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 Introduzione al Buddhismo Theravada: Appendice

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 22/03/2017 : 10:09:08
Introduzione al Buddhismo Theravada: Appendice

Testo della meditazione vipassana in MP3 sul corpo fisico

di Guido Da Todi


---> Nota: i file audio MP3 dei dialoghi
possono essere scaricati al seguente indirizzo:
https://drive.google.com/drive/u/0/folders/0BwbxE3URfqExVDNSTEw2TFVnaHM


********


6.MEDITAZIONE VIPASSANA GUIDATA

Mi rifugio nel Buddha, mi rifugio nel Dharma, mi rifugio nel Sangha.
Questa è una lunga meditazione guidata Vipassana. Anche se non la seguirai
sino
alla fine, importante è che tu lo faccia, ogni volta e sempre, con piena
partecipazione e coinvolgimento. La via del Dharma ti porterà pace,
benessere ed
illuminazione.
Ascolteremo le melodie scaturenti dal tuo corpo fisico, sotto forma di
sensazioni.
Come?...
Solleciterai la loro nascita, illuminando, con attenzione delicata,
amorevole e
gentile, le membra esterne del tuo corpo, e gli organi interni ad esso.
Facendo questo praticherai un metodo unico, peculiare all’insegnamento di
Buddha
e risalente a 2600 anni fa circa.
Intanto, come il navigatore si orienta al Nord, guardando la bussola, tu,
adesso,
inizia a prendere possesso del qui ed ora, ed àncorati al tempo presente,
che ti
attornia.
L’eterno presente ti mostra le cose così come sono, libere dalla famelica
presa della
tua mente, e non ricoperte dalle tue opinioni e dai tuoi istinti.
I fantasmi del passato e del futuro sono due coni d’ombra che ti inchiodano
costantemente alla sofferenza ed alle illusioni. Prendi, quindi, possesso
dell’”io
sono, qui, adesso”, ove i ricordi del passato e i desideri del futuro non
hanno
radice.
Accingiti a realizzare consapevolmente la tua fisicità, il tuo corpo
fisico, e vedilo per
quello che è: uno strumento di altissima musicalità, emergente dalla
sostanza
cosmica e tutto uno con la sostanza cosmica.
Immagina che una corda si unisca alla sommità del tuo capo e tiri l’intero
corpo
verso l’alto, tendendo, così, la spina dorsale. Immagina, ancora, di
afferrare, con
ambedue le mani, due secchi pieni di acqua, che diano una retta posizione
alle tue
spalle.
Immagina, inoltre, di vedere un’altra corda, che cinga i tuoi fianchi e
tenda la tua
vita, in avanti.
La tua attenzione, come una lama di luce, sta per passare in rivista,
carezzare le tue
membra esterne e gli organi interiori. Ogni volta che sfiorerai con la
visione mentale
una parte del tuo corpo - e lo farai con gentilezza, con amorevolezza,
senza alcun
senso di possesso - percepirai molti tipi di sensazioni, grossolane o
sottili che
siano, che scaturiranno da quella carezza.
Eccolo, il nodo, l’essenza della speciale meditazione che stai per iniziare.
Ricordatelo!
Le sensazioni celate nel misterioso sacrario della tua fisicità sono la
chiave della
meditazione Vipassana. Ti sforzerai, quindi, di penetrare nel contenuto
cifrato, nel
geroglifico delle tue sensazioni, che stai, ora, per risvegliare, mentre
carezzerai con
la lama di luce della tua mente, la superficie e l’interno del tuo corpo.
Disseppellirai, così, delle sensazioni annidate negli organi da pochissimo
tempo.
Ma, attenzione!..
Risveglierai anche sensazioni, molto antiche, di vite passate.
Mai però dovrai essere attratto, attratta dal loro incantamento; oppure,
respinto,
respinta dalla loro sgradevolezza.
Resterai, sempre e comunque, gentile testimone amorevole del loro apparire…
delle
sensazioni in te, senza intervenire mai, sia pur minimamente, ad accentuare
la vita
di queste sensazioni, oppure a diminuirne l’intensità, quando esse si
mostreranno.
(5:18)
Studiane la struttura, osservale globalmente, queste sensazioni; entra
nelle loro
viscere, sino a captarne l’impermanenza, la vacuità e la mancanza di una
continuità
personale.
E ciò risulterà sempre più chiaro nelle tue prossime meditazioni Vipassana,
ove
ogni sensazione familiare ti si presenterà via via più debole, sino a non
apparire più,
perché dissolta dalla sua stessa natura provvisoria.
Proseguendo nel metodo Vipassana, acquisterai l’abitudine spontanea di
vigilare,
attorno a te, nella tua quotidianità, tra due meditazioni ed apprenderai ad
accomunare il corpo universale delle cose, al tuo corpo fisico che ne è il
microcosmo, fino a non percepire alcuna differenza tra il corpo universale
ed il
corpo personale, e tra sensazioni individuali e situazioni e sensazioni
esteriori a te.
Se la mente si distrarrà e slegherà la sua attenzione da quella parte del
corpo che
stai osservando, riportala indietro sempre….riportala indietro,
gentilmente, lì, da
dove si è allontanata.
Se alcune tue sensazioni mostreranno una natura sgradevole; oppure, al
contrario,
attraente, restane neutrale. Abituati in questo modo a non disgustarti per
i tuoi
difetti, né a provare ammirazione per le tue virtù.
Il viaggiatore del Dharma ha, come personale obiettivo, di trasformarsi in
perfetto,
distaccato testimone di ogni circostanza della sua vita.
Le sensazioni di desiderio, allora, durante questa meditazione dovranno
essere da
te osservate e, subito dopo, posate con dolcezza, abbandonate.
Le sensazioni di repulsione dovranno, invece, venire assorbite dal tuo
cuore, con
amore e senso di amicizia universale. E, in tal modo, esse si scioglieranno
e
svaniranno.
La prima delle nobili verità di Buddha, dice :
“Esiste la sofferenza! Bisogna capire la sofferenza, entrare in essa. La
sofferenza è
stata, finalmente, compresa dal saggio.”
La meditazione Vipassana, questa meditazione, realizza sperimentalmente nel
meditante, la prima illuminazione. Difatti, ti mostra l’esistenza del
corpo, come
primo nido della sofferenza.
“Esiste la sofferenza!”
Ti sospinge all’interno di esso, sin nella visione degli organi nascosti,
oltre che
delle membra esterne.
“Bisogna capire la sofferenza, entrare in essa.”
Ti pone di fronte alla finale e globale realtà della tua fisicità personale.
“La sofferenza è stata compresa e vista!”
Non importa, allora, se circostanze varie non ti faranno arrivare, a volte,
sino al
termine di questa meditazione Vipassana guidata. Importa solo che il brano
parziale
di meditazione Vipassana a cui ti dedicherai sia da te intensamente vissuto.
Ora, ascolta lo schema delle progressive concentrazioni sulle parti del tuo
corpo,
che ti saranno,man mano, indicate.
Dopo ogni descrizione parlata delle parti del corpo, seguiranno delle pause
di
silenzio.
E’ durante queste pause che dovrai scoprire e comprendere a fondo le
sensazioni
che nasceranno in te, scaturenti dal tuo corpo, senza interferire con esse,
ma
rimanendone testimone pacato, e pacata.
Cominciamo! (9:56)
Osserva mentalmente il tuo corpo fisico, raccolto nella sua tranquilla
posizione
meditativa. Analizza il primo dei suoi aspetti, esotericamente parlando:
quello
dell’elemento terra, solido, tangibile, che si esprime con le
caratteristiche della tua
forma visibile, del tuo peso, e delle tue percezioni tattili.
Concentrati, ora, sulla sensazione di pressione, che questo corpo riceve,
in basso,
mentre sta seduto sopra il cuscino di meditazione, oppure sulla sedia in
cui ti trovi.
Continua ad impiegare la tua visione profonda, percependo il secondo
aspetto del
tuo corpo fisico: ossia, l’elemento acqua, l’elemento liquido, con la
qualità della
adesione. Mentre lo senti pulsare nella rossa corrente sanguigna, nel tuo
liquido
salivare, nel muco.
E’ il momento, ora, di immergerti nella sensazione di intensa vitalità che
ti procura il
terzo elemento corporale, l’aria, con la qualità del movimento, che sta
espandendo e
contraendo dolcemente i tuoi polmoni. E continua ad ossigenare, da lì, ogni
tua
cellula.
Il fuoco, come quarto ed ultimo elemento, serpeggia nel tuo organismo, e si
mostra
a te con la qualità della temperatura, che rende caldo ogni tuo organo
interno ed
esterno.
Soffermati a visualizzare la forma che i quattro elementi assumono, adesso,
in
questo momento, mentre ti forniscono la struttura corporale.
Un corpo complesso, con la sua meravigliosa biologia, con il suo sistema
nervoso,
con la circolazione sanguigna, i muscoli, il cuore, i polmoni, lo
scheletro, la
respirazione, il pensiero, le sensazioni, il movimento.
Un corpo che è la fusione dei quattro elementi naturali, ed esprime il
primo dei
cinque Skanda buddisti; l’aggregato individuale degli Skanda, dell’uomo e
della
donna: ossia, il meccanismo della tua sofferenza. Un corpo che, nella sua
apparente
diversità, è, però, una scaglia del grande mosaico universale. Ed è
irrimediabilmente
uno con tutto.
Contempla, in questo momento, con la tua attenzione mentale, la pelle del
tuo
corpo, realizzando che essa è il contenitore e la protezione naturale, sin
dalla tua
nascita, dei delicati organi interni. Scrutala, con l’immaginazione, in
tutta la sua
ampiezza, e cerca di percepirne la squisita sensibilità, mentre
rabbrividisce, la tua
pelle, sotto la carezza del tuo sguardo interiore, che ora sta scrutandola.
Visualizza le unghie dei piedi, e delle mani, i denti, i capelli, la
peluria; percepisci
l’abbraccio fresco e libero dell’aria, mentre sfiora le parti nude della
tua pelle.
Immergiti nel calore che questa pelle riceve dagli indumenti che indossi.
Quali sono
le sensazioni che provi?
E adesso immagina come si presenterebbe il tuo corpo, senza lo scheletro,
che in
questo momento lo sta sorreggendo. Lo vedresti afflosciato, il tuo corpo,
come un
fagotto informe di carne, privo di lineamenti e di attrattive. Visualizza,
il tuo
scheletro mentre ne senti, e ti sforzi a sentirne, l’intelaiatura
stabilizzante, dentro di
te. (15:34)
E’ bianco, caldo, umido, forte e levigato il tuo scheletro.
Ecco il tuo cranio, sopra cui si adattano la pelle del tuo viso ed i tuoi
capelli.
Ecco la colonna vertebrale, che rende flessuosa e ritta la tua schiena.
Ecco la tua gabbia toracica, che protegge il battito del tuo cuore, e la
respirazione
dei tuoi polmoni.
Li senti?
Ecco il bacino, le articolate ossa delle tue gambe e delle tue braccia.
Quali sensazioni ti provoca il volo mentale che stiamo effettuando sul tuo
scheletro?
Illumina, adesso, sempre con il tuo raggio mentale, il pregiato contenuto
del tuo
scheletro.
In quella tua scatola cranica è racchiuso e protetto, gelosamente, il tuo
cervello,
vibrante di sostanza nervina e di elettricità. Realizza che nel tuo
cervello, lì, è
conservata ogni capacità di reazione sensoriale della tua esistenza.
Osserva, ora, il prolungamento, in basso, di questa pregiata sostanza
cerebrale,
mentre va a riempire la tua spina dorsale, sotto forma di midollo spinale.
Il cervello e il midollo spinale sono il motore fondamentale della tua
intera
coscienza sensibile.
Resta a percepire il pulsare del tuo cervello e del tuo midollo, creati e
protetti nella
scatola cranica e nella spina dorsale del tuo scheletro.
Quali sensazioni produce questa visualizzazione?
Ed ora, attenzione, entra, plana con la visione mentale nella zona più
misteriosa del
tuo corpo. Quella che ascolti palpitare nella tua gabbia toracica, il nido
del tuo cuore
e dei tuoi polmoni.
Dal momento in cui hai emanato il primo vagito, il tuo cuore ha iniziato a
palpitare,
proprio come sta facendo adesso. E non smetterà di farlo sino alla tua
morte.
Cerca di percepirne, ora, i battiti delicati, lì, nel tuo petto…
…Li senti?
E osserva anche il leggero movimento costante dei tuoi polmoni.
La tua gabbia toracica si espande e si rilassa… - te ne stai accorgendo?
-...anche se
in modo impercettibile, e rigenera il tuo corpo, con un flusso rinnovato,
sempre
rinnovato, costantemente rinnovato di prana, o di vitalità.
Cuore e polmoni hanno iniziato il loro movimento datore di vita, assieme,
dalla tua
nascita. Ne percepisci il battito? Il movimento? La sottile energia
familiare al centro
della tua cassa toracica?
Che sensazioni ti da tutto questo?
La concentrazione che tu porti alle parti del tuo corpo, sia tenera,
gentile, amorevole
e del tutto priva della sia pur minima violenza, o senso di possesso.
Ogni carezza mentale che darai ai tuoi organi ed alle membra dovrà liberare
delle
radiazioni da essi….più che rinchiuderli, questi organi e queste membra, in
prese, o
in forzature formali di alcun genere.
Ricorda che questa è una meditazione Vipassana, che sfila via dai contenuti
mentali
ogni impedimento alla visione delle cose, così come esse sono. La
meditazione
Vipassana porta alla nudità totale, piuttosto che ad impadronirti delle
cose e delle
situazioni, che, poi, ti faranno, così, ammassare ricchezze del pensiero,
destinate a
divenire la tua futura sofferenza.
(20:50)
Lascia andare… lascia andare… lascia andare. …
Percorri, adesso, il sottile corridoio del tuo esofago, dall’interno della
bocca, giù,
per la gola, e giù, giù, ancora, sino allo stomaco.
Fermati qualche secondo ad assaporare la risposta che lo stomaco ti da, non
appena si sente sfiorato dal leggero tocco di luce della tua attenzione.
Puoi guarire ogni tuo dolore con la visione Vipassana.
Non senti come lo stomaco, il tuo stomaco si attarda ad assorbire le
carezze del tuo
sguardo interiore, proprio come un gattino che fa le fusa?
Risponde, a suo modo; ma, risponde.
Entra nello stomaco, osserva i resti informi del tuo ultimo pasto. Scopri
l’acuta
qualità dei tuoi succhi gastrici. Puoi guarire ogni tuo dolore con
l’attenzione
Vipassana.
Cerca di percepire, adesso, il turgore della massa intestinale, appena più
sotto lo
stomaco e le energie che questa massa intestinale diffonde nel tuo corpo
intero,
con il processo dell’ultima digestione.
Quali sono le sensazioni nuove che esalano da lì? Che esalano da lì, verso
la tua
consapevolezza?
Quali sono?
La prima nobile verità di Buddha dice:
“C’è la sofferenza. Bisogna penetrare in essa. La sofferenza così si
comprende, ed è
stata compresa.
Questa meditazione Vipassana è la fedele riproduzione dei più intimi
significati
della prima nobile verità.
Il corpo, il tuo corpo è il creatore di sofferenza per antonomasia, e tu
sei entrato,
entrata, profondamente, in esso, con questa meditazione Vipassana e ne hai
così
estratto i più essenziali aromi di vita.
In tal modo hai compreso, con distacco dinamico, di non essere il tuo
corpo, e di
non essere la sofferenza stessa.
Ecco, l’isolotto del tuo corpo, in questo momento, sta completamente di
fronte a te.
Lambisci, con l’onda della tua consapevole attenzione, i tuoi lombi, lì,
dietro la tua
schiena… lì, dietro l’intero arco posteriore della tua colonna vertebrale.
Assorbi, a questo punto, profondamente in te, i suoni interiori che la
pelle della tua
schiena intera emette, quando il raggio di luce della tua consapevole
attenzione ne
sfiora la superficie.
Che cosa ti svelano i sussurrii, le sensazioni della tua schiena, dei tuoi
lombi, della
tua colonna vertebrale?
Porta il tuo sguardo interiore davanti a te, sulla parte frontale del tuo
corpo.
Visualizza la superficie del tuo petto, quella del tuo stomaco, quella del
tuo ventre.
Vedi? Il tuo petto, con questo leggerissimo e impercettibile movimento, si
innalza e
si abbassa ad ogni tuo respiro.
….Ecco, siamo giunti alla meditazione sul respiro…..
Non esisti più tu, come oggetto della tua meditazione.
Il tuo corpo è, adesso, una massa estranea, che si erge davanti a te. Il
tuo corpo è
divenuto uno degli infiniti ciottoli, levigati e puri, in cui si frammenta
la vita
universale, che è unità indivisibile.
Comincia, allora, ad osservare questo movimento, ma senza interferire
minimamente in quel che vedi.
Comincia ad osservare la respirazione lenta ed impercettibile del tuo corpo.
Il tuo torace si allarga, dopo ogni aspirazione e si richiude.
Si allarga, si richiude…. Si allarga, si richiude.
E’ vero?
Resta a scrutare con il tuo occhio interiore questo movimento sottile, quasi
trascurabile, senza forzarne mai il ritmo. Senza intervenire su di esso, né
con il
pensiero, né con qualunque atto fisico.
(27:04)
E’ il respiro, ora, ad esprimersi, non te.
Il ritmo del tuo respiro spontaneo… senti?... è il protagonista unico della
tua vita.
Tu sei scomparso, sei scomparsa….Non esisti.
E’ solo questo leggero soffio che sorge… leggerissimo… leggero, dai tuoi
polmoni,
a pulsare, a vivificarti, a sostenerti. A restare il protagonista in questo
momento
dell’intera tua esistenza.
Ecco, stai inebriandoti delle sensazioni della meditazione sul respiro
Vipassana.
Un immenso riposo delle cellule ti sta invadendo….una tranquillità mai
sperimentata…un rilassamento dello spirito paralizzante…
…E questo acutissimo senso dell’Eterno Presente.
Quando, allora, sarai teso, irrequieto… tesa, irrequieta… veicola i tuoi
stati d’animo
negativi nella tua espirazione. Trasformali in aria pura, che mandi fuori
dai polmoni,
con questa cadenza dolce ed impersonale.
Quando sarai privo, e non teso, ma privo, di energia e di carica vitale…
priva di
energia e di carica vitale…segui, con l’attenzione personale interiore,
l’elettricità
universale che entra dai tuoi polmoni, nell’aspirazione.
L’aspirare si distribuisce nell’intero organismo, sino alla più piccola e
sperduta
cellula, colmandoti di vivacità nuova.
Passa ad esaminare adesso, con lo sguardo interiore, la tua gamba destra.
Concentrati sul suo telaio invisibile: il bianco scheletro, attorno a cui
si addensano
la tua carne e i tuoi muscoli.
Ecco.. il polpaccio, il ginocchio, la tua coscia, il piede, la peluria
diffusa.
Passa ad esaminare con lo sguardo interiore la tua gamba destra.
E la gamba sinistra che riposa accanto a questa.
Concentrati anche sul suo telaio invisibile, il bianco scheletro, attorno a
cui si
addensano la tua carne e i tuoi muscoli, il polpaccio, la tua coscia, il
ginocchio… li
senti?... Il piede, la peluria diffusa.
Esamina, ora, col tuo sguardo mentale, con la luce radiante della tua
attenzione, il
tuo braccio destro, con lo scheletro interiore…. e la mano, l’avambraccio,
l’omero,
l’intero braccio destro….
….e il tuo braccio sinistro, con lo scheletro interiore, la mano,
l’avambraccio,
l’omero.
Siamo arrivati al tuo capo, l’ente sovrano dell’intero corpo, ed in cui sono
concentrati, praticamente, tutti i tuoi sensi: i responsabili della tua
sofferenza.
Contempla gli occhi, sul loro davanti, sul loro retro, ai lati.
Ti danno vista, luce, e oscurità quotidiane; ti danno i colori, le armonie
delle
architetture formali, le dimensioni e lo spazio.
Tutto ciò devi ai tuoi occhi.
Nel capo contempla le orecchie, l’udito, ogni suono, ogni musica, ogni
richiamo e
ogni cacofonia.
Tutto ciò devi alle tue orecchie.
Nel capo, contempla il naso, l’odorato, i profumi, la fragranza dei fiori,
gli odori della
città e i miasmi della vita,
Tutto ciò devi al tuo naso.
Contempla la calda lingua, adagiata, viva e nervosa, nella tua bocca. Il
gusto, dal più
sottile e fragrante, a quello intenso, il dolce e l’amaro.
Tutto ciò devi alla tua lingua.
Contempla, adesso, l’intera pelle, che, come un tenero e caldo guanto,
circonda i
tuoi organi interiori.
E’ il grande recettore, aperto a ogni percezione tattile, diretta ed
indiretta.
Le carezze e gli urti violenti sulla tua pelle….il soffio leggero
dell’aria, e il calore del
sole, ed il freddo dell’inverno.
Tutto ciò devi alla tua pelle!
(33:55)
E contempla il sesto senso, la tua mente, nella sua presenza impalpabile, ma
intensa e ramificata, in ogni tua azione e sensazione.
Essa collega ogni senso che, sinora, ti si è palesato. E dona la natura di
unitarietà
ad essi.
Paragona i tuoi sei sensi ai tasti di un pianoforte,.
Premuti singolarmente, ognuno di essi emette una sola nota laconica
…Sfiorati, però, dalle mani di un concertista - e tu sei un concertista, una
concertista - ti trasformano in una dimensione che rapisce e coinvolge.
Così, non ti induca in errore l’asciutta descrizione che è stata fatta, or
ora, di ogni
senso.
L’unione di tutti i tuoi sensi è infatti capace di trasportarti, e lo ha
sempre fatto, nella
più totale delle sofferenze e delle illusioni, come anche nelle gioie
parziali e negli
entusiasmi…. destinati a terminare, come ogni cosa.
Sei così tornato… tornata, al punto di partenza della tua meditazione
Vipassana,
dopo esserti immerso… immersa, nella globalità del tuo corpo.
Afferma la via del Dharma che null’altro esiste, al di fuori degli Skanda.
Impara a conoscerli e a controllarli, come abbiamo fatto in questa
meditazione.
Scoprirai la strada per sfuggire alla loro morsa, e per entrare nella
beatitudine del
non sé.
Quattro elementi, con la sorveglianza e l’aiuto del mondo angelico,
prendono la
forma del tuo corpo fisico, e sono il primo Skanda.
Abbiamo meditato su di essi…
i quattro elementi posseggono, come il fiore ha il suo pistillo, sei sensi,
che
reagiscono nei tuoi contatti con la quotidianità, oppure negli approcci che
tu porti al
tuo mondo interiore.
I tuoi sensi, i tuoi sei sensi sono il secondo Skanda.
Il risultato di questo contatto costante, dei tuoi sensi, risveglia in te,
a questo punto,
la percezione delle cose, che a seconda della tua natura e delle tue
esperienze
passate, ti si rivela gradevole – ed ecco i tuoi desideri; oppure
sgradevole - ed ecco
le tue repulsioni.
Questa è la percezione: il terzo Skanda.
Dopo di ciò, la tua abitudine immediata è di seguire, sempre e comunque, la
strada
dei desideri e di rifuggire, sempre e comunque, quella delle tue repulsioni.
In tal modo, crei movimento, karma, strutture mentali, pensiero.
La mente viva.
Questo è il quarto Skanda.
Nasce, allora, una tua coscienza, alla fine,… una tua coscienza delle
sensazioni, un
apparente ego che si sostiene sulle tue sensazioni, e vive solo
dell’effimero
esprimersi di queste ultime.
Questo è il quinto Skanda: la coscienza delle sensazioni.
Quindi, i quattro elementi del tuo corpo fisico, sono il primo Skanda.
I sensi e le sensazioni, sono il secondo Skanda.
Le tue percezioni, desideri e repulsioni, il terzo Skanda.
Le tue strutture mentali, scelte karmiche e pensieri, il quarto Skanda.
E la coscienza sensoriale, il cosiddetto “IO”, il quinto Skanda.
(38:11)
Medita, da oggi, su questo pacchetto intero, che hai conosciuto nell’attuale
meditazione Vipassana.
Come all’interno di un nido di api tu ascolti il ronzio costante del loro
lavorio, anche
senza vederle…
Così devi apprendere che il tuo corpo è un favo di sensazioni antiche e
nuove, dalla
natura impermanente, dirette alla sofferenza e prive di un sé sostanziale.
E come il minatore sta nella miniera, con il volto e le mani annerite dal
carbone, e la
coscienza resa ottusa dall’oscurità e dalla mancanza di luce, tu sei
rinchiuso….rinchiusa, sempre, nella gabbia dei tuoi sensi e dei tuoi
istinti.
La regolare abitudine alla meditazione Vipassana, ti aiuterà, però, a
divenire ben
consapevole che l’esistenza intera è costantemente divorata dalla bruciante
lava
dell’impermanenza, della sofferenza, e dell’illusione di un ego corporale.
E che solo rifugiandoti nell’isola, oltre la quale non si può andare, e
nell’inesistenza
di un io separato, puoi trovare la libertà e la beatitudine del Nirvana
finale.
Le tue sensazioni sono i segnali del karma, in questa meditazione, annidate
nel tuo
corpo
Le abbiamo stanate, e tu riuscirai, alla fine, ad estirparne i semi, con gli
insegnamenti del Dharma, ed allora entrerai velocemente nel terreno del non
karma, e nel non essere.
Impara, quindi, ad immergerti nell’immensa natura nascosta della vita, ove
il
dettaglio e l’io delle cose svaniscono, e pulsa, potente, l’intraducibile
gioia del non
sé.
Ora tornerai ai doveri della tua vita quotidiana, ma resta vigile ed
attento… attenta,
in ogni azione che vivi.
Non cadere più preda del torpore della consapevolezza e delle situazioni,
vissute
sotto la spinta del tuo sonnambulismo mentale.
Chiediti, spesso, se i comandi della tua volontà sono in mano al passivo
pilota
automatico dei tuoi istinti, e del tuo sobbollire mentale, mentre la
consapevolezza
dorme, o è assente.
E’ proprio questo tuo vivere sonnambulico la porta aperta al tuo Samsara,
alle tue
rinascite di sofferenza.
Vivi libero!
Vivi libera!
Vivi nel qui ed ora della realtà, così come essa è!
Vivi nel Dharma.
------------------
Mi rifugio nel Buddha, mi rifugio nel Dharma, mi rifugio nel Sangha.


(Guido Da Todi)







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