrimento. Dopo
aver finito il pasto, prendiamoci qualche momento per essere
consapevoli di aver finito, consapevoli che la nostra scodella è vuota
e la fame soddisfatta. Renderci conto della fortuna di aver avuto quel
cibo nutriente da mangiare, cibo che ci sostiene sul sentiero della
comprensione e dell'amore, ci riempie di gratitudine.






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