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 LA SINDROME DELL'ABBANDONATO

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 21/06/2008 : 11:52:10
LA SINDROME DELL'ABBANDONATO

(di C.)


Secondo un'indagine dell'Univesità degli Studi di Roma "La Sapienza", quasi
il 90% delle relazioni d'amore si conclude per iniziativa della donna.
E ogni volta che sento che un uomo è stato lasciato, abbandonato, tradito
dalla sua compagna, mi aspetto sempre di sentire e di rivedere sempre la
stessa scena.

La descrizione che Lui fa dell'intera faccenda è quantomai standardizzata e
sempra ripetere una procedura tacitamente approvata dai partner. Lui non
capisce come mai sia potuto accadere una cosa del genere; non se lo
aspettava; non credeva che Lei sarebbe stata capace di una cosa simile;
Lui - in fondo - l'amava ancora; ecc...

Raramente sono riuscito ad osservare e ascoltare un uomo che - sin
dall'inizio della fine - sapesse assumersi fino in fondo tutte le proprie
responsabilità.

Frequentemente si passa dalla rimozione, alla negazione completa della
propria responsabilità, fino al vittimismo più aperto nei commenti "da
spogliatoio", del tipo: le donne sono tutte ...

Mi riesce davvero difficile comprendere la ragione più profonda che spinge
l'uomo a delegare così frequentemente il peso (e "la colpa") della fine del
rapporto alla donna (e naturalmente, perchè le donne così frequentemnte se
la assumono).

La risposta che sento di darmi è che questa donna idealizzata (la
principessa) che vive nell'immaginario maschile non ha un equilibrato
corrispettivo nel "principe azzurro", ma è molto più radicata ed alimentata.

La tradizione culturale fondata sui valori della virilità e del "machismo",
per quanto anacronistica, sembra essere sostenuta più che dagli uomini
stessi che ne sono in realtà vittime, dalle loro madri che - in fondo in
fondo - forse hanno sempre desiderato educare il loro figlio a questi
valori. Naturalmente non va dimenticata la responsabilità del figlio che poi
accetta questo progetto di identità e lo persegue, integralmente o solo
parzialmente.

Allora l'uomo sembra avere solo la responsabilità biologica di conquistare
la donna, di sedurla, di corteggiarla fino a giungere alla penetrazione del
coito.

Completato il processo di "conquista", sembra quasi che quella donna ormai
"appartenga" defintivamente all'uomo, e una serie di ripetuti incontri
sessuali possono confermare l'avvenuta conquista.

Questo scenario quindi sembra concludersi con il coito: e poi?

Chi ha la responsabilità di costruire il rapporto? Chi la forza, il
coraggio, l'impegno per mantenerlo e farlo crescere?

Chi investe la propria energia per creare una relazione armoniosa, amorevole
ed appagante?

Sicuramente entrambi i partner, ma in quale misura? Ho la sensazione che
questo investimento non sia sempre equilibrato.

Allora la de-responsabilizzazione dell'uomo non giunge solo nel momento in
cui uno dei due prende la decisione di separarsi, ma probabilmente comincia
molto prima.

Ho idea che la "sindrome dell'abbandonato" sarebbe molto meno diffusa se ci
si interrogasse un pò prima sulla qualità del rapporto che offriamo alle
nostre compagne, mogli e fidanzate; se ci si interrogasse un pò di più sulla
quantità di energia che mettiamo a disposizione non solo per fare l'amore e
qualche regalino, ma per sostenere quotidianamente i nostri rapporti; sul
modo in cui sappiamo affrontare i momenti di paura, di angoscia, di salto
esistenziale nostro e del nostro partner; se ci interrogasse infine su quale
sia veramente il nostro progetto di coppia, e se ne abbiamo mai sognato uno
che possa veramente realizzarsi su questa terra...








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