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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E
admin
Inserito il - 13/01/2005 : 11:21:42 PRINCIPI OLISTICI NELLA SPIRITUALITA' 2
da "Enciclopedia olistica"
di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli
Matthew Fox - Un mistico domenicano oggi Rinascita spirituale cristiana nell'opera di padre Matthew Fox coerente alle scritture e al messaggio di Gesù
Matthew Fox è un padre domenicano americano, ammonito dal Vaticano per aver proposto una rinnovata visione mistica, una nuova spiritualità della creazione divina, che riconosce la perdita del senso di gratitudine verso la vita, come la caratteristica distruttiva del mondo industrializzato, il Primo Mondo, nei cui confronti operare per invertirne gli effetti letali per la specie e il pianeta. Di sé Fox dice: "Se non avessi continuato a lavorate con scienziati, artisti e nativi mi sarei inaridito e non sarei stato in grado di espandere la mia comprensione del mondo". Criticando aspramente la Chiesa Cattolica per la posizione contraria al controllo delle nascite, Fox riscopre la spiritualità dell'atto sessuale, secolarizzato e ridotto a mera funzione procreativa dalla Chiesa stessa. Secondo Fox occorre un'inversione di tendenza indispensabile anche per i problemi di sovrappopolazione, occorre cioè fare esperienza della spiritualità del sesso e controllarne l'aspetto procreativo, a favore dell'umanità e del pianeta.
Fox si è recentemente recato in Inghilterra dove ha parlato alla City United Reform Church di Cardiff, in quell'occasione la rivista inglese "Kindred Spirit" lo ha intervistato. Ne riportiamo alcuni stralci significativi.
La gioia di vivere e l'avarizia ecologica
Domanda: Parli del sovrasviluppo del Primo Mondo e della mancanza di recettività e sensibilità che lo caratterizza. In che modo queste caratteristiche contribuiscono alla differenza fra chi vive nel mondo industrializzato e i popoli indigeni di cultura tribale?
Matthew Fox: Ho raccontato in un mio libro la storia di un giovane che lavorando con gli indiani amazzonici mi chiedeva che cosa dovesse insegnare loro. La mia risposta è stata un'altra domanda: " Che cosa insegnano loro a te?". Mi rispose: "Gioia. Questa gente vive più gioia in un giorno di quanta la nostra gente ne viva in un anno". Non si tratta di fare del romanticismo, ognuno ha le proprie difficoltà, ma la gioia è qualcosa di più della felicità, è come tornare a casa, vivere in modo recettivo, sensibile, aperto, in una parola sentire il lato mistico della vita. Quel senso di tornare a quella gratitudine dell'esistere che è l'essenza del misticismo. Noi l'abbiamo persa e da questa perdita è nata la nostra avarizia ecologica. Se non si prova gratitudine si viene coercitivamente coinvolti in una vana ricerca di felicità, perché l'anima non conosce più la gioia. E siamo qui per la gioia. La felicità è buona, ma non è la stessa cosa. Tutte le tradizioni mistiche sane promettono la luce, la gioia e la meraviglia del nostro essere qui. E la gioia dovrebbe essere presente in ogni aspetto della nostra vita, nel lavoro, nel sesso, nelle relazioni, nell'educazione: dovremmo sempre chiederci " C'è abbastanza gioco nella nostra educazione, nel nostro lavoro ...?" La preghiera dovrebbe essere un'oasi di gioco. Quando gli uomini possono giocare, allora possiamo creare con la nostra immaginazione e emergere dalla strada senza uscita in cui ci siamo ficcati. Senza gioco la creatività è morta.
L'oscura notte dell'anima della specie
Domanda: Dici che occorre risvegliare 1' "indignazione morale" nei cittadini del Primo Mondo? Come?
Fox: La domanda diventa: come entrare in contatto con il dolore invece di mascherarlo? Come ridare forza alla gente? Molti sembrano vivere in una condizione che si manifesta come apatia, la quale in realtà non è altro che la copertura della disperazione. La gente sente che se esprime la disperazione non ne verrà niente di costruttivo ma sarà ancora più arrabbiata e più frustrata.
Abbiamo bisogno di strade che orientino sapientemente il nostro dolore e la nostra rabbia convertendole in creatività e trasformazione. Ancora una volta, ecco che il rituale potrebbe venirci in aiuto. Nella Bibbia c'è il Libro delle Lamentazioni, che sta lì spento nelle pagine scritte. Ma noi sappiamo lamentarci? Ci sono persone che ci chiamano per esprimere il nostro dolore per le ferite del pianeta, per le nostre ferite, per il bambino ferito che è in ogni adulto? Senza l'espressione del dolore molto spesso il bambino ferito cresce e diventa un adulto assassino. Parliamo di finire l'era dell'abuso, l'abuso dei popoli indigeni, delle donne, delle foreste e delle acque, dobbiamo svegliarci e mettere fine a questa catena distruttiva.
Io credo che i segni della speranza del nostro tempo stanno nella grande disperazione presente in tutti. Può sembrare paradossale ma Bede Griffiths, il monaco inglese che è vissuto per 50 anni in India scrive in uno dei suoi libri che la disperazione è uno yoga, una strada verso il divino. Dice che molta gente non sperimenta Dio nella propria vita sino a che non arriva al fondo della disperazione, come è stato anche sperimentato nell'esperienza dell'Anonima Alcolisti con gli alcolisti stessi.
In un certo senso siamo tutti, come specie, collettivamente coinvolti nell'oscura notte dell'anima. La sola differenza è se lo ammettiamo o no, se ne siamo consapevoli o no. L'oscura notte dell'anima è un momento molto creativo. E' un momento decisivo. E' come essere in una prigione in cui prendi la decisione o di diventare più violento o di lasciarti andare e accettare. In prigione non ci sono maschere, non c'è alcuna classe media con i suoi riti in maschera e lo stesso è per l'esperienza dell'oscura notte dell'anima. Nella tradizione della Creazione parliamo della Via Negativa, l'oscurità, che precede l'apertura alla Via Creativa.
Allora la chiave cessa di essere la maschera. Eckhart dice che Dio è la negazione della negazione! Se possiamo negare la negazione in atto, allora qualcosa di meraviglioso appare con la promessa e la speranza e la forza di una nuova vita. Io penso che in questo processo noi siamo coinvolti come specie e non come individui, o comunità o gruppi. Questo è un momento molto speciale per la specie, un momento direi sacro.
Domanda: Che cosa può generare il concetto di Via Negativa rispetto all'eccessivo rilievo alla positività del movimento New Age?
Fox: Il movimento New Age tende a celebrare il Cristo Cosmico esclusivamente come luce, e non il Cristo Cosmico che è presente nelle ferite del mondo, della storia. Il Cristianesimo è portatore proprio delle ferite: Cristo è tutto, sia luce che ferite. Anche la divinità è ferita in questo Universo: questo è il messaggio. Tutti noi abbiamo il diritto e il bisogno di entrare in contatto con le nostre ferite.
Il consumismo è una malattia spirituale
Domanda: La mercificazione della nostra cultura impone che abbiamo sempre più bisogni materiali, sempre di più. In che modo la spiritualità della creazione dimostra che meno è più?
Fox: Tommaso d'Aquino dice che il bisogno di guadagno tende all'infinito e non conosce limiti. Io credo che la nostra cultura consumistica è costruita su questa istanza infinita orientata ad avere sempre di più, e riguarda non solo chi vende ma anche chi compra. Siamo tutti coinvolti in questa ricerca perversa che va all'infinito. Nella brillante analisi di Key sull'avarizia egli dice che l'avarizia è un peccato spirituale e non riguarda il materialismo. La ricerca dell'infinito è una cosa stupenda ma ci vengono offerte fonti fasulle dell'infinito. Non soddisfano, perciò abbiamo sempre bisogno di un nuovo modello, ecco cosa è il consumismo, non se ne ha mai abbastanza. Presupposto è che la mente umana può conoscere tutto... così la mente ha un desiderio infinito di conoscere un numero illimitato di cose...
Carl Gustav Jung dice che la domanda più importante per l'essere umano è: Siamo o no partecipi dell'infinito? Ecco che possiamo vedere allora che il consumismo, elevato a ideologia, quasi a religione, tocca qualcosa di molto profondo ed è per questa ragione che ci controlla con così tanta forza.
Direi che, per il fatto di essere così addormentate rispetto alle loro tradizioni mistiche, le Chiese non sono state in grado di fare altro che gridare contro il materialismo, mancando però il punto essenziale: nella misura in cui le nostre tradizioni mistiche sono moribonde, siamo presi in pseudo-ricerche dell'infinito.
L'arte come meditazione
Domanda: In un mondo che concepisce l'arte come un prodotto, come si concilia il tuo insegnamento dell'arte come meditazione come chiave per invertire l'impoverimento spirituale del mondo industrializzato?
Fox: L'arte come meditazione è una basilare forma di preghiera della tradizione spirituale: è molto antica ed è la ragione per cui non esisteva disoccupazione fra i nativi. Un'aborigena una volta mi diceva: "Nella nostra cultura, tutti lavoravano quattro ore al giorno e facevano delle cose". L'idea complessiva è che ognuno ha qualcosa da dare creativamente alla comunità. E questo è il lavoro veramente soddisfacente ed è da esso che nasce la saggezza e la gioia, che sono ancora una volta materiali di cui la attuale civilizzazione scarseggia moltissimo.
La chiave è spostarsi dall'arte come prodotto alla comprensione che, entrando nel processo artistico, ascoltando le proprie immagini interiori e dando loro vita attraverso il corpo e la danza, attraverso la poesia o la musica, attraverso il colore o la creta, si è coinvolti in un atto sacro di connessione e creazione comune del divino e della natura stessa.
L'arte sveglia la gratitudine, il rispetto e il gioco, perché è senza "perché", senza scopo. Ecco quale è il gioco: riportare tutto ciò all'anima umana, alla coscienza umana e alla nostra società e ricreare un nuovo equilibrio umano. Ovviamente le nostre vite sono prese da obbiettivi, da perché e pagamenti di conti e spostamenti di luogo, ma quello che si cerca è l'equilibrio. Se fossimo equilibrati, avremmo uno stile di vita completamente diverso e non avremmo bisogno di andare alle Bahamas in vacanza. Come mi diceva un giorno un nativo americano che un giorno alla settimana aveva l'abitudine di andare a sedersi ai bordi di una freeway in California a guardare. Mi diceva: " voi bianchi state sempre andando da qualche parte, non siete mai qua". L'arte riporta nel presente. Devi essere nel qui e ora con la creta. E' divertente, arricchente!
Il giardino di Dio
Domanda: In una recente intervista Jonathan Perritt riaffermava la sua fede nel "custodire", gli esseri umani come custodi del pianeta. Come rispondi a questa istanza, visto l'evidente bisogno di motivare la gente a porre fine all'effetto devastante che la specie umana ha sull'ambiente?
Fox: Io penso che il concetto del custode non va molto lontano nel dare una motivazione alla gente per cambiare. Essere un custode è lavoro prezzolato e teologicamente (certo Perritt ha un approccio più politico) mi crea qualche problema. Implica che Dio è una sorta di proprietario terriero e gli uomini sono qui per fare i lavori di fatica per conto del padrone, di Dio. Mi sembra molto stupido e troppo orientato al dovere. E' un altro comandamento, ecco che "dobbiamo" diventare i custodi della Terra. Preferisco il modello del misticismo, I1 Cantico dei Cantici in cui Dio è il giardino. Dio non ci ha ingaggiato per curare il giardino, perché è lui il giardino che risplende quando è sano e soffre quando è danneggiato. Trovo queste immagini molto più motivanti. Sono più sensuali, più erotiche e sono piene di desiderio. Dio è anche in noi, noi siamo il giardino. Mangiamo giardini, beviamo giardini, siamo un giardino che sta su due piedi. Il divino è anche in noi. Io penso che quello di cui abbiamo più bisogno è una tradizione mistica più che di una tradizione di dover essere, una tradizione meramente etica. La gente si motiva attraverso il piacere e quando ne viene presa allora nasce l'etica. Iniziare con l'etica è troppo calvinista, troppo orientato al dover essere e non funziona. Dobbiamo pensare in termini di gioia, di gioco, come dicevamo prima.
La scienza e la religione
Domanda: Per secoli scienza e religioni sono state separate. Vedi negli sviluppi della nuova fisica un ritorno ad una comprensione più unitaria del mondo?
Fox: Certamente, penso che non c'è dubbio che questo sia uno dei segni più positivi del nostro tempo: la nuova storia della creazione che ne scaturisce, la nuova fisica che riporta alla luce il mistero, il piacere, la meraviglia come parte della storia della specie! Gli scienziati della generazione più giovane come Rupert Sheldrake non sfuggono più e non pensano affatto che la spiritualità sia estranea al loro lavoro. Affrontiamo il problema: negli ultimi tre secoli la scienza ha venduto l'anima agli apparati militari, politici, all'imperialismo, alle ambizioni ecc. Tommaso d'Aquino nel 13 secolo diceva che la rivelazione arriva in due volumi, la Natura e la Bibbia. Gli scienziati studiano la natura ed è inconcepibile che la gran parte dei teologi, siano essi rabbinici, protestanti, anglicani o cattolici non conoscano nulla della natura e cioè la nuova scienza. Mi sarei inaridito da tanto tempo se non mi fossi messo a lavorare con gli scienziati, gli artisti e i nativi nel tentativo di costruire la cosmogonia del nostro tempo.
Il peccato della Chiesa e la spiritualità del sesso
Domanda: C'è un argomento della tua cosmogonia che non hai affrontato e cioè il problema enorme della sovrappopolazione: Cosa ne pensi?
Fox: Io penso che la storia registrerà il fatto che nel XX secolo la Chiesa ha nascosto la testa nella sabbia sul controllo delle nascite. E' un grande peccato di omissione. E Tommaso d'Aquino dice che i nostri peccati di omissione sono spesso più grandi di peccati di commissione.
Penso ci siano due soluzioni all'esplosione delle nascite. Innanzitutto parametri di vita sani, in cui gli esseri umani, specialmente le donne, abbiano più controllo sul loro destino naturale. E' provato che così le nascite diminuiscono sensibilmente.
I1 secondo aspetto è proprio il misticismo. Mi spiego. Che cosa si intende per spiritualità? La sessualità è una delle esperienze mistiche disponibili nella vita della gente ma poiché le chiese non solo sono state contrarie al misticismo ma sono state per lungo tempo avversarie del corpo, noi siamo totalmente disconnessi dalle pratiche sessuali e dall'insegnamento di pratiche sessuali che limitino la popolazione umana. Altre tradizioni spirituali, come il taoismo e lo yoga tantrico hanno pratiche sessuali che qualsiasi essere umano può vivere e che non limitano il piacere dell'atto sessuale ma escludono la procreazione. Certe pratiche taoiste di eiaculazione non sarebbero perfette per quest'era di AIDS e sovrappopolazione. Ma la chiesa occidentale si cincischia ancora con la moralità della sessualità senza aver mai affrontato la spiritualità insita in essa, anche se nella Bibbia vi è un intero libro. I1 Cantico dei Cantici tratta evidentemente di manifestazione divina, di esperienza di Dio nell'amore sessuale. Abbiamo bisogno di aprire questo territorio. Abbiamo secolarizzato la sessualità per non averci a che fare, abbandonandola ai pornografi. Riprendersi la sessualità come rivelazione divina rafforzerà la nostra immaginazione per riscoprire modi antichi e trovarne di nuovi in cui possiamo fare l'esperienza dell'intimità fisica senza sovraccaricare il pianeta di altri esseri umani.