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 OMOSESSUALITA' E REINCARNAZIONE

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 20/01/2007 : 12:25:36
OMOSESSUALITA' E REINCARNAZIONE


della Dott.ssa Elisa Albano - psicologiaspirituale.it


Secondo la teoria della reincarnazione, tutti noi abbiamo la possibilità di rinascere più volte sia in corpi maschili che femminili e ciò per permettere all'individualità personale, o all'anima che dir si voglia, che è unica ed immortale, di acquisire, vita dopo vita, esperienza piena delle varie condizioni umane. (per chi volesse comprendere il senso e lo scopo ultimo della rinascita può dare un'occhiata all'articolo: "Karma e senso della reincarnazione").
Ma può accadere che nel corso di tali esistenze, un ciclo vitale venga esperito da parte dell'individuo in maniera particolarmente forte. E' il caso ad esempio di un uomo o una donna che hanno avuto una vita molto intensa e gratificante, da un punto di vista materiale e fisico. La reincarnazione seguente, se si realizza in un corpo di sesso opposto e se intervallata da un periodo non troppo lungo di sopravvivenza ultraterrena, induce a difficoltà di adattamento. Tali difficoltà possono concretizzarsi con la riproposizione di vecchi modelli di adattamento. Ciò può essere tanto più vero nei casi in cui un soggetto essendo deceduto in modo prematuro si reincarna velocemente, senza avere avuto il "tempo" di scrollarsi di dosso la sua personalità precedente, così come tutti i suoi condizionamenti. Può accadere, dunque, che un soggetto nato, ad esempio, in un corpo maschile, morendo improvvisamente, nel pieno dei suoi anni, e reincarnandosi dopo in un corpo femminile, fatichi a riconoscersi e ad accettare la propria fisicità, nonché a mettere in atto comportamenti socialmente adeguati alla propria condizione.

Queste ipotesi vengono oggi sommessamente avanzate da alcuni eminenti studiosi nel campo della psichiatria e della psicologia e avvalorate da ricerche che, pur se non numerose e ancora non ben definite, lasciano emergere dati significativi.
Uno dei primi a rilevare dati inerenti ad omosessualità derivante da incarnazioni precedenti in corpi di sesso opposto è stato lo psichiatra Ian Stevenson, professore presso l'Università della Virginia a Charlottsville. Il dottor Stevenson, si è interessato per decenni ed in modo approfondito di bambini che ricordavano spontaneamente altre vite. Il suo interesse per la reincarnazione nacque nel momento in cui alcuni bambini vennero sottoposti alle sue cure per delle fobie resistenti. Lo psichiatra scoprì che la maggior parte di loro manifestava ricordi di esistenze precedenti e in alcuni casi le paure immotivate di cui erano preda derivavano dal tipo di decesso, quasi sempre violento e prematuro, che li aveva visti protagonisti. Da qui cominciò a svolgere delle indagini approfondite intorno a questi casi (1) e scoprì che le dichiarazioni corrispondevano al vero. Riuscì a rintracciare familiari e amici dei soggetti deceduti che i bambini dicevano di essere stati e in molte occasioni organizzò degli incontri-confronto tra i piccoli pazienti e i loro ex familiari.

Nel corso di queste sue esperienze, Ian Stevenson s'imbatté anche in diversi casi di "cambiamento di sesso", secondo una sua stessa definizione. In pratica, bambini che ricordavano spontaneamente di aver vissuto una vita antecedente in un corpo di sesso opposto mantenevano nella loro esistenza attuale ancora forti tratti relativi alle loro esperienze trascorse.
Dulcina Karasek (2), ad esempio, nacque nello stato di Rio Grande do Sul nel 1919 e giunta all'età di cinque anni cominciò a parlare di una sua vita passata nei panni di un uomo di nome Zeca. Riferì numerosissimi dettagli sulle attività politiche e rivoluzionarie di costui e dichiarava spessissimo: "Non chiamatemi Dulcinea, io sono Zeca, sono un uomo e sono sposato"
Dulcina, nonostante le pressioni e i condizionamenti familiari, faticava a identificarsi con la propria femminilità. "Ma perché ho cambiato sesso?" Domandava costantemente non riuscendo a darsi pace. Indossava abiti maschili e compiva movimenti rudi e decisi e durante la pubertà si ritrovò ad avere una peluria eccessiva su tutto il corpo.

Anche Sivanthie e Sheromie Hettiaratchi (3), due gemelle nate a Galle nello Sri Lanka, il 3 novembre del 1978 crescendo svilupparono atteggiamenti fortemente maschili che perdurarono nel tempo. Sivantine, sin dall'età di due anni e mezzo cominciò a parlare di una sua vita precedente durante la quale era stata un ragazzo di nome Robert, ucciso da un colpo di pistola mentre si tuffava in mare per sfuggire alla polizia. Quando la bambina raccontava i dettagli della sua morte indicava come segno evidente della propria ferita, una voglia che aveva sul ventre. Attraverso tutti i riferimenti che gradualmente Sivanthine forniva, il dottor Ian Stevenson, riuscì a identificare il fantomatico Robert come un noto ribelle ucciso appunto dalle forze dell'ordine nel 1971, durante una sommossa nello Sri Lanka. E si venne anche a sapere che Robert aveva un caro amico di nome Jhonny, deceduto anche lui per mano dei poliziotti durante la sommossa del '71. Un fratello minore di Jhonny, venuto a sapere delle dichiarazioni di Sivanthine si recò a trovarla e a quel punto anche Sheromie, che fino ad allora non aveva fatto cenno ad alcuna esistenza passata, appena lo vide esclamò: "E' arrivato il mio fratellino!". Da quel momento in poi, le due gemelle ricordarono sempre più particolari delle loro precedenti esistenze e si riconobbero entrambe come Robert e Jhonny. Ma il dato interessante è che sia l'una che l'altra, mantenevano nel fisico dei tratti marcati, duri e preferivano indossare abiti esclusivamente maschili. Anche il loro atteggiamento non aveva nulla di femminile. Giocavano a costruire bombe, dimostrando tra l'altro di conoscere materiali e tecniche, fingevano di fumare sigarette tenendo dei bastoncini tra le labbra e si sfioravano le guance con una mano come se volessero sentire la barba ispida sulla loro pelle. Si ostinavano, inoltre, a voler fare pipì stando in piedi e si arrampicavano sugli alberi proprio come avevano amato fare Robert e Jhonny quando erano in vita e stavano insieme.

Tra l'altro emerse che questi due giovani ribelli erano legati molto più che da una semplice amicizia e quindi la loro relazione non era ancora destinata a rompersi.
Un altro caso emblematico, sempre studiato dal dottor Stevenson, è quello di Ma Ting Aung Myo (4), nata nel 1953 nel villaggio di Nathul, nella Birmania Settentrionale. La piccola Ma Ting sviluppò precocemente un'accentuata fobia per gli aeroplani e un giorno, all'età di circa tre anni, dichiarò di avere una profonda nostalgia per il suo paese che diceva essere il Giappone. Affermò inoltre di essere stato un soldato con una mansione di cuoco e di aver perso la vita durante una incursione aerea mentre lui era intento a pulire patate. Gli atteggiamenti della bambina avevano ben poco di femminile o delicato. Ma Ting amava mangiare pesce mezzo crudo, proprio come facevano i Giapponesi, si ostinava a voler portare i capelli cortissimi e indossava abiti esclusivamente maschili. Quando le autorità scolastiche le imposero un abbigliamento più consono al suo sesso, Ma si oppose e finì col dover interrompere gli studi all'età di undici anni. Giocava spesso a fare il soldato e chiedeva ai genitori di comprarle solo pistole giocattolo. Nonostante il passare degli anni e le costanti pressioni dei genitori, Ma Ting perseverava nei suoi atteggiamenti da uomo e anche le sue scelte sessuali risentirono di questa propensione.

Secondo il dottor Ian Stevenson, nei casi di "cambiamento di sesso": "Questi bimbi presentano invariabilmente tratti del sesso della presunta passata esistenza. Indossano abiti inadatti al proprio sesso e possono comunque manifestare atteggiamenti caratteristici dell'altro sesso. Così come per le fobie, l'attaccamento al sesso e alle abitudini della vita precedente di solito si attenuano a mano a mano che il piccolo cresce, ma alcuni di questi bambini rimangono influenzati dal sesso della precedente esistenza…" (5)
Ed afferma che un fattore che potrebbe contribuire al mantenimento di un certo tratto comportamentale: "è da ricercarsi nella possibilità che si siano verificate delle serie di incarnazioni in cui le circostanze erano molto simili. Una persona, che ad esempio, si sia incarnata per sei volte in un corpo maschile prima di rinascere in uno femminile, potrebbe avere maggiori difficoltà ad adattarsi a vivere come una donna di quanto non accadrebbe se, soltanto nella vita precedente fosse stata un uomo." (6)

Quindi è verosimile pensare che lì dove, le pressioni genitoriali e i condizionamenti sociali non trovano presa e si sviluppa comunque un'omosessualità più o meno manifesta, il soggetto può aver vissuto più incarnazioni di seguito in un corpo di sesso opposto. Altresì, va considerato il fatto - come già visto in articoli precedenti per quanto riguardava le fobie, i talenti o più in generale gli atteggiamenti insoliti - che una forte memoria comportamentale può emergere e persistere soprattutto se la incarnazione antecedente si è interrotta in modo traumatico. In definitiva, un individuo che ha vissuto in un corpo di sesso opposto per più esistenze e in una di queste non è giunto alla fine del suo cammino a causa di un evento drammatico, l'anima reincarnandosi si porta dietro, forte e inattaccabile, il ricordo della sua identità passata.

Altre prove relative a questo aspetto provengono dalle cosiddette regressioni ipnotiche. Oggi è possibile, attraverso varie tecniche di rilassamento tra cui appunto l'ipnosi, far regredire un individuo alle sue esistenze passate, facendogli rivivere emozioni, esperienze e relazioni. Molti terapeuti e studiosi del campo hanno rilevato, nel corso del loro lavoro e delle loro ricerche, una forte corrispondenza tra disagio psichico all'interno di un corpo che non si riconosce come proprio e le reminiscenze di una vita antecedente vissuta all'interno di un corpo di sesso opposto a quello che si possiede attualmente. Manuela Pompas, è una di queste terapeute che in tal senso afferma: "Quando un individuo dopo la morte del corpo fisico, rimane per un lungo periodo nell'aldilà riesce a metabolizzare l'esperienza fatta e a staccarsi dalla precedente condizione; ma se si incarna in tempi brevi, porterà in sé il ricordo quasi fisico di ciò che è stato e questo può comportare dei problemi…" (7).

Nei casi di forte disagio, la terapia della reincarnazione può aiutare notevolmente il soggetto a comprendere e ad elaborare l'origine del proprio malessere attuale. Va comunque sottolineato, che secondo le leggi del karma (vedi articolo: "Karma e senso della reincarnazione") tutti noi nasciamo uomo e donna a secondo delle esperienze che necessitano alla nostra anima. E secondo una ricerca svolta nella California del nord dalla psicologa e psicoterapeuta Helen Wambach (8) si rinasce mediamente in corpi maschili e femminili nella stessa proporzione. Potremmo concludere con una frase di Manuela Pompas: "… non è l'anima ad avere una polarità sessuale - anzi essa le possiede entrambe, è androgina - ma solo il corpo, che tra l'altro fino ai primi mesi di vita prenatale contiene in sé la possibilità di assumere entrambe le caratteristiche sessuali, determinate poi dai cromosomi." (9).
Quindi anche l'omosessualità, se non vissuta con forti sensi di colpa e disagi psichici e fisici diventa solo parte integrante di un lungo percorso di crescita spirituale che riguarda ogni essere umano.

Dott.ssa Elisa Albano


(1) Le ricerche del dottor Stevenson sono pubblicate in: IAN STEVENSON - Le prove della reincarnazione. Ed Armenia, Milano.; IAN STEVENSON - Bambini che ricordano altre vite. Ed: Mediterranee, Roma.; IAN STEVENSON - Reincarnazione 20 casi a sostegno. Ed. Armenia, Milano.
(2) in IAN STEVENSON - Le prove della reincarnazione., Op. Cit., p.236.
(3) Idem., p.251.
(4) IAN STEVENSON - Bambini che ricordano altre vite., Op. Cit., p. 75.
(5) IAN STEVENSON - Le prove della reincarnazione. Op. Cit., p. 27,28.
(6) IAN STEVENSON - Bambini che ricordano altre vite. Op. Cit., p. 133.
(7) MANUELA POMPAS- La terapia R. Ed Oscar Mondadori, Milano, p.86.
(8) HELEN WAMBACH - Vita prima della vita. Ed Mediterranee, Roma.
(9) MANUELA POMPAS- La terapia R. Op. Cit., p. 86
L'articolo è tratto da un testo in preparazione







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