A cosa serve essere fedeli? A noi stessi. E nel nostro esserci fedeli dobbiamo porci nel rispetto e nella coerenza con i nostri intenti nobili e puri.
Parole che possono avere valenza architettonica nel pensiero dell'uomo. Perchè ognuno sarà abile giocoliere ed interpretatore commediante delle sue vicende umane. Non è che non possa esserci un chiarimento, ma questo è molto difficile. Parlo dell'inganno. Che opera su strade differenti perchè non usa aspetti comuni e banali e certamente è dotato di grande intelligenza e creatività, abile e per alcuni versi alchemica. Ma non è dell'inganno che parliamo. Parliamo di devozione e fedeltà. Spesso si intende una nel senso religioso-spirituale, l'altra nel senso umano, legata forse ad aspetti relazionali che siano di sesso opposto o comuni. Nella realtà questa scissione opera o è operata dagli uomini. Che pur mantengono distanze dai concetti e la distanza nasce dal fatto che in questo modo possono liberarsi dal peso di una complessità dormiente. Ricercando nell'uso distante di un concetto non sempre esprimibile a parole, una semplicità di intenti e situazioni. Che equivale a una complessita di ruoli non integrati. La devozione è l'aver interiorizzato una qualità energetica luminosa e consiste nel rinnovare l'apertura a questo canale, volerlo difendere fino a quando il suo percorso non sarà del tutto naturale. La fedeltà è l'aspetto umano, legato alle vicissitudini ed agli eventi, dello stesso percorso energetico. Perchè l'uomo opera secondo due livelli: - piano spirituale (divino) - piano umano (mente ed azione)
Questo avviene sempre, ad ogni stadio e per ogni individuo. Allora l'infedeltà e il conseguente tradimento non sono altro che la rottura del percorso armonico. La scissione tra l'umano e il divino.