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 E' facile smettere di fumare, se sai come farlo!16

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 20/05/2010 : 10:31:49
E' facile smettere di fumare, se sai come farlo!16

(di Carr Alle )

(XVI parte)

----

Capitolo 34

- Solo un tiro -

Questo è la rovina di molti fumatori che smettono con il "Metodo
della Forza di Volontà"; stanno senza fumare tre o quattro giorni e
poi fanno qualche tiro o fumano una sigaretta ogni tanto per "tirarsi
un po' su", non rendendosi conto di come tutto questo abbia un effetto
devastante sul loro morale.

La maggior parte dei fumatori trova piuttosto sgradevole la prima
boccata e questo permette loro di pensare: "Bene. Quella sigaretta non
era piacevole. Vuol dire che sto perdendone il gusto". In realtà è
vero il contrario. Cerca di tenerlo bene a mente: le sigarette non
sono mai state piacevoli. Non era il piacere la ragione per la quale
fumavi. Se i fumatori fumassero per piacere non andrebbero mai oltre
una sigaretta!

L'unico motivo per cui hai fumato era nutrire il "piccolo mostro".

Rifletti: non avendogli dato da mangiare per quattro giorni pensa
quanto troverà prezioso quel tiro o quella sigaretta! Tu non ne sei
cosciente, ma quella dose non solo avrà un impatto su di te
fisicamente ma anche a livello inconscio, e metterà in pericolo la tua
corretta preparazione mentale. A questo punto, in fondo alla tua
mente, ci sarà una vocina che ti dice: "Malgrado la logica dica il
contrario, le sigarette sono preziose e ne voglio un'altra".

Quel tiro ha due conseguenze dannose:

1. tiene in vita il "piccolo mostro" dentro di te, ma quel che è peggio

2. tiene in vita anche il grande mostro nella tua mente. Quel tiro
renderà più facile farne altri.

Ricordalo: una sigaretta è quella che ci ha fatto diventare fumatori.

Capitolo 35

- Sarà più difficile per me? -

Numerosi sono i fattori che determinano il grado di facilità con cui
un fumatore riesce a smettere. Prima di tutto abbiamo caratteri
diversi, diversi sono anche il nostro lavoro, le circostanze
personali, i tempi, etc.

Certe professioni possono avere un'influenza più negativa di altre, ma
se si è eliminato il lavaggio del cervello il tipo di professione è
ininfluente. Ti faccio un paio di esempi per chiarirti le idee.

Spesso sono le persone che esercitano una professione nel campo medico
che trovano più difficile smettere. Generalmente si pensa che chi
svolge questo tipo di attività, essendo più al corrente degli effetti
disastrosi del fumo e avendone quotidiani riscontri, dovrebbe trovare
più facile abbandonarlo. Invece questa conoscenza, pur fornendo
validissimi motivi per farlo, non rende più semplice smettere. Le
ragioni sono le seguenti:

• la continua consapevolezza dei rischi per la salute genera paura, e
il provare paura è una delle situazioni nelle quali ci sentiamo spinti
ad alleviare i sintomi d'astinenza.

• Il lavoro del medico è uno tra i più stressanti e il luogo dove si
svolge rende di norma impossibile alleviare i sintomi d'astinenza.

• Chi lavora nel campo medico soffre anche lo stress indotto dal senso
di colpa, poiché sa che dovrebbe essere d'esempio agli altri. Questo
aumenta la tensione, e aumenta il senso di privazione.

Quando finalmente la loro giornata lavorativa viene interrotta dalle
ben meritate pause, e il normale stress si allenta, la sigaretta che
si accendono, alleviando i sintomi d'astinenza, diventa
importantissima.

Questo modo di fumare ha anche un altro effetto: li rende fumatori
occasionali, e lo stesso vale per tutti quelli che non possono fumare
per lunghi periodi. Quando si usa il "Metodo della Forza di Volontà",

il fumatore, che già si sente infelice perché ritiene di aver perso
qualcosa, smette anche di godere sia delle pause sia della tazza di
caffè o altra bevanda che accompagna tali pause. Questo non fa che
aumentare la sua sensazione di perdita e, grazie alle associazioni
mentali, arriva a vedere nell'assenza della sigaretta la causa di
tutto quanto. Se però si smantella il lavaggio del cervello e si
smette di rattristarsi al pensiero della sigaretta, si potrà godere
della pausa e della tazza di caffè anche nei giorni i cui il corpo
sentirà le crisi di astinenza da nicotina.

Un'altra situazione difficile è determinata dalla noia, soprattutto
quando accompagnata dallo stress; per esempio il lavoro degli
autotrasportatori o delle casalinghe con figli piccoli. Queste
attività, pur essendo stressanti, sono anche monotone, e per entrambe
queste categorie, quando si smette con il "Metodo della Forza di
Volontà" si ha parecchio tempo per avvilirsi per la "perdita" subita;
convinzione che, ovviamente, fa sentire sempre più depressi.

Anche tali situazioni, però, sono facilmente risolvibili da una
corretta disposizione mentale. Non preoccuparti se ti viene
continuamente rammentato che hai smesso di fumare: usa invece questi
momenti per gioirne, per essere felice del fatto che ti stai liberando
del diabolico mostro. Se vedi le cose nel modo corretto queste piccole
fitte diverranno momenti di piacere.

Ricordati che qualunque fumatore, a prescindere da età, sesso, cultura
o professione, può trovare non solo facile ma anche piacevole smettere
di fumare purché segua tutte le istruzioni.

Capitolo 36

- I principali motivi di insuccesso -

Due sono le principali cause di insuccesso. La prima è l'influenza
esercitata dagli altri fumatori. In un momento di debolezza o durante
un'occasione sociale qualcuno si accenderà una sigaretta. Ho già
parlato a lungo di questo argomento. Quel che devi fare in queste
situazioni è ricordarti che non esiste una sola sigaretta. Rallegrati
al pensiero che hai spezzato la reazione a catena, ricordandoti che il
fumatore t'invidia, quindi commiseralo perché ha bisogno della tua
pietà.
Avere una giornata difficile è spesso la seconda causa di insuccesso
ma ricordati fin dall'inizio che sia i fumatori sia i non fumatori
hanno giornate buone e giornate cattive. Nella vita tutto è relativo,
e non è possibile avere momenti belli senza avere anche quelli tristi.

Con il "Metodo della Forza di Volontà" quel che succede è che appena
il fumatore ha una giornata difficile inizia a rattristarsi
ricordandosi della sigaretta, ma così facendo aumenta il problema. Il
non fumatore è in grado di affrontare molto meglio, sia fisicamente
sia mentalmente, le tensioni e le difficoltà della vita.
Se, appena smesso di fumare, ti capita una cattiva giornata, non
avvilirti. Ricordati invece che anche quando fumavi ti capitavano
giornate simili (altrimenti non avresti deciso di smettere) e, invece
di avvilirti, abbi un pensiero del tipo: "Va bene: oggi non è una
buona giornata ma la sigaretta non l'avrebbe cambiata. Domani andrà
meglio e per lo meno ora ho acquisito qualcosa di fantastico: mi sono
liberato da quell'orribile vizio".

Il fumatore deve necessariamente chiudere gli occhi davanti ai lati
negativi del fumo: deve dirsi, ad esempio, che la tosse non è dovuta
al fumare ma a un raffreddore che non vuol andarsene! Quando però la
sua automobile ha un guasto in una zona isolata e deserta ed egli si
accende una sigaretta, questa ripara forse la macchina? Lo fa sentire
felice e contento? Ovviamente no. Quando si smette di fumare si tende
a considerarlo la causa di tutto quanto ci succede di negativo.
Nel caso della macchina che si guasta, ora potresti pensare: "In
momenti simili a questo mi sarei acceso una sigaretta". E vero, ma
quel che dimentichi è che la sigaretta non avrebbe risolto il problema
e, struggendoti al pensiero di non poter fumare, non fai altro che
punirti inutilmente poiché desideri un sostegno che non è mai
esistito.

Stai creando una situazione impossibile: sei triste perché non puoi
fumare, ma se ti accendi la sigaretta sarai ancora più triste. Sai
che, decidendo di smettere di fumare, hai preso la decisione giusta;
quindi non tormentarti dubitandone. Ricorda che un atteggiamento
mentale positivo è essenziale, sempre.

Capitolo 37

- I surrogati -

Con questa parola intendo gomme da masticare, caramelle, mentine,
sigarette alle erbe e pastiglie. Non usarli, perché non facilitano ma
rendono più difficile smettere. Se senti una fitta di desiderio e usi
uno di questi per alleviarlo renderai il processo più lungo e
difficile. Agendo in questo modo quel che ti stai dicendo è:
"Ho bisogno di fumare/Devo riempire un senso di vuoto" e, se usi un
surrogato, è come se tu cedessi ai capricci di un bambino: le fitte di
desiderio continueranno a venire e tu prolungherai la tortura.

Comunque i surrogati non alleviano le fitte perché tu non desideri
cibo, ma nicotina; quel che faranno è continuare a farti pensare alle
sigarette. Ricorda questi punti:

1. Non ci sono surrogati della nicotina.

2. Non hai bisogno di nicotina. Non è cibo, ma veleno. Se dovessi
percepire fitte d'astinenza, ricordati che sono i fumatori che ne
soffrono e non chi non fuma. Considerale quindi come un altro aspetto
deleterio della droga e segnali dell'agonia di un mostro.

3. Ricorda anche che fumare crea il vuoto, non lo riempie. Prima
insegni al tuo cervello che non hai bisogno né di fumare né di un
surrogato, e prima sarai libero.

Soprattutto non usare prodotti che contengono nicotina, siano questi
gomme da masticare, cerotti, inalatori di vario genere, finte
sigarette etc. È vero che c'è una piccola percentuale di fumatori che
smette con questi prodotti e attribuisce al loro uso il successo
ottenuto, ma in realtà riesce a smettere nonostante li abbia usati e
non perché li ha usati. Il fatto che molti medici suggeriscono tali
prodotti (NRT - Nicotine Replacement Therapy n.d.t) come terapia per
smettere è una complicazione, del resto comprensibile se non si è
capita appieno la trappola del fumo. L'NRT sembra essere logica e si
basa sul credere che, quando si cerca di smettere, sia necessario
sconfiggere due grandi nemici:

a. spezzare l'abitudine.

b. riuscire a superare il periodo dei terribili sintomi d'astinenza fisici.

Se si hanno due grandi nemici è una cosa ragionevole combatterli uno
per volta e non simultaneamente. La teoria dell'NRT si basa sullo
smettere di fumare continuando però ad assumere nicotina sotto altre
forme. Poi, una volta spezzata l'abitudine, si riduce la quantità di
nicotina fino ad azzerarla, affrontando quindi un nemico per volta.

Sembra logico, ma si basa su presupposti errati. Fumare non è
un'abitudine ma una tossicodipendenza e le crisi fisiche di astinenza
da nicotina sono praticamente impercettibili. Quando si smette di
fumare quel che si cerca di ottenere il più velocemente possibile è la
morte del piccolo mostro nel corpo e del grande mostro nella mente.
Quel che invece fa la NRT è tenere in vita il piccolo mostro che, a
sua volta, tiene in vita il grande mostro.

Ricorda che EASYWAY rende facile e immediato smettere di fumare,
permettendoti di uccidere il grande mostro (il lavaggio del cervello)
prima ancora di aver spento l'ultima sigaretta. Dopo poco tempo anche
il piccolo mostro sarà morto, e già mentre sta morendo rappresenta un
problema non più grande di quel che rappresentava quando fumavi.

Come puoi curare un tossicodipendente da una certa droga
prescrivendogli esattamente la stessa sostanza? Durante un programma
televisivo un eminente medico affermò che alcuni fumatori hanno
sviluppato una tale dipendenza dalla nicotina che, smettendo di
fumare, avrebbero dovuto assumere dei prodotti sostitutivi per il
resto della vita. Come può un medico essere così confuso da arrivare a
credere che il corpo umano dipenda non solo dal cibo, dall'acqua e
dall'ossigeno ma anche da un potente veleno?

A volte si presentano ai nostri centri persone che hanno smesso di
fumare ma sono diventate dipendenti dalle gomme da masticare alla
nicotina e altre che, pur usando queste ultime, continuano a fumare.

Non farti ingannare dal fatto che tali sostitutivi hanno un sapore
disgustoso: ricorda che anche la prima sigaretta l'aveva.

Tutti i surrogati hanno lo stesso effetto delle gomme alla nicotina.

Mi sto ora riferendo al "Non posso fumare quindi mastico gomme,
caramelle o mentine per riempire il vuoto"; anche se la sensazione di
volere una sigaretta si presenta simile alla fame per il cibo, il
placare questa non soddisferà la prima. Inoltre, l'uso di questi
prodotti ti farà continuare a desiderare una sigaretta.
Ma la peggiore conseguenza dell'uso dei surrogati è far durare più a
lungo il vero problema, ovvero il lavaggio del cervello. Quando ti
passa l'influenza hai bisogno di sostituirla con qualcosa, magari
un'altra malattia? Chiaramente no. Dicendoti: "Ho bisogno di
sostituire il fumo con qualcos'altro" quel che in realtà stai dicendo
è: "Sto facendo un sacrificio", ed è questa convinzione la causa della
depressione associata all'uso del "Metodo della Forza di Volontà".

Con questo tipo di atteggiamento otterrai solo di sostituire un
problema con un altro. Non c'è alcun piacere nel rimpinzarti di
dolcetti e caramelle, semplicemente ingrasserai, sarai triste e
tornerai, in breve tempo, a fumare.

I fumatori occasionali trovano difficile abbandonare la convinzione di
aver perso un piccolo premio: la sigaretta nella pausa del pranzo per
impiegati e operai che non possono fumare durante le ore di lavoro, o
quella fumata nella sala professori da insegnanti nell'ora libera, o i
tre o quattro tiri fumati dal medico tra un paziente e l'altro.

Alcuni arrivano a dire: "Non mi concederei la pausa se non potessi
fumare". Questo prova quel che sto dicendo: spesso il fumatore si
concede la pausa non perché gli sia necessaria o la desideri, ma
perché ha un bisogno disperato di grattarsi il prurito.

Ricordati che quelle sigarette non sono mai state una vera
gratificazione, ma erano semplicemente come indossare un paio di
scarpe strette per poterle levare. Se stai pensando che hai bisogno di
un piccolo premio usa questo esperimento per concedertelo: quando
lavori indossa un paio di scarpe di un numero inferiore a quello che
porti, non te le levare fino alla pausa e goditi poi la meravigliosa
sensazione di rilassamento e soddisfazione che proverai togliendotele.
Forse giudichi stupido quel che ho detto, e hai assolutamente ragione,
ma questo è quel che succede ai fumatori anche se, quando si è ancora
nella trappola, si fa fatica a vederlo. È anche difficile capire che
presto non avrai alcun bisogno del piccolo "premio", e che potrai
guardare i tuoi amici fumatori sentendo una vera pena e chiedendoti
come mai non riescono a vedere le cose come realmente sono.

Se però continuerai a ingannarti dicendoti che quella sigaretta ti
gratifica veramente o che hai bisogno di qualcosa che prenda il suo
posto, ti sentirai triste e avvilito ed è molto probabile che tornerai
a fumare. Se anche tu, come gli insegnanti, le casalinghe, i medici e
altri lavoratori, hai bisogno di una vera pausa, tra breve avrai modo
di godere ancora di più questi intervalli perché non avrai bisogno di
soffocarti.

Ricorda che non hai bisogno di surrogati; quelle piccole fitte di
desiderio sono per un veleno e tra breve saranno scomparse. Fai che
questo pensiero ti sostenga nei prossimi giorni. Godi del fatto che
stai liberando il tuo corpo dal veleno e la tua mente dalla schiavitù
e dalla dipendenza.

Se nei prossimi giorni hai più appetito, e mangi di più ai pasti
ingrassando di un ' paio di chili, non preoccupartene. Dopo aver
provato il "momento della rivelazione", del quale parlerò tra breve,
ti sentirai più sicuro e ti accorgerai che sarai in grado di risolvere
qualunque problema che possa essere risolto da un atteggiamento
mentale positivo, comprese le tue abitudini alimentari. Quel che non
devi fare è mangiucchiare tra un pasto e l'altro perché se lo farai
ingrasserai, sarai triste e non saprai neppure quando hai smesso di
fumare. Stai semplicemente spostando il problema invece di
liberartene.

Capitolo 38

- Devo evitare le tentazioni? -

Finora i miei consigli sono stati categorici e ti esorto a trattarli
come istruzioni piuttosto che suggerimenti. Sono categorico in primo
luogo perché i miei suggerimenti derivano da motivi pratici e validi,
in secondo perché sono stati confermati da migliaia di casi.

Per quel che riguarda invece la domanda: "Devo evitare le tentazioni
durante il periodo d'astinenza?" mi dispiace ma non posso essere
categorico. Ogni fumatore dovrà decidere da sé. Posso comunque offrire
suggerimenti che spero risulteranno utili.

Come ho già detto noi continuiamo a fumare per paura. Questo timore ha due fasi:

1. Come posso vivere senza le sigarette?

Questa paura è la sensazione di panico che assale il fumatore che si
accorge di avere poche sigarette e non sa dove andare a procurarsele.
La paura non deriva dalle crisi di astinenza ma dall'aspetto
psicologico della dipendenza: non posso sopravvivere senza una
sigaretta. Questo timore raggiungerà il suo Zenit quando starà fumando
l'ultima sigaretta che, d'altra parte, è anche il momento in cui i
sintomi d'astinenza fisici sono al livello minimo.

È la paura di quel che non si conosce, simile a quella che si prova
quando si impara a tuffarsi. Il trampolino è alto trenta centimetri,
ma a noi sembrano due metri.

L'acqua è profonda due metri, ma a noi sembrano trenta centimetri.
Siamo convinti che ci romperemo la testa. Lanciarsi è la parte più
difficile, ma se si trova il coraggio di farlo il resto è facile.

Questo spiega come mai persone che hanno chiaramente una gran forza di
volontà non hanno mai provato a smettere, o hanno resistito solo poche
ore quando l'hanno fatto. Anzi ci sono dei fumatori che, una volta
deciso di smettere, fumano la sigaretta successiva ancora prima di
quanto avrebbero fatto se non avessero mai deciso di smettere. La
decisione ha generato il panico, che è un fattore stressante. Questa è
una situazione nella quale il cervello fa scattare la molla e invia il
messaggio "Fuma una sigaretta", ma ora non la si può avere. Si sente
la mancanza di qualcosa: lo stress aumenta. Riscatta la molla: la
miccia si consuma velocemente e si finisce con il riaccendersi una
sigaretta.

Non preoccuparti. Quel panico è solo psicologico. È la paura di essere
dipendente, ma la splendida verità è che non lo sei, anche quando
senti ancora la dipendenza chimica dalla nicotina. Non farti assalire
dal panico. Abbi fiducia in me e buttati.

2. La seconda fase della paura è quella a lungo termine. Ed è
collegata alla paura che, senza le sigarette, certe situazioni non
saranno altrettanti piacevoli e/o non saremo in grado di superare le
difficoltà della vita. Non preoccuparti. Se riesci a buttarti,
scoprirai che è vero il contrario.

Il sistema per evitare le tentazioni si divide, a sua volta, in due
categorie principali.

1. "Mi tengo comunque un pacchetto di sigarette anche se non le
fumerò. Mi sentirò più sicuro sapendo che sono lì".

Ho trovato che la percentuale di persone che falliscono quando tengono
le sigarette è più alta di quella delle persone che le buttano via.
Credo che questo sia dovuto principalmente al fatto che, se durante il
periodo di astinenza si ha un problema, è più facile accendersi una
sigaretta se la si ha a portata di mano. Se invece si deve subire
l'umiliazione di andare a comperarsene un pacchetto si ha una maggiore
probabilità di superare il momento di tentazione. Del resto, la fitta
di desiderio sarà quasi sicuramente scomparsa prima di arrivare dal
tabaccaio.

Credo però che in questi casi la causa principale dell'alta
percentuale di fallimenti sia il fatto che, sin dall'inizio, il
fumatore non era completamente determinato a smettere.

Ricorda che due sono gli elementi essenziali per il successo.

• Certezza.
• "È fantastico! Non ho più bisogno di fumare!".

Comunque, in entrambi i casi, per quale assurdo motivo devi portarti
appresso le sigarette? Se senti ancora il bisogno di averle con te, ti
consiglio di rileggere il libro, perché vuol dire che qualche concetto
ti è sfuggito.

2. “Durante il periodo d'astinenza è meglio evitare situazioni
stressanti od occasioni sociali?".

Il mio suggerimento è: cerca di evitare le situazioni di stress, non
vi è motivo di aumentare la tensione. Per le occasioni sociali,
invece, il mio consiglio è il contrario:
esci, vai a divertirti fin dal primo momento. Anche quando sei ancora
chimicamente dipendente dalla nicotina non hai bisogno di sigarette.
Vai a feste, cene e godi del fatto che non devi fumare. Se lo fai,
scoprirai ben presto la splendida verità, e cioè che la vita è di gran
lunga migliore senza le sigarette e lo sarà ancor di più una volta che
il piccolo mostro se ne sarà andato portando con sé tutto il veleno.

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