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 Infezioni ospedaliere: in Europa fanno 37000 morti

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 17/05/2011 : 10:33:33
Infezioni ospedaliere: in Europa fanno 37mila morti l’anno

Ogni anno in Europa oltre 4 milioni di persone contraggono un’infezione durante la degenza in un ospedale e 37mila di loro ne muoiono. Solo gli incidenti stradali mietono lo stesso numero di vittime nei 27 paesi dell’Unione Europea. Ma proprio come molte delle morti sulla strada potrebbero essere evitate, anche nel caso delle infezioni ospedaliere una corretta prevenzione potrebbe diminuire l’incidenza del 20-30 per cento.

Cosa bisognerebbe fare per evitare che milioni di persone si ammalino nell’ospedale in cui erano andati a curarsi? L’arma numero uno contro le infezioni è l’igiene, e il più elementare principio di igiene consiste nel lavare le mani. Per questo da qualche anno ormai si celebra la Giornata mondiale dell’igiene delle mani (il 5 maggio), che serve a focalizzare l’attenzione su un accorgimento tanto semplice quanto, evidentemente trascurato.

L’Ecdc, Centro europeo per il controllo delle malattie, sottolinea l’importanza dei dati che emergono da un rapporto appena pubblicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità e promuove la Rete europea di sorveglianza delle infezioni associate all’assistenza sanitaria e sulla resistenza agli antibiotici.

In Italia il 5-8 per cento dei pazienti ricoverati contrae un’infezione ospedaliera. Questa percentuale si traduce in circa 450mila-700mila infezioni, con 4.500-7.500 decessi. Anche l’italiano Ccm (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha fatto i suoi calcoli, stimando che le infezioni potenzialmente prevenibili sono il 30 per cento e quindi ogni anno si potrebbero evitare tra i 135 mila e i 210mila casi e tra i 1.350 e i 2.100 morti.

Le infezioni più comunemente contratte nelle strutture sanitarie sono quelle che interessano il tratto urinario (27%), le basse vie respiratorie (24%), il sito chirurgico in caso di interventi (17%) e il sangue (10,5%). I siti di infezione residua rappresentano in media il 19,3% dell’incidenza e comprendono infezioni gastrointestinali, della pelle e dei tessuti molli. I microorganismi colpevoli sono soprattutto l’Escherichia Coli e lo Stafilococcus Aureus, seguiti da Pseudomonas Aeruginosa.

Anche la resistenza agli antibiotici contribuisce a rendere spinoso il problema delle infezioni, non solo all’interno delle mura ospedaliere. Il fenomeno dei super-batteri, resistenti ai farmaci, è noto. La maggior parte dei casi descritti negli ospedali è dovuta al batterio Mrsa (Methicillin-Resistant Staphylococcus Aureus). Di recente, secondo l’Ecdc, l’Mrsa avrebbe travalicato i confini dell’ospedale e sarebbe stato rilevato anche in case di cura, nelle comunità e negli animali d’allevamento.

marta.buonadonna - blog.panorama.it

Domenica 15 Maggio 2011







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