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 I modelli di attivita' cerebrale della fiducia

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 16/12/2016 : 10:40:18
I modelli di attivita' cerebrale della fiducia in se stessi

15 dicembre 2016

Monitorando l'attività cerebrale di una persona impegnata in un compito è possibile individuare il suo livello di fiducia nella propria capacità di portarlo a buon fine. In prospettiva la tecnica potrebbe essere usata per nuovi approcci alla terapia di diversi disturbi psichiatrici (red)

da lescienze.it

C'è un metodo per identificare schemi di attività neuronale che caratterizzano uno stato mentale di fiducia in se stessi e poi sfruttarli allo scopo di elevare ulteriormente quella fiducia. A metterlo a punto è stato un gruppo internazionale di ricercatori che lo descrivono in un articolo pubblicato su "Nature Communications" a prima firma Aurelio Cortese dei ATR Computational Neuroscience Laboratories di Kyoto.

Per identificare il modo in cui la fiducia è rappresentata nel cervello, i ricercatori hanno usato approcci sperimentati mutuati dagli studi di intelligenza artificiale (IA), come quelli, per esempio, che permettono a un sistema di IA di imparare a riconoscere dei volti.

In questo caso però ciò che andava riconosciuto erano i modelli di attività cerebrale correlati a un buon livello di fiducia in sé mentre una persona era impegnata a svolgere un compito.

A questo scopo i ricercatori hanno sottoposto un gruppo di volontari a una serie di test percettivi molto semplici, così da stimolarne la fiducia, mentre ne monitoravano l'attività cerebrale.

Una volta identificato il modello di base dell'attività cerebrale legata alla fiducia in se stessi, i ricercatori hanno sottoposto i volontari a ulteriori test percettivi nei quali ogni volta che rispondevano correttamente venivano premiati con una piccola somma di denaro. Al termine di ogni sessione i partecipanti dovevano inoltre valutare la loro capacità di affrontare quelle prove, che dopo una serie di risultati positivi risultava - sia sulla base dell'autovalutazione sia dai risultati di vari parametri psicofisici - decisamente aumentata.

In esperimenti successivi, i ricercatori hanno inoltre mostrato che, ricorrendo a vari esercizi, questo stato di sicurezza può anche essere smantellato, portando i soggetti in una condizione di minore fiducia nelle proprie capacità.

Questi risultati richiedono ulteriori controlli, dato che il campione su cui è stato condotto lo studio era molto piccolo (17 persone), ma Cortese e colleghi si dicono fiduciosi che saranno confermati, dato che sono in linea con quanto ottenuto da altre ricerche nello stesso campo.

In prospettiva, concludono i ricercatori, la possibilità di identificare il livello di fiducia in sé di una persona e quella di intervenire su di essa in modo controllato con protocolli comportamentali potrebbe aprire la strada a un nuovo tipo di trattamento clinico per pazienti affetti da varie patologie psichiatriche.

http://www.nature.com/articles/ncomms13669






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