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 Piacere agli altri e ricerca approvazione

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 28/11/2019 : 09:29:19
Piacere agli altri e ricerca approvazione

Lavorare sull'autostima, cambiare quanto possibile e accettare quello che in un dato momento non possiamo cambiare sono i pilastri solidi per una sana indipendenza sociale.

Molte persone cercano disperatamente di piacere agli altri. Hanno bisogno dell’approvazione altrui, senza la quale sono incapaci di prendere decisioni, scegliere senza dubitare e sentirsi sicuri delle proprie scelte.

Il problema è che questa esigenza distrugge a poco a poco la propria autostima, oltre al fatto che cercare di piacere agli altri a tutti i costi è sfiancante e deprimente.

“Da un punto di vista evolutivo, piacere agli altri è l’equivalente dell’essere accettati dal branco e questo è legato a maggiori probabilità di protezione e, dunque, di sopravvivenza”, aggiunge da Bologna la Dottoressa Laura Bottegoni, psicologa e psicoterapeuta.

D’altro canto, la necessità di piacere agli altri è considerata un’aspettativa irrazionale, perché implica un obiettivo perfezionista e irraggiungibile: è impossibile piacere a tutti.

Per questo, la ricerca ossessiva dell’approvazione altrui genera nella maggior parte dei casi una sensazione di impotenza. Le persone che vivono in questo modo, infatti, sono costrette a cambiare il loro modo d’essere in modo drastico a seconda del contesto. Quest’atteggiamento genera una tensione che si manifesta spesso con attacchi di ansia.

Lo sforzo per piacere agli altri conduce al rifiuto

Albert Ellis, padre del modello ABC, riteneva che gran parte della nostra sofferenza dipende dalla nostra interpretazione della realtà, più che dalla realtà stessa. Molti pensieri irrazionali che adottiamo, pertanto, non fanno altro che generare dolore. Mettere in dubbio ed eliminare questi pensieri è la strada che conduce a una sanità mentale che, di conseguenza, si traduce in una migliore vita sensoriale.

Curiosamente, quando cerchiamo di piacere agli altri, l’unica cosa che otteniamo nella maggior parte dei casi è un rifiuto. Questo rifiuto ci fa particolarmente male e si scontra con la nostra personale convinzione che «se sono come gli altri vogliono, mi accetteranno». Questa dissonanza fra convinzione, azione e risposta che riceviamo è ciò che provoca dolore e sofferenza.

Eppure, invece di ricondurre il nostro atteggiamento e cercare di essere semplicemente noi stessi, la reazione tipica è quella di cercare di adeguarci ancora di più a quelle che pensiamo siano le caratteristiche per piacere agli altri. È così che la ricerca dell’approvazione inizia a essere una corsa sfiancante.

Forse all’inizio una persona servile che ci dà sempre ragione può piacerci, ma a lungo andare questa sensazione piacevole svanisce per trasformarsi in un rifiuto. Una persona artificiale, finta, incapace di qualsivoglia confronto non è interessante. Questo fenomeno è particolarmente evidente in alcune relazioni di coppia: all’inizio sembrano tutte rose e fiori, ma con il tempo inizia a crescere l’astio.

Pensate a quanto sia difficile conoscere davvero una persona che non si mostra per quello che è. Non sappiamo chi è, non ha una voce propria, cerca di rappresentare al massimo quelle che crede siano le aspettative altrui.

«Non conosco la chiave del successo, ma so che la chiave del fallimento è cercare di piacere a tutti.»
-Woody Allen-

Il lato nascosto della ricerca di approvazione

Piacere agli altri è un atteggiamento stancante, per questo spesso si trasforma in un’arma a doppio taglio. Le persone che vivono cercando l’approvazione altrui possono mantenere questo stile di vita per un certo tempo. Ma quando le energie iniziano a calare, si ritrovano travolte da una sensazione di malessere dalla quale non riescono a uscire, perché non hanno gli strumenti e i necessari punti di riferimento per ricostruire la propria autostima. Arrivati a questo punto, la persona può reagire con aggressività.

Tutti raggiungiamo un limite alla nostra capacità di simulazione. Per quanto possiamo comportarci in modo compiacente con gli altri, prima o poi comparirà la pressione. La sensazione di non poter più rappresentare un ruolo che non ci appartiene diventa insopportabile. È così che anche le relazioni più intense possono raffreddarsi in poco tempo.

Le persone che si preoccupano eccessivamente dell’opinione altrui spesso vivono la vita in termini di “o tutto o niente“. Sono incapaci di rivolgere la propria attenzione a diversi obiettivi, così quando si stancano di qualcosa, passano direttamente ad altro, dimenticando il precedente. Passano dall’essere migliori amici, a comportarsi come sconosciuti.

«Voler piacere a tutti non piace a nessuno.»
-Rousseau-

Questo modo di agire è altamente nocivo. Molte persone lo usano per manipolare, altri perché semplicemente non sanno come relazionarsi in modo sano e hanno una così scarsa autostima da pensare che chiunque scapperebbe a gambe levate se conoscesse la loro vera personalità.

Lavorare sull’autostima, cambiare quanto possibile e accettare quello che in un dato momento non possiamo cambiare sono i pilastri solidi per una sana indipendenza sociale. Un’indipendenza che significa autonomia, un fattore di protezione fondamentale nei confronti della dipendenza emotiva.

da listamente





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