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Inserito il - 28/10/2011 : 11:14:09 Lo sciamano: il sognatore del buio e il portatore di luce"
"Lo sciamano"
(di autore sconosciuto)
Quando la lotta può tornargli utile non esita a gettarsi nella mischia, ma quando avverte che potrebbe essere inutile e dannosa, non perde tempo a guardare negli occhi l'avversario, fa dietro front e scompare. Perdere una battaglia non significa avere perduto la guerra.
Nascosto in silenzio affila le sue armi, rende forti le sue braccia e studia un piano infallibile, e quando il nemico è ormai sicuro di se, sferra il suo attacco mortale. L'arte della guerra non è amata dai veri sciamani, ma a volte è indispensabile per la sopravvivenza, così, appena può, lo sciamano depone le armi e dimentica la guerra.
L'esperienza gli ha insegnato che conta solo l'attimo presente, ecco perché ha imparato a recidere i legami con il passato e non guardare alle sue vecchie ferite. Sovente, anche lui è caduto in trappola, proiettando nel futuro vecchi schemi e generando vecchi comportamenti.
Sa che ognuno cammina sulla terra raccogliendo solo i frutti maturi che i propri pensieri hanno seminato. Ecco perché, questo tipo di uomo, per avere un buon raccolto, presta attenzione a ciò che pensa, arricchendo il suo futuro.
"Non v'è dubbio, è questa la legge più giusta" pensa lo sciamano: ogni uomo raccoglie ciò che semina, nostra è la responsabilità, attraverso il pensiero, che è energia in azione, dei successi e degli insuccessi; che straordinario potere ci è stato concesso!
Il suo cuore prova compassione per i suoi fratelli meno "fortunati" e non v'è giorno ch'egli non pensi a loro, ma non si identifica con essi, né si assume la responsabilità per la loro condizione: per questo rimane integro. Se può aiutare qualcuno lo fa volentieri, ma senza rischiare la sua incolumità. Non cerca mai di fare per gli altri ciò che possono fare da soli.
Sa che non può raggiungere il Paradiso respingendo o ignorando suo fratello, ma nemmeno portandoselo in braccio. Lo sciamano, che ha milioni di anni, conosce le regole: non da a suo fratello la responsabilità della propria pace e non si prende la responsabilità della sua. Ama il suo prossimo come se stesso, ecco perché lo rende ugualmente importante senza sacrificarsi per lui. Lo aiuta quando può e accetta di buon grado il suo aiuto nei momenti di bisogno.
Più di questo è troppo, meno è troppo poco!
Quando è depresso, confuso e in preda al dubbio, quando tutto sembra tramare contro la sua integrità, trova un posto tranquillo, si siede e, raccogliendosi in sé si chiede con onestà: "in che modo questa soluzione mi sta aiutando? cosa mi chiede di imparare? Che cosa sto rifiutando di apprendere?"
La risposta alla sue domande sincere non tarda mai a rivelarsi e nasce spontanea dalla sua disponibilità a vedere le situazioni che accadono come insegnamenti, non come punizioni divine. Nulla accade per caso, ma solo perché ognuno possa imparare ad essere migliore, ad evolvere.
Questo mondo è una scuola, con vari livelli di classi, nella quale siamo venuti ad imparare le nostre lezioni. Qualcuno è più avanti con gli studi e si diplomerà prima, ma tutti, proprio tutti otterremo il nostro bel diploma; solo che per imparare è inevitabile commettere degli errori cui poi si deve riparare, correggendoli. Non accettare questa realtà è da sciocchi e significa andare incontro all'infelicità. C'è chi non ce la fa e rinuncia, magari togliendosi la vita o rifugiandosi in realtà virtuali e illusorie: droga alcool ed altro ancora, ma tutto ciò non serve, perché la convinzione radicata secondo cui l'uomo è un essere imperfetto, nasce dal fatto che non ci amiamo e questo perché non ci sentiamo accettati. Nasce dal senso originario d'indegnità che cova in ognuno di noi dalla notte di tempi: "la cacciata dal Paradiso". C'è una cosa che ci sfugge però: nessuno ci ha cacciato! Ce ne siamo Andati noi dopo aver mangiato dall'albero del bene e del male. Abbiamo chiesto e ci è stato dato; non è stato un trucco, Dio ha solo materializzato la nostra richiesta, il nostro desiderio di sperimentare il lato oscura delle medaglia: il male appunto.
Là dove prima c'era solo amore e pace e comprensione, d'un tratto, sono apparsi alla nostra mente gli opposto: odio guerre e confusione.
Ci siamo sentiti puniti e il senso di colpa ci ha privato della presenza amorevole di Dio.
Quando ci sentiamo separati (sempre?) è difficile ricordare com'era prima. Per ritrovare la strada verso la casa del Padre, dobbiamo tornare sui nostri passi e renderci conto che la separazione è stata una scelta autoindotta, non Sua, Abbiamo abusato del nostro potere, che è immenso, creando il nostro mondo lontano dalla coscienza divina e dal potere onnipotente del Suo amore, ma Dio non ci ha mai giudicato per questo, né ci ha abbandonato, il nostro è solo un sogno. Ma un vero sciamano non si lascia ingannare facilmente, né soggiace passivamente all'insegnamento delle religioni. Egli desidera un nuovo patto d'alleanza col suo Dio, deve riconoscere il Suo Regno nel suo cuore, riaffermando la sua eterna comunione d'amore con Lui.
Egli sa che Dio ama ogni suo figlio senza condizioni, al contrario dell'uomo.
Tutti i nostri errori, che noi chiamiamo peccati, non hanno alcun significato per Lui, perché nella sua immensa comprensione, nella sua infinita grazia, sei solo un bambino che, esplorando il mondo, fa esperienza e impara a riconoscere le leggi che lo governano.
In verità, quale padre di tale nome, si sentirebbe in diritto di punire il proprio figlio per degli errori commessi nell'intento di crescere?
Credere in Dio significa comprendere fino in fondo che Egli vede tutto, e dunque, anche i nostro sforzi tesi al miglioramento. Come potrebbe condannarci negandoci il suo amore?
La vita ci appare come una lotta all'ultimo sangue per la sopravvivenza, dove vince il più forte e soccombe il più debole. Così ne risulta una vita meschina e indegna di essere vissuta. Da questi motivi, sia gli atei che i religiosi d'ogni credo, deducono che l'uomo è per sua natura propenso a sbagliare e che questa è la regola. Ma se ciò corrispondesse al vero, come mai ci rendiamo conto dei nostri errori cercando di correggerli ogni volta? E come mai, di fatto, ci rimproveriamo continuamente per gli sbagli commessi? La realtà è che ogni uomo sano di mente cerca, giorno dopo giorno, di gettare le basi per allinearsi alla divinità in sé e abbracciare l'armonia. Manca ancore qualcosa. È vero, ma lentamente ci stiamo liberando della "bestia" per andare verso quella perfezione latente che è in noi. Ecco perché, lo sciamano, sa che desiderare di avere sempre ragione e non commettere mai errori è impossibile, per ora. Se fosse sempre nel giusto che bisogno avrebbe, infatti, di frequentare ancora la scuola terrena?
Accettando questa semplice realtà, velata dalla struttura alterata della mente, può apprendere fino in fondo le lezioni della vita, senza nulla rifiutare e da essere imperfetto e infelice, via via, diventare sempre più perfetto e felice.
Lo sciamano è il sognatore del buio e il portatore di Luce; il tentatore e il salvatore di anime. Ha un segno caratteristico, in marchio indelebile impresso nel suo interiore, come tutti noi, solo che lui sa di averlo.
Ognuno è seduto su di un tesoro immenso , ma pochi, pochissimi no sono coscienti.
Giustamente, Gurdjieff diceva:"…non tutti gli uomini hanno un'anima…". Con ciò intendeva che solo coloro che sanno di avere un'anima la possiedono davvero e sono consci della propria immortalità. Lo sciamano è tra questi individui.
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