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Inserito il - 25/05/2017 : 10:47:56 Dharma e adharma
Dharma: tra i vari significati del termine dharma ricordiamo quelli di ‘legge, dovere, religiosità, giustizia, natura e qualità’, inerenti ad oggetti o persone. Dharma è anche il divino ordine socio-cosmico che regola e sostiene la vita dell’uomo e dell’universo (la radice sanscrita dhr, sulla quale si costruisce il termine, significa infatti ‘reggere, sostenere’). Il dharma non è un ordine artificiale che determina una repressione delle istanze profonde dell’essere, bensì quella norma universale che è inscritta, quasi come codice genetico, nell’intimo di ogni creatura e la cui infrazione provoca una condizione innaturale, limitante e patologica, inevitabilmente segnata da conflitti e sofferenze. E’ sulla base di questa consapevolezza profonda che nella società tradizionale indiana la religiosità non viene intesa come mera ritualistica, magari compiuta passivamente e comunque relegata in un ristretto ambito dell’esistenza; al contrario essa rappresenta un modo di essere e di vivere che permea l’individuo in tutta la sua totalità antropologica, così come evidenzia il binomio religione-natura [propria di ciascun essere vivente], perfettamente esplicitato dal concetto di dharma.
Adharma: ‘disordine, squilibrio, assenza di armonia’; il contrario di Dharma.
Sva-dharma: norma individuale; ‘dovere specifico’ inerente alla natura di ogni individuo all’interno della società.
Dharmasutra: testi vedici sul dharma redatti in forma di sutra o 'aforismi'.
Dharmya: aggettivo derivante dal sostantivo dharma: indica perciò un atto mentale, verbale o fisico compiuto nel rispetto della legge divina.
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