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 Marketing per saccheggiare l'ambiente

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 12/01/2009 : 13:07:30
Marketing per saccheggiare l'ambiente

di Claudio Capolino

In questa opportunità chiedo ai moderatori e compagni di lettura, la
licenza di discostarmi dei consueti temi cui tratta la lista, per
rimanere -per una volta e in via del tutto eccezionale- con i piedi
ben poggiati su questo pianeta.

La storia che racconterò a continuazione è successa veramente. E chi
scrive ne è stato testimone.

Mi muove il fatto che queste notizie non appariranno mai sui giornali
e l'unica forma di porgere denuncia è riferirlo alle piccole
comunità, come la nostra. Sono anche consapevole del fatto che se
ognuno di noi comincia a trasgredire il carattere di questa lista,
finiremo per snaturare il suo fine e svuotarla dall'originaria ragione.

Messomi in castigo da solo (ma in pace con la propria coscienza), vi
racconterò allora quanto sono venuto a conoscenza nei bei tempi
quando lavoravo per le multinazionali.

All'epoca dei fatti ero all'estero e lavoravo in un'agenzia di
pubblicità. Ogni tanto dovevamo accogliere qualche studente
dell'università della comunicazione, inviatoci per uno stage della
durata di un paio di mesi.

In questa opportunità toccò a me il ruolo di precettore di una
ragazza, che ben presto si rivelò molto diligente e preparata.

Quando non ero preso della pressione del lavoro urgente, ero solito
illustrarla sui progetti in corso e commentare il piano strategico
dal quale scaturivano i processi creativi.

Avevamo da poco definito la regia per uno spot televisivo il cui
obiettivo era introdurre nel mercato un nuovo olio per motori di
camion commissionato da una grande multinazionale del petrolio, e
fresco di ogni dettaglio approfittai per esporre il posizionamento
del prodotto e la strategia di lancio.

A continuazione -commentai-, mentre quel progetto entrerebbe nella
fase di pre-produzione, avrei dovuto lavorare su una campagna di
"pubblico interesse", ovvero di immagine e presa di consapevolezza,
sempre per conto della medesima compagnia; l'obiettivo era promuovere
la riforestazione di una vasta area di loro proprietà in una lontana
zona agreste del paese.

Una campagna istituzionale senza pretese di un ritorno commerciale
immediato salvo lo scopo di soggiogare la sensibilità della
collettività e porre in rilievo gli aspetti virtuosi di una compagnia
con vocazione ambientale attenta a non farsi travolgere dai criteri
di mercificazione tanto in atto tra le grandi multinazionali.

Questa finalità di pubblica utilità era la ragione per la quale
questi messaggi erano anche detti "di servizio o bene
pubblico" (qualcosa di simile a Pubblicità Progresso), e aspiravano
naturalmente a un forte tornaconto sul piano dell'immagine aziendale.

La mia giovane allieva era abbastanza loquace e partecipativa, ma in
questa occasione rimase in silenzio e alquanto imbronciata.

-"Lei non si offende se le racconto una cosa?", mi disse alla fine,
accorgendosi che il clima si faceva un po teso.

-"No -risposi- di che si tratta?"

-"A proposito della compagnia petrolifera....", mi disse titubante.

E cominciò a raccontarmi....

( ................ )

...Suo padre era un scienziato piuttosto apprezzato e riconosciuto
nel proprio ambito di ricerca. Sebbene fosse portatore di un grande
handicap, stava realizzando un lungo lavoro di conversione e
riadattamento agricola presso una tribù di indios nell'Amazzonia
brasiliana.

Figuratevi lo spirito di sacrificio per muoversi in quell'ambiente
su una carrozzella.

All'epoca dei fatti -era il 1990-, il papà fu il primo uomo bianco
che questi indios avessero mai visto e stette per parecchi mesi a
debita distanza prima di vincere la loro naturale diffidenza.
Finalmente, lo lasciarono avvicinarsi alle loro capanne.

La missione di questo bravo uomo era assecondare il passaggio dalla
fonte alimentare esclusiva della caccia a quello complementare
dell'agricoltura prima che la minaccia della civilizzazione arrivasse
a sconvolgere il loro habitat. E date le sue condizioni, era una
fatica improba e colma di sacrifici.

Passò quasi un anno a studiare la loro lingua, per poter svolgere al
meglio il proprio compito.

Tra questi aveva anche fatto degli esperimenti per vedere il tipo di
agricoltura idoneo alla crescita in quell'ambiente, da procurare così
una sicurezza dei risultati.

Ormai era riuscito a stabilirsi nel loro recinto e a dare inizio
anche alle prime piantagioni. Quando le coltivazioni cominciarono a
crescere e gl'indigeni a vedere il frutto del loro lavoro, il rumore
delle pale di un elicottero che sorvolava la zona creò allarme e
scompiglio tra la minuta popolazione.

I giorni che seguirono l'elicottero si fece presente con ostinata
puntualità, volando sempre più basso. E ogni volta creava disagio e
tensione, nel piccolo villaggio.

Fino il giorno che si abbassò tanto da poter calare una grossa sacca
che depositò sul suolo. L'interno era zeppo di cianfrusaglie ma anche
di bottiglie di super alcolici.

Il povero uomo dovette impallidire quando gli indios si presero la
prima sbornia.

Trattò di dissuaderli ma questi diventarono ostili e minacciosi. Ogni
settimana l'elicottero ritornava per deporre il suo carico malevolo.
E gli indios che purtroppo si stavano abituando, si radunavano ad
aspettarlo. Nessuno volle più ritornare a lavorare nel piccolo
orticello che era nato nel cuore dell'Amazzonia.

Così il suo sforzo andò, irrimediabilmente, perduto.

Quando fece ritorno il povero uomo rapportò minuziosamente la storia
alla ong che aveva sostenuto la missione, e quindi si attivò l'
inchiesta pertinente.

Si venne così a conoscenza che una delle più grandi compagnie
petrolifere del mondo stava realizzando delle prospezioni e che, a
poca distanza, avrebbe fatto seguito il diboscamento dell'intera area.

Quando la ragazza finì il suo racconto, rimasi zitto.

E non nascondo che sentì un leggero senso di nausea, verso il mio
lavoro.

****************

P.S.: dopo dieci anni ricevetti via internet una e-mail dal titolo
<Tutti gli orrori delle multinazionali>, che tra le tante cose,
riportava testualmente:

.. Nel Parà, in Brasile, la miniera di bauxite è il primo di molti
progetti minerari in Amazzonia, ed è controllata da ALCOA (U.S.A.) e
da una filiale della Shell, Billiton. La fonderia della miniera userà
energia proveniente dalla diga Cachoeira Porteira, che inonderà 911
Kmq di foresta tropicale, compresi alcuni villaggi dell'Amazzonia ..;
anche terre abitate da 23 gruppi di popoli indigeni, alcuni dei quali
non sono ancora venuti in contatto con l'uomo bianco .., e quindi
vulnerabili alle malattie.








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