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Inserito il - 12/07/2008 : 11:12:37 Appuntamento con Einstein
di: Zret
In un racconto intitolato Appuntamento con Einstein, Dino Buzzati immagina che in una sera d'ottobre, col cielo terso come cristallo, il celebre scienziato finalmente, dopo lunghe riflessioni, riesce a concepire “il cosiddetto spazio curvo”. Mentre passeggia per i viali di Princeton, uno strano personaggio si avvicina ad Einstein: è Iblis, l'Angelo della Morte. Egli gli preannuncia che è giunta la sua ultima ora. Lo scienziato, all'inizio è incredulo, ma poi, convinto dagli straordinari poteri dell'interlocutore, chiede una proroga, perché intende completare la formulazione della sua teoria, prima di lasciare la vita. Iblis gli concede così ancora un mese di tempo e poi, scaduto il tempo concordato, un'altra dilazione di quattro settimane. Alla fine, trascorso quest'ultimo lasso di tempo, Einstein, presentatosi all'abboccamento, dopo che ha terminato i suoi studi sulla relatività, è rimandato indietro da Iblis. Infatti l'Angelo della Morte, non è mai stato interessato alla vita dello studioso, ma lo ha incalzato affinché Einstein portasse a compimento con rapidità le sue ricerche di fisica utili per l'Inferno.
Il breve testo di Buzzati è una riflessione sui pericoli connessi a molte scoperte scientifiche: “le piccole formulette, le pure astrazioni” non sono così innocue come si potrebbe pensare. L'elaborazione della teoria della relatività spianò la strada ad una serie di applicazioni che sfociarono nell'uso dell'energia nucleare a fini bellici e “pacifici”. L'intuitivo ed introverso matematico Ettore Majorana, forse intuendo a quali orrori avrebbe condotto l'esplorazione dell'atomo e dei suoi segreti, si dileguò all'improvviso.
È inutile ricordare quali sono i rischi di una scienza prometeica, incurante di princìpi etici ed asservita ai militari ed a uomini “politici” spregiudicati. È una scienza strumento delle legioni infernali: con essa il Diavolo persegue i suoi scopi maligni, tendendo l'insidia definita “progresso”. Può l'uomo fermarsi di fronte ad orizzonti incogniti, pur sapendo che le indagini potrebbero portare ad effetti perniciosi ? Il sapere può imporsi dei confini per evitare di stuprare la natura e di profanare il santuario dell'identità personale? La risposta data da Buzzati è apocalittica: la scienza senza coscienza è l'anticamera dell'Inferno.
Tuttavia, più che il taglio morale nella storia (1), percorsa da un'implicita condanna di un'investigazione avulsa da comprensione delle conseguenze, colpisce il garbato sorriso con cui l'autore ritrae Einstein, personaggio ossimorico anche nella vita reale, un geniale barbogio, ingenuo ed acuto al tempo stesso. Sottilmente ironiche sono le frasi che riferiscono dell'intuizione einsteniana dello “spazio cosiddetto curvo”, che egli rimira “per diritto e per rovescio”, “sublimità ineffabile della creazione”, dove “si sciolgono i nostri tridimensionali affanni”. Come spesso avviene, i veri artisti anticipano gli scienziati: così lo scrittore bellunese capì, prima di altri ricercatori, che il vuoto curvo era, almeno espresso in questi termini, un non-senso, una sciocchezza.
Stride efficacemente con il piglio quasi scanzonato di alcuni nuclei, l'icastica raffigurazione di Iblis, alto, dalla carnagione nera ed i denti bianchissimi che risplendono tra le ombre dense del crepuscolo. Il ritmo serrato della narrazione con i mesi che scorrono veloci, i dialoghi drammatici tra Einstein e l'Angelo della Morte, generano una tensione che culmina nello Spannung finale, incastonato nell'inattesa conclusione.
Si incrosta il silenzio su Princeton, New Jersey.
(1) In alcuni racconti tale istanza etica purtroppo scade in moralismo cattolico, come nella novella Il disco si posò.
Data articolo: luglio 2008 Fonte: Zret http://zret.blogspot.com/
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