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 I MITI UNIVERSALI 2

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 18/01/2005 : 12:48:25
I MITI UNIVERSALI 2


da "Enciclopedia olistica"

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli



CIELO UOMO TERRA: L'UNITÀ DEL MONDO NEL TAOISMO
di Carlo Moiraghi

La mitologia cinese ci aiuta a riscoprire, attraverso il simile, la fondamentale identità della Vita in ogni sua manifestazione materica, energetica, spiritica, ossia la Terra, l'Uomo, il Cielo.



"Il Cielo e la Terra sono di una bellezza maestosa, ma non ne parlano; le quattro stagioni si succedono secondo una legge evidente, ma non ne discutono; a tutti gli esseri presiede un ordine costitutivo, ma essi non lo formulano. Il santo va alle origini della bellezza della Terra e del Cielo e penetra l'ordine costitutivo di tutti gli esseri... Qualcosa di supremamente divino e luminoso si trasforma con le cento metamorfosi del mondo. Gli esseri di quaggiù sono sottomessi fin dalle origini alle metamorfosi in morte e in vita, in quadrato e in circolo, e ignorano la loro comune radice; perché è così che questi esseri esistono naturalmente dall'Antichità ai nostri giorni. Lo spazio che si trova tra i sei punti cardinali, benché immenso, é contenuto in Lui; la lanugine autunnale benché minuscola riceve la sua forma da Lui. Tutti gli esseri scompaiono e appaiono e si rinnovano incessantemente nel corso della loro vita. L'oscurità e la luce e le quattro stagioni si alternano secondo un ordine regolare. Tenebroso e sfuggente, é l'esistenza stessa; in origine senza forma é trascendente.

Tutti gli esseri del mondo che lo posseggono in sè ignorano, tuttavia, la sua esistenza. Viene chiamato la radice dell'universo. Colui che conosce questa radice comune é degno di osservare il Cielo." Chuang-tzu



La tradizione taoista e i profondi occhi antichi hanno a lungo valutato la genesi dell'universo, la prima lontana generazione che dal Vuoto portò al Caos e alla primigenia totale Forza Totale, da cui l'origine degli esseri. Quest'ultimo concetto ci ritorna da molte tradizioni antiche, l'attuazione del mondo sensibile a prezzo della morte del primigenio, dell'indifferenziato, del totale. Seppure con profonda analogia il mito della genesi giudaico-cristiana, qui la tradizione cinese trascende ogni valutazione di merito; equidistante tra nascita e morte, radicata solamente nel mutamento e nel divenire, testimone dell'atto.

"Il sovrano del Mare del Sud aveva nome Rapidità, il sovrano del Mare de1 Nord aveva nome Improvviso, il sovrano del Centro aveva nome Indistinzione. Un giorno Rapidità e Improvviso si erano incontrati nel paese di Indistinzione che li aveva trattati con grande benevolenza. Rapidità e Improvviso vollero ricompensare la sua accoglienza e si dissero: "Ogni essere possiede sette orifizi, gli servono per vedere, ascoltare, mangiare, respirare. Indistinzione non ne ha alcuno. Proviamo a fargli dei buchi. " Si misero all'opera e gli praticarono un orifizio al giorno. Il settimo giorno Indistinzione morì." Chuang-Tzu

Un antico mito taoista sull'origine ci ripropone la morte come fondamento degli equilibri di vita del cosmo, che ricorda profondamente il mito greco di Gaia e Urano.



"L'unione del Cielo e della Terra, quando quest'ultima non era che un globo di acque, generò un uovo da cui nacque Pan Gu, l'uomo. L'uomo nacque così dal Cielo e dalla Terra e crebbe posto tra loro. Crebbe tanto da separarli: spinse il Cielo in alto e la Terra in basso. Pan Gu stava nel mezzo. Poi le sue membra troppo provate si ruppero in pezzi e si sparsero cadendo sul globo di acque. Nacquero così le terre e i continenti del mondo."

Questo mito ci riporta a un altro concetto taoista: l'origine e l'equidistanza dell'uomo dal Cielo e dalla Terra.

L'uomo vive librandosi nel Cielo, solamente appoggiato sulla Terra, e dal Cielo e dalla Terra trae origine e nutrimento. L'essere umano è raffigurato come rapporto, tensione, ponte tra due strutture che lo compongono: l'una a forma squadrata, l'altra a forma arrotondata.

Sono il Quadrato ed il Cerchio, la Terra ed il Cielo, lo Spazio ed il Tempo, il Corpo e la Mente, la Materia e l'Energia, la Quantità e la Qualità, lo Yin e lo Yang.

L'uomo rappresenta la sintesi di queste due categorie, il superamento quindi del dualismo tra materia e spirito.

La vita umana si svolge dalla nascita alla morte nel segno della verticalizzazione della struttura.

Durante la vita, cioè, le due polarità interagiscono in maniera precisa e scandiscono i tempi della vita stessa.

Alla nascita la struttura appare orientata orizzontalmente, durante la vita essa tende ad orientarsi sempre più verticalmente.

Il Cielo dell'uomo tende al Cielo sovrastante da cui proviene, la Terra dell'uomo tende alla Terra sottostante da cui proviene. La vita è questa tensione verso l'alto e verso il basso, la morte è la fine della tensione, l'orientamento verticale raggiunto. Il Cielo torna al Cielo, la Terra alla Terra, l'uomo termina questa sua esistenza. L'uomo possiede dunque in sé Cielo e Terra. Meglio, egli è Cielo e Terra.

Il particolare cammino della vita di ogni uomo esprime l'irripetibile unione che Cielo e Terra assumono in lui.

Di qui il bisogno di guardare dentro di noi per comprendere ciò che ci circonda, di qui il bisogno di saper scoprire intorno a noi ciò che è manifesto e ciò che è nascosto, sottoposti entrambi all'unica legge di natura.

Una lunga strada da percorrere con amore, umiltà e costanza.



"I piedi dell'uomo non occupano che un piccolo spazio di terra, ed è grazie a tutto lo spazio che non occupa che l'uomo può camminare sulla terra immensa.

L 'intelligenza dell'uomo non penetra che un particolare della verità, ma è grazie a ciò che non penetra che l'uomo può comprendere il cielo. " Chuang-Tzu





Gaia: il sogno della Terra Una
Di Mirella Costa Risé

Gaia apparsa, secondo Esiodo, dopo il Caos è la materia primordiale, è "l’eterno e indistruttibile sostegno di tutte le cose". All’inizio era il Caos, luce ed oscurità, mare e terra mescolati in un insieme senza forma; dopo un po', questo grande insieme incoerente assunse la forma della grande Gaia, la dea dai profondi seni. Essa esisteva prima dell’inizio del tempo, infatti il Tempo era uno dei suoi figli. Nel buio senza tempo Gaia desiderò essere amata e generare, e si creò un figlio, Urano, il Cielo, così grande da poterla abbracciare. Per mezzo di questa unione la Dea generò innumerevoli creature tra cui i Titani, i Ciclopi, Ponto, il dio del mare, ed infine Cronos, il Tempo. Urano era avverso ai figli di Gaia ed Essa fu costretta a racchiuderli dentro di sé al riparo dalla distruttività di Urano, fino a che il suo ventre oscuro divenne troppo pesante.

Gaia allora creò un nuovo utensile, un falcetto a denti di sega. Cronos ricevette lo strumento dalle mani della madre e si nascose ad aspettare. Urano, nella notte cosmica, arrivò nascosto dalle nubi e Cronos lo sorprese mentre cercava di penetrare la madre e gli strappò i genitali con il falcetto. Il sangue piovve su Gaia ed Essa ne fu fecondata, nacquero così le Erinni, i Giganti e le Ninfe dell’albero di frassino: le Melie da cui generò l’umanità.

Questo è un racconto archetipico con cui i Greci simboleggiavano la creazione di questo pianeta e della sua evoluzione. Questo linguaggio analogico rispecchia la stessa successione di eventi accertati dalla scienza contemporanea: la creazione della prima atmosfera (Urano) che permette la generazione dei primi esseri unicellulari nel mare (Ponto) fino a creature gigantesche come i grandi sauri, e poi ancora l’apparire della memoria (il tempo), del barlume di coscienza che tutti gli esseri possiedono e che permetterà loro di potersi difendere dagli aggressivi raggi cosmici, ossia di rendere inoffensivo Urano.

Proprio perché Madre del tempo, Gaia rimase in tutte le epoche la profetessa primordiale, ispiratrice degli oracoli di Delfi, dove veniva rivelato il futuro e il passato. I Greci veneravano Gaia depositando su alcune sacre fenditure nella terra delle offerte di grano, frutti e miele, esprimendo così la loro naturale gratitudine a colei che li nutriva. L'atteggiamento apparentemente ingenuo di personificare la Terra e di tributarle offerte con il gesto poetico dell’offerta, si rivela, soprattutto oggi, molto più saggia e lungimirante dell’atteggiamento razionale e predatorio che segna il nostro modo di pensare.

Molte bambine si chiamano ora Gaia, nome desueto da ormai duemila anni. Tutti si sono messi a sognare questa fanciulla, personificazione della Terra: verde, piena di acque, fertile, bella e dai molti climi. Cosa vorrà questa fanciulla che si è introdotta nelle nostre fantasie? Nelle fiabe classiche, quando appare una fanciulla, è perché molto spesso è in pericolo, e affronterà molte avventure prima di venire salvata. Gaia è apparsa nella nostra psiche per farci sapere che esiste, che è un essere di grande bellezza proprio come il nostro pianeta, anche se l’uomo non ha l’immaginazione sufficiente per percepirlo come un essere unitario, cosa senz'altro più facile da farsi con una ragazza di nome Gaia.

Del resto cos’è la Terra? E' un grande pezzo della natura e la natura da sempre è femminile, non solo come materia, ma come la sentivano gli antichi: personificata, con una sua anima, di solito una divinità venerata e amata. Gaia è l’ambasciatrice della Terra dentro di noi. Come Bliss nel romanzo di Asimov gli ambasciatori innanzitutto vanno ascoltati. E poi, cosa ancor più saggia, va stabilito con loro un patto di amicizia. Noi esseri umani possiamo dare o no la parola a Gaia, che prima stava muta nel nostro inconscio.





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