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Inserito il - 19/11/2013 : 11:09:15 Corso di introduzione alla gravidanza 7
di Bianca
(parte settima)
L’IMPORTANZA DEI COLORI
Ogni madre sa di poter parlare e comunicare con il proprio bambino come se fosse già nato. Se lo farà, creerà le condizioni migliori affinché esso nasca equilibrato, sano e pieno di energia. All’importanza che rivestono una buona alimentazione e coccole in abbondanza, praticando gli esercizi descritti in appresso, la madre potrà aggiungere l’influenza dei colori dell’arcobaleno. Infatti, è possibile trasmettere al bambino in gestazione le virtù dei colori stessi. E se la futura mamma manifesterà nella quotidianità tali virtù, queste si imprimeranno nella memoria cellulare del bimbo.
Il mondo dei colori è importante quanto la musica, perché anche ogni colore emana vibrazioni che esercitano un’influenza benefica sull’organismo del bambino in gestazione.
Ecco l’elenco completo:
ROSSO Colore della vita, della vitalità, del dinamismo e della volontà. ARANCIONE Colore della salute, della gioia, della bellezza interiore e della trasformazione. GIALLO Corrisponde all’intelligenza, alla saggezza e alla ragione. VERDE E’ collegato alla crescita, alla speranza, all’abbondanza e alla riuscita. AZZURRO Colore della pace interiore, della musica, della verità e dell’armonia. INDACO Sviluppa nobiltà di pensiero, lealtà, stabilità e padronanza di sé. VIOLA Ispira purezza, sviluppa l’immaginazione e l’intuizione, esorta all’altruismo e alla compassione. E’ legato ai valori spirituali dell’essere umano.
Quando hai un momento di tempo, siediti in un luogo tranquillo e rilassati profondamente. Quando sei pronta, apri il tuo cuore e lascia fluire tutto l’amore che provi per il tuo bambino. Se alla fine di ogni esercizio ti metterai in ascolto, percepirai ciò che lui ti vorrà suggerire.
Inspira ed espira lentamente e dolcemente, come se tu volessi sentire il profumo di un fiore. Poi prosegui immaginando un fascio di luce bianca che ti avvolge interamente. Questa luce ti predisporrà a eseguire nel modo migliore gli esercizi che seguono.
Immagina di ammirare un fiore rosso, luminoso e scintillante. Inspira il suo colore. Vivi intensamente questo bellissimo rosso che va ad impregnare anche le cellule del tuo piccino portandogli energia e tanto amore. Immaginalo già nato, mentre corre e gioca felicemente. Sarà un bambino allegro e sicuro di sé.
Ora immergiti assieme al tuo bambino nel colore arancione. Quest’onda di colore sale dal basso fino a ricoprire tutte le parti del tuo corpo. Inspirando questo colore, manda le sue vibrazioni al tuo bambino enumerando tutte le belle doti che gli vorresti trasmettere. Aggiungi anche le più belle espressioni che sgorgano dal tuo cuore per dargli il piacere di partecipare. Sarà questa una preziosa stimolazione per il tuo piccino.
Prosegui con impegno scegliendo ogni giorno un altro colore, quello che in quel momento ti ispira maggiormente e stimola la tua immaginazione per creare uno scenario che ti affascini e che porti alla tua fantasia le immagini più belle. Saranno quelle che piaceranno anche al tuo bambino :
Per i colori : - giallo - potrai scegliere il sorgere del sole. - Verde - il risveglio della natura in primavera - Azzurro - un cielo terso - Indaco - un tramonto mentre scende la notte - Viola - un fascio di luce pura e vibrante che ti avvolge in un’ampia spirale.
Per accompagnare questo lavoro potrai scegliere dei brani musicali di tuo gradimento, preferibilmente di Mozart o di Vivaldi, comunque sempre in tono maggiore.
Anche il tuo abbigliamento dovrà essere sempre ricco di colori. I colori sono vibrazioni, mentre il nero non emette vibrazioni ma assorbe tutto, anche le vibrazioni negative.
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IL TRAVAGLIO E IL PARTO
I lunghi mesi della gravidanza stanno per scadere. Il parto è ormai imminente e negli ultimi giorni di attesa c’è aria di prove generali. Il piccino si appresta a fare il suo ingresso nel mondo ed è lui che, collaborando con la madre, dà il via al travaglio.
A tre o quattro settimane prima della nascita – periodo molto variabile – il bambino si mette a testa in giù avvicinandosi al collo dell’utero.
Ora si muove meno a causa del minor spazio che ha a disposizione ; tuttavia un minimo di movimenti è necessario per segnalare che, in attesa del grande momento, il piccino sta bene. Nell’organismo materno si verifica la secrezione di una serie di ormoni, secrezione alla quale concorre anche il bambino. Gli ormoni in questione sono quelli che andranno a dare il via al travaglio. L’ormone principale è l’ossitocina prodotta sia dalla donna che dal bambino. Questo dimostra che in questa importante fase vi è, fra i due, una perfetta e meravigliosa collaborazione.
Per il piccino non si tratta soltanto di prepararsi all’enorme sforzo fisico necessario per superare tutte le difficoltà del passaggio attraverso il canale del parto, ma anche all’incontro con un ambiente totalmente nuovo al quale dovrà adattarsi.
Per la donna, la serie di ormoni dà il via al travaglio, dapprima con doglie leggere e distanziate che gradatamente si intensificano in dolore e in frequenza. Questa fase può avere una durata variabile, ma la donna, facendosi coraggio, sa che deve affrontare e sopportare pazientemente questo processo; comunque, ognuna ha un proprio ritmo e le persone che assistono lo devono rispettare……
A seconda dell’interpretazione che si dà al dolore, si può affermare che quanto più se ne attribuisce un significato, tanto più se ne alza la soglia della tollerabilità. Dare un senso al dolore del parto significa avere buoni motivi per accettare di vivere questa profonda esperienza psichica e insieme fisica che nulla ha di patologico.
L’apparato medico, con la sua regola “evitare il dolore” tende a creare una distanza tra la donna e il suo corpo, fra la donna e le sue sensazioni, impedendole di sentirsi, di conoscersi e di esprimersi. La donna dovrebbe invece sapere che il suo corpo è perfettamente predisposto alla funzione del partorire, come lo è per qualunque altra funzione: respirare, digerire…….. Il modo in cui vivere il travaglio è spesso lo scopo basilare dei corsi di preparazione al parto che, portando la donna a dare una risposta alla sua sofferenza, tendono a debellare paura e tensioni.
Dare un’ interpretazione positiva al dolore del parto vuol significare trasformarlo e viverlo attivamente come occasione di crescita, e non subirlo come una condanna.
“……..Ecco, tutto è pronto: luci soffuse, musica in sottofondo, raccoglimento….. Il bambino può arrivare. ……Eccolo ! Esce prima la testolina e poi le braccia….. Il bimbo è nato ! Quale luogo più adatto per deporlo se non il ventre materno ! Il ventre della donna ha la forma, la misura esatta del bambino. Convesso poco fa, ora concavo, sembra in attesa, come un nido. Il suo tepore, la sua elasticità, il fatto che salga e scenda secondo il ritmo della respirazione, la dolcezza, il calore vivo della pelle, tutto lo rende il luogo per eccellenza dove deporre il neonato.” (F.Leboyer – La nascita senza violenza).
Questo è il modo giusto per dare il ‘Benvenuto’ al piccolo essere venuto a far parte della nostra società. Infatti, sarebbe bello se la nascita di ogni nuovo individuo fosse vista come un atto al quale attribuire il senso di sacralità, considerato nel suo pieno valore da tutte le persone coinvolte.
Le mani dell’Ostetrica che porta alla luce quel piccolo essere indifeso dovrebbero accoglierlo con amore e tenerezza, rispettando la dignità di quella creatura che, da adulto, dovrà svolgere il compito per il quale è venuto al mondo e…. .‘diventare una nota armoniosa nella grande sinfonia universale’.
Gioia e sollievo per tutti, particolarmente per mamma e papà che vivranno i primi istanti alla presenza del loro bambino in un’atmosfera di grande intimità. In quei momenti non mancherà una profonda generale commozione !
E’ importante che l’apporto di ossigeno continui a giungere attraverso il cordone ombelicale fino che il bambino non riuscirà a respirare da solo. Per mettere in moto questa importante funzione, ci saranno le mani della mamma che, con tanta tenerezza, praticheranno un leggero massaggio al torace del bimbo per aiutarlo a mettere in moto l’apparato respiratorio e a renderlo così indipendente dal cordone che ancora lo collega a lei. Questo dovrà essere reciso in una zona chiara che si formerà a qualche centimetro dall’ombelico soltanto quando non pulserà più e quando il bambino respirerà autonomamente. L’ideale sarebbe che il taglio del cordone venisse fatto dal papà che avrà assistito all’intero processo con profonda partecipazione e grande conforto per la partoriente.
Appena reciso il cordone ombelicale, il bimbo non dovrà essere allontanato dalla mamma. Vicino alla mamma, nel momento delicato del grande passaggio da feto a bambino, potrà sentirsi più al sicuro, mentre nel suo cervello avverrà un repentino cambio di tutti i circuiti che governavano le funzioni del suo piccolo organismo per adattarsi alla nuova situazione. Recentemente è stato reso noto da una ginecologa australiana un modo di procedere secondo cui il cordone non viene reciso ma, assieme alla placenta, lasciato collegato al bambino anche per parecchi giorni affinché il sangue e gli ormoni in essi contenuti non saranno interamente defluiti verso il bambino, per non privarlo di una quantità di sangue e di ormoni importanti, che altrimenti andrebbero persi. Questo nuovo procedimento si chiama “Lotus-Birth”.
Quando il cordone si è svuotato e completamente essiccato, si stacca da solo dall’ombelico.
Pare che sia moltovantaggioso per il bambino che, così trattato, dia evidenti segni di benessere. Appena nato, il bambino viene quindi appoggiato sulla pancia della mamma, da dove tende istintivamente verso il suo seno. Pare che il profumo del latte materno sia molto simile a quello del liquido amniotico, per cui il bambino tende istintivamente verso qualcosa che conosce già. A questo punto si avvera il sogno di entrambi: il bambino viene messo fra le braccia della mamma per la prima poppata, ed è questo un momento ricco di emozione in cui gli sguardi di mamma e piccino si incontrano. Finalmente il bimbo vede il viso della sua mamma, e la mamma tiene finalmente fra le braccia il figlioletto portato per tanti mesi nel suo grembo, sul quale poter riversare tutto il suo amore e dare il prezioso nutrimento che lo farà crescere sano e forte. E’utile che tutte le donne in gravidanza siano informate che, durante lo svolgimento dell’intero processo, godono di una preziosa e saggia collaboratrice e sostenitrice che le segue: LA NATURA. Infatti, la natura ha pensato a tutto fino nei minimi particolari, sia che la donna ne sia cosciente o meno. Ha pensato persino a far secernere al momento del parto vari ormoni come: l’ossitocina = ormone dell’amore, le endorfine = ormoni della gioia e l’adrenalina = l’ormone della forza. Questi ormoni provvedono a trasformare il momento dell’incontro madre/bambino in quell’esperienza indimenticabile che crea l’impronta iniziale di tutta la loro futura relazione.
Nel caso in cui il decorso dovesse essere turbato da qualche lieve complicazione, come a volte può succedere, è pronta un’altra grande sostenitrice: LA MEDICINA. Negli ultimi decenni la Medicina ha creato tecniche veramente eccezionali e apparecchi sofisticati capaci di far fronte anche alle più difficili situazioni: il travaglio indotto, l’anestesia epidurale, il taglio cesareo e altro, tecniche alle quali si dovrebbe però ricorrere solamente in caso di assoluta necessità, in quanto, sebbene preziose al momento opportuno, non sono prive di conseguenze anche dopo parecchio tempo. Sarà quindi necessario giudicare di volta in volta la necessità di ricorrervi.
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IL PARTO IN CASA
La più importante delle trasformazioni è la nascita di una creatura. Prima c’è una donna col pancione e dopo c’è una donna col suo bambino. Prima c’è una figlia e dopo c’è una madre. Questa realtà si presenta in modo visibile e ogni volta che ce la troviamo di fronte, suscita in noi meraviglia.
Parlare di parto in casa significa, per la coppia, fare una scelta importante e preferire la dimensione della propria casa, della propria intimità alla clinica di maternità; comunque, data la complessità di una tale esperienza così profonda e ricca di emozioni come dare alla luce il proprio bambino, prendere una decisione del genere non è facile, malgrado tutti i lati positivi che essa presenta.
La donna che preferisce partorire in casa, generalmente desidera vivere questo evento in tutta naturalezza. E’ sottinteso che il parto in casa potrà essere affrontato solamente da donne che presentano una gravidanza normale e per le quali si prevede un parto senza problemi. Attualmente non è raro incontrare donne che programmano di partorire in casa, dove, rimanendo nel loro ambiente, si sentirebbero più a loro agio, circondate dalle cure e dall’amore di chi le assiste e le sostiene.
L’ambiente adatto al parto dovrà essere provvisto di strumenti come la sedia da parto, maniglie a cui aggrapparsi ed altro, dove la donna, in presenza dell’ostetrica e possibilmente del proprio compagno, ha il potere di decidere come portare avanti il travaglio e scegliere le posizioni da assumere, nel rispetto dei propri tempi e dei tempi del bambino. Tutto deve svolgersi secondo natura, in un ambiente silenzioso, con luci soffuse e una leggera musica in sottofondo.
La donna che partorisce in un’atmosfera come questa, in cui ogni passaggio viene considerato sacro, ne esce orgogliosa e felice di aver vissuto il parto nella maniera più naturale possibile avvalendosi solo delle proprie forze e seguendo i propri istinti. Le donne sanno già tutto. Hanno bisogno soltanto di una presenza pronta a intervenire in caso di bisogno. Anche per le ostetriche è una grande soddisfazione assistere donne che si gestiscono da sole, rassicurate soltanto dalla loro presenza non solo professionale ma soprattutto amorevole. Non ha importanza se, in questi casi, i tempi si allunghino, purché tutto si concluda bene.
Esistono attualmente strutture ospedaliere provviste di luoghi attrezzati per il parto naturale, in cui si cerca di creare una situazione tranquilla, priva di attrezzature, dove, adiacente alla sala parto, è prevista una camera da letto arredata come a casa propria e dove la puerpera può soggiornare per un breve periodo dopo il parto assieme al proprio bambino e al proprio compagno. In questo contesto, la figura dell’ostetrica assume un’importanza particolare quale aiuto e sostegno non solo durante il parto, ma anche prima e dopo e con la quale va stabilito un rapporto non solo di confidenza, ma soprattutto di profonda fiducia.
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IL PARTO IN ACQUA
“L’acqua è sempre stata il simbolo della madre in ogni tempo e luogo.
La vita ebbe inizio nell’acqua e, nel liquido amniotico, noi ricatturiamo la storia della vita. Michel Odent
L’acqua è l’elemento femminile per eccellenza ed è fonte di vita. Essa contiene, sostiene, accarezza, massaggia ed evoca percezioni piacevoli e rilassanti.
L’acqua a una certa temperatura aiuta a entrare in uno stato di benessere sensoriale, a lasciarsi andare senza difese. Quindi, basterà “lasciarsi andare” per godere di un piacevole stato di rilassamento.
In gravidanza, l’acqua ha un impatto ancora più piacevolmente profondo ed efficace, anche perché ci si trova già in uno stato di naturale apertura ed espansione.
Il parto in acqua non elimina il dolore, ma generalmente lo riduce a un livello anche molto basso. Anche il bimbo che deve nascere gode di numerosi vantaggi, uno dei quali è l’accoglienza, che avviene in un’atmosfera più distesa e rilassante. Anche in questo caso prevalgono gli aspetti positivi, tuttavia non vanno trascurate nemmeno le difficoltà che potrebbero presentarsi. Un noto ginecologo francese, studioso del parto in acqua – Michel Odent – raccomanda di evitare di pianificare una nascita in acqua in quanto l’opportunità e le modalità di un parto in acqua vanno discusse di volta in volta con il team ostetrico che assiste.
Per una donna incinta, il parto può essere paragonato a un esame da superare. Come ogni esame da affrontare, anche il parto richiede un’adeguata preparazione. Una volta ben preparato, durante lo svolgimento, il parto comporta un certo grado di tensione iniziale e una notevole concentrazione. Inoltre, richiede una quantità di energie fisiche e psicologiche; ma una volta superato, oltre alla stanchezza, sopravviene la soddisfazione e la gioia del risultato ottenuto.
Se la donna riesce a trascorrere i nove mesi senza problemi, essa arriva al momento del parto più serena e più sicura, e il parto avrà certamente un esito positivo. Inoltre, preparando se stessa, la donna indirettamente prepara anche il bambino. E’ comunque un momento delicato per entrambi.
Bisogna quindi cercare di creare le condizioni migliori affinché esso avvenga nel modo più adeguato. E l’acqua, in questa situazione, può essere di grande aiuto sia per la donna che per il nascituro.
Per la donna, l’acqua favorisce il rilassamento e l’isolamento da stimoli esterni, facilitando così il maggior contatto con la sua parte più intima, con le potenzialità istintive, cioè con le risorse e le conoscenze necessarie per partorire, conoscenze che la donna possiede nel suo bagaglio di informazioni. Partorire, infatti, è un processo fisiologico e non patologico e, come tale, è iscritto nel patrimonio genetico della donna.
L’acqua aiuta quindi la donna a tralasciare la componente razionale e ad abbandonarsi al suo istinto, a quella saggezza primitiva grazie alla quale ella sa ciò che deve fare e come lo deve fare affinché l’esperienza si concluda felicemente.
Per il bambino, il passaggio da un ambiente liquido nell’utero materno a un ambiente acquatico esterno è sicuramente molto più dolce e meno traumatico.
L’acqua assume un significato ancora più profondo se si considera la nascita come un evento sacro.
L’immersione della donna nell’acqua durante tutta la gravidanza e poi durante il travaglio e il parto acquista un valore rituale che favorisce la sua trasformazione spirituale e psicologica. L’immersione può essere vista come la preparazione e la purificazione che precedono la celebrazione del parto, quale evento sacro. Se questo concetto viene realmente compreso dalla donna e da coloro che assistono al parto, allora il bambino sarà accolto in un’atmosfera di rispetto e di solennità.
L’acqua è sicuramente uno strumento di grande valore, di altissima potenzialità durante il travaglio e il parto. Tuttavia la donna non deve sentirsi obbligata a utilizzarla, ma deve fare esclusivamente ciò che si sente di fare, seguendo il suo istinto.
Fase della dilatazione. Un fattore molto importante è la qualità dell’ambiente, che dovrebbe essere il più accogliente possibile, silenzioso, intimo e tranquillo, con poche persone presenti, con un’illuminazione soffusa e un leggero sottofondo musicale.
Il travaglio ha inizio quando vengono prodotti gli ormoni che stimolano le contrazioni uterine. Ogni travaglio ha i suoi ritmi mentre la sua durata complessiva è variabile. L’esperienza ha dimostrato che il momento migliore per immergersi nell’acqua è quando le contrazioni si fanno più intense e i periodi di riposo più brevi.
L’immersione nell’acqua può dare veramente notevoli vantaggi. Non solo ha un effetto rilassante sollecitando la dilatazione, ma abbrevia anche la durata del travaglio. La quasi assenza di gravità permette di risparmiare forze ed energie. E’ molto saggio risparmiare le forze sin dall’inizio, con movimenti calmi, respirazione lenta e riposo fra una contrazione e l’altra. Tutto quello che si risparmia all’inizio potrà essere prezioso alla fine.
L’acqua non garantisce un travaglio indolore, ma aiuta a minimizzare la sofferenza. La sensazione di calore e il contatto dell’acqua sulla pelle aiutano a modificare la percezione del dolore e a renderlo più sopportabile. La conseguente secrezione di endorfine provoca una sensazione di benessere.
Fra una contrazione e l’altra, l’acqua favorisce il ricupero di energia, aumentando così la probabilità di portare a termine il parto senza alcun intervento esterno.
Anche il bambino contribuisce a stimolare l’inizio delle contrazioni muovendosi durante il travaglio, assumendo così un ruolo attivo. Come la madre, anche il bambino secerne delle endorfine che aiutano a ridurre il dolore, l’ansietà e la paura. La madre, dal canto suo, può parlare al bambino e mandargli dei messaggi rassicurandolo, preparandolo a quanto dovrà ancora accadere e facendogli capire che va tutto bene, dicendogli anche quanto è desiderosa di vederlo . L’influenza è reciproca e talvolta è la madre che viene rassicurata dal bambino !
Fase espulsiva – C’è chi preferisce partorire fuori dall’acqua. Questo è il caso di chi ha una fase espulsiva lunga ed estenuante, oppure della donna che sente diminuire l’efficacia del riflesso espulsivo, a causa dell’effetto distensivo dell’acqua calda e della spinta idrostatica. Se, invece, la donna si trova nella vasca quando iniziano le contrazioni espulsive, non c’è motivo perché ne esca.
Se il bambino nasce nell’acqua, continua a respirare attraverso il cordone ombelicale. Accompagnato delicatamente verso la superficie, il bambino viene messo a contatto con la madre con il viso rivolto verso il basso per favorire la fuoruscita dai polmoni del liquido amniotico. Il viso deve poi rimanere fuori dall’acqua affinché abbia inizio la respirazione, mentre il corpicino rimane immerso, rendendo così più graduale l’ingresso nel mondo della forza di gravità.
Sia nell’acqua che fuori, è bene non recidere il cordone ombelicale subito, ma attendere che la respirazione polmonare sia completamente stabilita. Si potrà tagliare il cordone quando questo diventa pallido e smetterà di pulsare. Quando non pulsa più, appare sulla superficie del cordone una macchia bianca e piatta, alla distanza di qualche centimetro dall’ombelico del piccino. Si legano le estremità della macchia con un filo di seta e si taglia a metà la macchia, sempre col filo di seta.
Appena iniziata la respirazione, si porta il bambino al seno della madre. Questo avviene in genere spontaneamente, in quanto il bambino nasce con un istinto naturale che lo spinge a cercare il seno della madre. La suzione stimola nuove contrazioni uterine che provocano il distacco della placenta dalle pareti dell’utero, in modo che essa possa essere espulsa assieme alle membrane del sacco amniotico, contrazioni che serviranno a ridurre l’utero alle sue dimensioni primitive.
A questo punto la madre può riposare e rilassarsi con il suo bambino fra le braccia.
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