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admin |
Inserito il - 15/06/2007 : 12:35:38 Perché ci offendiamo?
(Emma Rosenberg Colorni )
Uno degli ostacoli alla comunicazione autentica, e quindi all'incontro piuttosto che allo scontro, è dato da automatismi che ci spingono ad aderire all'idea di quello che dovremmo essere piuttosto che alla realtà di quello che siamo.
L'offesa è un automatismo, condiviso dalla maggior parte delle persone della nostra cultura, che viene alimentato socialmente dalle organizzazioni gerarchiche di cui facciamo parte.
Il meccanismo che produce il senso di offesa è molto utile alle organizzazioni gerarchiche perché, inducendo il conformismo e l'alienazione, fa guadagnare prevedibilità e controllo delle persone, dunque facilità di governo.
Come funziona l'offesa? Ci offendiamo quando, per sentirci amabili, ci obblighiamo a corrispondere a un'immagine di ciò che crediamo di dover essere.
L'offendersi si basa quindi su un inganno: il credere di essere come ci si immagina di essere, quando si prende molto sul serio l'idea che si ha di sé.
Questo inganno è uno dei presupposti più nascosti e infidi che vengono inculcati con l'educazione. Una volta addestrati a conformarci a un'immagine precisa, ci alieniamo e diventiamo i nostri migliori secondini, punendoci con il disagio, e con il timore di non essere amati, ogni volta che ci pensiamo diversi da come crediamo di dover essere.
Quando ci offendiamo rimaniamo chiusi nel dialogo mentale rabbioso e/o triste del confronto di due immagini di noi (l'immagine di come desideriamo essere e quella di come temiamo di essere stati) e intanto perdiamo il contatto con il presente, dunque con la possibilità di soddisfarci veramente.
Offendendoci con qualcuno, ingaggiamo una lotta per la difesa dell'immagine in cui ci identifichiamo e intanto ci distraiamo dal perseguire i nostri veri obiettivi, di volta in volta, nella relazione.
Non appena riconosciamo la natura del meccanismo ingannevole dell'offesa, possiamo recuperare la libertà di essere noi stessi, e la responsabilità di esserlo.
Quando riconosciamo che non dobbiamo necessariamente aderire a nessuna immagine preconfezionata di ciò che dovremmo essere e ci accettiamo liberamente per ciò che siamo, non abbiamo più bisogno esasperato dell'apprezzamento altrui e nutriamo la nostra autostima col rispetto per noi stessi. Che, vedremo, diventa una solida base da cui sviluppare il rispetto per gli altri.
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vita |
Inserito il - 17/06/2007 : 10:54:54 innanzi tutto ciao visto che sono nuova. secondo me non esiste chi offende ma chi si offende. chi si offende lo fa nel suo mondo ed è solo roba sua.E' vero che esiste un equilibrio, ma chi dovrebbe offendere, ha un problema proprio, come chi si offende. In tutti i casi siamo sempre soli nel valutare ciò che ci fa vibrare, ma dare le colpe,se di colpe si deve parlare,agli altri, è un sottovalutarsi. questo è il mio umile pensiero, strettamente personale. ciao Vita
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