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Inserito il - 03/11/2011 : 11:12:12 Piante mangia veleni
"Piante profumate? No, mangiaveleni!"
di Pino Marinaro
La scoperta è arrivata clamorosa, inaspettata, entusiasmante, da una pattuglia di ricercatori americani, e riguarda la possibilità concreta di decontaminare i suoli per mezzo di piante capaci di neutralizzare le sostanze tossiche.
Una prospettiva formidabile quella di riuscire ad utilizzare questi depuratori naturali per la bonifica dei terreni inquinati dall'incuria e dall'abuso.
La rivelazione è maturata dopo l'esame della vegetazione in un'area della Florida centrale: una specie di felce, la "Pteri Vittata", ha mostrato di prosperare particolarmente in una zona contaminata da sali di arsenico. Gli esemplari di questa felce, infatti, all'osservazione mostravano di contenere un' elevatissima concentrazione di arsenico nelle foglie, e l'assorbimento del potente veleno ne aveva accellerato lo sviluppo del 40%.
Parallelamente, lusinghieri risultati in merito alla fitodepurazione delle acque e dei suoli li hanno ottenuti anche ricercatori britannici. Infatti, dopo una minuziosa cernita di vegetali in grado di risanare mediante assorbimento o filtraggio i corsi di acqua, gli inglesi sono riusciti a selezionarie numerose varietà di piante che hanno svelato notevole propensione all'eliminazione dei metalli pesanti.
Tra queste la "Thalaspi caerulescens", capace di assorbire grandi quantità di zinco e cadmio.
O, ancora, la "Phragmites australis", una canna palustre con cui vengono realizzati sbarramenti vegetali per il disinquinamento di tratti d'acqua prossimi a insediamenti industriali.
Ma i botanici europei hanno saputo identificate tante altre piante mangiametalli, nemiche giurate di nichel, piombo, rame e cobalto.
Attraverso lo studio dell"'Alyssum lesbicum", una piantina autoctona dell'isola di Lesbo, che tra le sue proprietà ha quella di estrarre dal suolo ingenti quantitativi di nichel, si è anche compreso il meccanismo su cui si basa l'efficacia depurativa della pianta stessa.
Con un'aspettativa per l'immediato futuro: individuare esemplari della flora in grado di scomporre chimicamente le sostanze nocive e capaci di notevole velocità di sviluppo, sulle quali intervenire con tecniche di ingegeneria genetica per trasformarle in efficenti superaccumulatori di metalli.
La natura aiuta, sempre, nonostante siano troppe le scelte umane contrarie ad essa.
Per avere informazioni più dettagliate sull'argomento, vi consigliamo la lettura del libro "Amiche Piante", di B.C. Wolverton (Geo, £ 40.000), in cui vengono spiegati con chiarezza i risultati delle decennali ricerche, da parte dell'autore, per conto del governo USA e della NASA, sull'uso delle piante per il controllo dell'inquinamento ambientale. In esso si trovano anche le schede con la descrizione di 50 piante ornamentali, in cui vengono indicate la capacità di rimuovere vari vapori chimici nocivi, il loro tasso di traspirazione, nonché utili informazioni sulla coltivazione e la crescita.
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