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Inserito il - 15/04/2020 : 10:48:50 Vedere al di la' di cio' che e' visibile
Vedere al di là di ciò che è visibile è un'abilità del pensiero complesso che può essere affinata con la pratica. A seguire vi parliamo delle sue caratteristiche principali.
Vedere al di là di ciò che è visibile significa capire che ci sono fenomeni che esistono “scavando a fondo” nell’informazione che riceviamo attraverso i nostri sensi. Per conquistare tale capacità si consiglia di adattarsi a ciò che è accessibile e comprendere i retroscena di ogni situazione.
Nonostante le persone dotate di profondo intuito possano vedere al di là di ciò che è evidente, non tutti sviluppano questa abilità. Alcuni professioni basano la propria attività su questo pensiero. Medici, psicologi, ricercatori o periti devono conoscere ben più dell’apparenza dei fatti o delle prove evidenti per poter giungere a una conclusione. E tutti possiamo allenarlo.
Eppure, vedere al di là di ciò che è evidente è un’arte in disuso. Quando riceviamo delle informazioni su un problema, tendiamo a semplificarne l’approccio, quasi in modo automatico. E lo facciamo costantemente.
Cercare alternative più complesse rispetto ad alcuni approcci non è cosa comune e non sarebbe coerente con il principio dell’economia cognitiva. Ci riferiamo a quella naturale tendenza delle persone a ridurre ai minimi termini le informazioni ricevute.
Come se non bastasse, non solo tendiamo a semplificare ogni volta le risposte a determinati problemi, bensì, grazie all’accessibilità che ci offre lo sviluppo tecnologico, in qualche modo, i problemi sono stati ridotti ai minimi termini, con conseguente semplificazione degli approcci a ciascuno di essi.
Ma questo può impedirci di vedere al di là di ciò che è evidente e di avvicinarci alla verità. Proprio per questo, per vedere oltre, serve sviluppare alcune strategie proprie del pensiero complesso.
Sviluppare il pensiero complesso per vedere al di là
Questo bisogno di vedere al di là di ciò che è chiaro per avvicinarsi alla verità è oggetto di studio del sociologo e filosofo francese Edgar Morin. Secondo Morin, a una maggiore complessità corrispondono maggiori dettagli da tenere in conto in merito alla società in cui si vive. In caso contrario, risulta facile ignorare le priorità o i dettagli rilevanti.
Così, in virtù delle caratteristiche proprie della società contemporanea, affinché una persona possa farsi un’opinione precisa, deve riflettere accuratamente sull’informazione che riceve. Questa capacità riflessiva ha preso il nome di pensiero complesso.
Il soggetto non dovrebbe pensare semplificando ciò che sta vivendo.
Invece di cadere in un pensiero semplicista per avvicinarsi alla verità, bisogna aumentare l’informazione. La persona non dovrebbe pensare semplificando ciò che sta vivendo, né propendere per una posizione presa sulla base di uno o pochi fatti. Tuttavia, il pensiero complesso presenta l’inconveniente di non essere innato. Bisogna educare l’individuo a esso e rafforzarne la pratica.
Il filosofo specializzato in pedagogia Matthew Lipman riteneva che fosse estremamente necessario infondere questo tipo di pensiero nei bambini, sin dalla più tenera età.
Il pensiero complesso è accessibile a tutti e così come il pensiero semplice, possiamo allenare anche questo tipo di pensiero.
Ciò che non si vede, qualità del pensiero complesso
Nel quadro del pensiero di Edgar Morin, il termine “complessità” può essere interpretato come una sorta di grande rete i cui sottili fili si intrecciano e mettono in comunicazione le sue componenti. I fili sono eventi, azioni, retroazioni, determinazioni o destini.
Sebbene a parlarne sia Edgar Morin nel XX, il suo precursore, Leonardo da Vinci, lo aveva già studiato nel XV secolo e aveva proposto alcune strategie per lo sviluppo del pensiero complesso, osservabili nella sua teoria della complessità. Le sue opere supportavano questo punto di vista, suscitando nello spettatore la ricerca dell’informazione su aspetti non evidenti.
I filosofi greci utilizzavano la noetica, la filosofia che studia il pensiero, soprattutto quello obiettivo e intellegibile. Eppure, a volte siamo ignari di determinate informazioni o non vi abbiamo accesso.
La parola noetica proviene dal verbo greco noeo, che significa “vedere discernendo”, da cui deriva il verbo “pensare”. I greci utilizzavano questo verbo con il significato prossimo di “intuire”, nel senso di visione intellegibile.
Capire che vi sono delle informazioni che ignoriamo è il primo passo per sviluppare il pensiero complesso. Vedere al di là dell’evidenza è un aspetto accessibile a tutti. Eppure, per riuscirci, bisogna avere più intenzione che intuito. Per vedere ciò che è evidente, bisognerebbe prima vedere ciò che non lo è così tanto.
da lista mente
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