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 Come fu riconosciuto il Dalai Lama?

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 04/05/2017 : 11:13:49
Come fu riconosciuto il Dalai Lama?

In quale maniera, secondo la tradizione, Tenzin Gyatso fu riconosciuto come il Dalai Lama?


Tratto da:

<Il Dalai Lama ci parla>

di John F. Avedon

Traduzione italiana di Francesco Settanni

Chiara Luce Edizioni - Pomaia


-------------------


Tenzin Gyatso, Quattordicesimo Dalai Lama del Tibet, nacque nel piccolo
villaggio agricolo di Takster, nella provincia dell'Amdo, il 6 Luglio 1935.

All'età di due anni, in seguito ad una ricerca estesa all'intero paese, fu
riconosciuto come la reincarnazione del suo predecessore, il grande
Tredicesimo Dalai Lama.

Com'è sempre accaduto secondo la tradizione, anche questa volta il
ritrovamento del nuovo Dalai Lama era stato preannunciato da segni
miracolosi, che indicavano in quale località si trovasse il bambino.

Poco dopo la morte del Tredicesimo Dalai Lama, nel Dicembre 1933, nel cielo
della periferia nord-orientale di Lhasa erano apparse ripetutamente curiose
formazioni di nubi, attraversate da arcobaleni.

Durante la notte, sul pilastro nord-orientale della camera dove giaceva il
corpo del Dalai Lama spuntò un gigantesco fungo a forma di stella.

Alcuni giorni più tardi, si scoprì che la testa del defunto si era voltata:
non era più rivolta al meridione - la tradizionale direzione di buon
auspicio ma puntava chiaramente in direzione nord-orientale.

Nella primavera del 1935 il Reggente del Tibet, accompagnato da alcuni
membri dell'Assemblea Nazionale, si recò in pellegrinaggio al lago sacro di
Lhamoi Latso alla ricerca di una visione del nuovo Dalai Lama.

Solo, in piedi su un'alta roccia, scrutava le acque, a cui i Tibetani
attribuiscono il potere di mostrare il futuro.

Apparve allora l'immagine di un grande monastero dai tetti d'oro e di giada.
Dal monastero si snodava uno stretto sentiero che andava verso oriente, che
conduceva alla cima di un'arida collina. Oltre la collina, si vedeva una
casa dalle tegole color turchese e un cane pezzato bianco e marrone.

Infine, gli apparvero tre lettere dell'alfabeto Tibetano, che indicavano, si
presumeva, il luogo e la provincia esatti.

Poco dopo questa visione - che fu riferita al governo in un rapporto
segreto - il Reggente fece un sogno, in cui vide di nuovo la stessa umile
casa contadina. Questa volta, tuttavia, nel cortile c'era un bambino e sopra
di lui c'erano delle grondaie con forme bizzarre.

Guidati da questa visione, alcuni gruppi si mossero in una ricerca a
ventaglio per tutto il Tibet. Un gruppo di persone viaggiò per 1000 miglia
verso nord-est, fino al monastero di Kum Bum, famoso per i suoi tetti d'oro
e di giada.

Da là, alcuni monaci li guidarono verso una casa situata nel vicino
villaggio di Takster, che aveva le tegole del tetto color turchese.

Giunsero alla casa travestiti da mercanti e chiesero di poter fare un tè in
cucina, usanza comune tra i viaggiatori Tibetani. Quando entrarono nel
cortile, il capo del gruppo, Kyetsang Rimpoce del Monastero di Sera, fu
colpito dalle strane forme delle grondaie, fatte di nodoso legno di ginepro,
notò anche la presenza di un cane pezzato, bianco e marrone. Vestito di un
vecchio mantello di pelle di pecora, Rimpoce fingeva d'essere il servitore
del gruppo. Così era libero di guardarsi attorno, mentre i suoi attendenti
erano oggetto delle cure dell'uomo e della donna di casa.

Non appena Kyetsang Rimpoce s'avvicinò alla cucina, un bambino visibilmente
eccitato, gli andò incontro. Sedette sulle sue ginocchia e afferrò un
rosario che era appartenuto al Tredicesimo Dalai Lama e che ora il
visitatore aveva al collo .

"Te lo darò" disse Rimpoce "se riesci ad indovinare chi sono". "Tu sei un
lama di Sera" rispose il bambino. E continuò indicandogli per nome, senza
averli mai visti prima, due membri del gruppo. Straordinario era soprattutto
il fatto che il bambino parlasse con il raffinato dialetto di Lhasa, che
quasi nessuno conosceva in quella provincia.

Il loro interesse crebbe enormemente e così si fermarono per la notte con
l'intenzione di partire, non visti, all'alba dell'indomani.

Ma non si erano svegliati abbastanza presto. Il bambino si era svegliato
prima di loro e, vedendo che si preparavano a partire, li pregò di portarlo
via con loro.

Riuscirono a calmarlo solo con la promessa che sarebbero tornati. Quando
tornarono, sottoposero il bambino a una serie di prove mostrandogli alcuni
oggetti, appartenuti al precedente Dalai Lama, confusi in mezzo a copie
abilmente contraffatte.

Ogni volta il bambino sceglieva correttamente e ogni volta affermava con
forza che quegli oggetti gli appartenevano di diritto.

Vennero fatte ulteriori prove che culminarono in un'ispezione fisica: il
bambino aveva tutti gli otto segni che distinguono il Dalai Lama dagli altri
uomini.

Non c'erano più dubbi, davanti a loro entrava nel suo secondo anno di vita
il Prezioso Protettore in persona: il Quattordicesimo Dalai Lama del Tibet.
Tenzin Gyatso fu portato a Lhasa all'età di quattro anni e mezzo.

Due settimane dopo il suo arrivo, venne messo sul Trono del Leone, come
supremo capo spirituale e temporale del Tibet. Ha passato la sua infanzia in
compagnia di monaci e attendenti, con rare visite da parte della sua
famiglia. Durante l'inverno viveva nel Potala, il palazzo dei Dalai Lama
sulla sommità della collina di Lhasa.

In estate si trasferiva nei padiglioni immersi nei giardini del Norbulinka,
o Parco dei Gioielli. Tutti coloro che lo hanno conosciuto bambino parlano
di lui come un bambino attraente e sicuro di sé, che aveva assunto con
naturalezza il ruolo di Dalai Lama. Crescendo, la sua curiosità per il mondo
oltre i confini del Tibet lo portò a coltivare interessi personali che
comprendevano lo studio dell'inglese, della scienza e della matematica,
mentre negli studi Buddhisti i suoi tutori riconobbero che era
impareggiabile.

Il 7 ottobre 1950 la Cina Comunista invase il Tibet. A 16 anni non ancora
compiuti, il Dalai Lama fu costretto ad assumere il pieno potere temporale,
nonostante la sua mancanza di esperienza in politica interna e
internazionale.

Da allora, per nove anni, cercò un compromesso con i comunisti nella
convinzione che lui solo poteva attenuare gli effetti dell'occupazione sul
suo popolo.

Nel marzo 1959, la rivolta popolare contro i Cinesi, cominciata tre anni
prima nella provincia del Kham, scoppiò a Lhasa.

Il Dalai Lama fuggì in India, seguito da più di centomila profughi, che si
sottrassero così a una brutale repressione che costò la vita a più di mezzo
milione di persone e che ebbe come risultato la distruzione quasi totale
della cultura tradizionale Tibetana.

Sono passati ormai vent'anni da quando gli esuli Tibetani arrivarono in
India. Durante questo periodo di tempo hanno cercato di conservare la loro
cultura perché fosse strumento di lotta per la libertà del Tibet.
Organizzati in più di 50 grandi comunità agricole, i Tibetani hanno
effettivamente costruito un nuovo Tibet all'estero: una nazione dal
carattere più spiccatamente Tibetano di quella rimasta sotto la dominazione
Cinese.

Negli ultimi anni, i loro sforzi hanno dato risultati importanti:
riconoscendo che il popolo Tibetano continua a considerare il Dalai Lama il
suo legittimo capo, Pechino ha deciso di tentare con ogni mezzo di far
tornare gli esuli in patria. A tutt'oggi quattro generazioni in
rappresentanza del governo Tibetano in esilio, hanno visitato il Tibet
riallacciando i contatti tra amici e parenti che erano stati completamente
interrotti. Inoltre, la Cina ha annunciato una serie di grandi riforme del
suo regime coloniale in Tibet.

Sebbene la soluzione dei problemi del Tibet sia ancora di là da venire,
sembra che questa nazione divisa presto o tardi finirà inevitabilmente per
riunirsi.







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