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Inserito il - 24/11/2008 : 11:22:51 Bioetanolo dalle olive
Data articolo: novembre 2008
Fonte: www.affaritaliani.it
Da molto tempo esiste la polemica fra sostenitori della conversione agricola di sempre maggiori colture e fette di territorio verso la produzione della più promettente, in termini di guadagno, bioetanolo e quelli che invece sostengono che in questo modo c'è il rischio di affamare intere popolazioni.
Per questo ricercatori di tutto il mondo stanno cercando di ricavare bioenergia da scarti, alghe e altri prodotti non alimentari. Qualche giorno fa dalla Spagna è arrivato il risultato di un gruppo di ricercatori secondo cui sarebbe possibile ricavare bioetanolo di buona qualità dai noccioli di oliva. I noccioli delle olive, infatti, possono essere convertiti in bioetanolo, indicato da molti come un possibile, anche se parziale, sostituto dei combustibili fossili e in particolare del petrolio.
Il nuovo processo di conversione chimica su scala industriale descritto dai ricercatori delle università spagnole di Jaén e di Granada sulla rivista “Journal of Chemical Technology & Biotechnology”, organo della Society of Chemical Industry's (SCI), offrirebbe così un’opportunità per rendere sfruttabili gli oltre quattro milioni di tonnellate di scarti di olive generati ogni anno in quel paese. “Il basso costo di trasporto e di trasformazione dei noccioli di oliva li rende una fonte appetibile per la produzione di biocombustibili”, ha spiegato Sebastián Sánchez, che ha partecipato alla ricerca. Il bioetanolo viene sempre più utilizzato, soprattutto negli Stati Uniti, per alimentare i veicoli.
La sua produzione, tuttavia, è controversa quando si utilizzano come materia prima cereali o altri vegetali che possono essere destinati alla produzione alimentare. La proposta di utilizzare i noccioli delle olive segue altre soluzioni analoghe che prevedono l'utilizzazione degli scarti come già avviene per i tutoli delle parrocchie di mais. Il nocciolo di oliva rappresenta circa un quarto del peso totale del frutto ed è ricco di polisaccaridi (cellulosa ed emicellulosa) che possono essere scissi in zuccheri più semplici, che a loro volta vengono fatti fermentare per produrre etanolo.
Il processo prevede il pretrattamento dei noccioli utilizzando acqua ad alta temperatura e ad alta pressione in un reattore in cui vengono aggiunti successivamente gli enzimi in grado di produrre gli zuccheri. Gli idrolisati ottenuti dal processo vengono poi avviati alla fermentazione con lieviti. Toccherebbe poi ai lieviti fermentare gli idrolisati per convertirli in etanolo. Il rendimento raggiunto nei laboratori permette di ottenere 5,7 kg di etanolo a partire da 100 kg di noccioli di olive.
In realtà la quantità di noccioli proveniente dall’industria olivicola è nettamente inferiore a quella di altri scarti agricoli, ma darebbe al settore l’opportunità di rendere utilizzabili i 4 milioni di tonnellate di noccioli generati ogni anno e altrimenti inutilizzati. Inoltre, come spiegano gli stessi scienziati, "il basso costo di trasporto e di trasformazione dei noccioli di oliva li rende una fonte appetibile per la produzione di biocombustibili".
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